Capitolo 2

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Avrei riconosciuto quella voce tra mille ma non sapevo cosa provasse in quel momento.

Non era cambiato quasi niente in lei, giusto i vestiti e ora possedeva un mantello.

-Clarke- sussurro osservandola.

Oltre ad una spada e ad un pugnale portava anche due pistole attaccate ala fibbia.

-Heda- risponde sedendosi distante da me in modo da non entrare nel mio spazio privato.

Resto abbastanza confusa.

-Non mi aspettavo ti mettessi sulla difensiva- risponde lei ridacchiando.

-Non so cosa provi in questo momento, sei imprevedibile Clarke. Potresti voltarti ed io mi ritroverei con un pugnale al collo per quanto ne sappia- rispondo.

-In effetti- risponde con un alzata di spalle.

-Ti sei abituata al bosco?- chiedo dopo non so quanti minuti di silenzio.

-Mi sono abituata a tante cose- risponde.

-So che hai avuto problemi Heda... con gli Skaikru e con Nia... e se non erro suo figlio, Roan, ora è il re- dice ridendo.

-Come...?- domando.

-Ero tra la folla quando hai combattuto- risponde spiazzandomi.

-Io non ti ho vista... come...?- sono leggermente sotto shock.

-Ho imparato a mimetizzarmi... e non volevo che tu morissi, Wanheda a quel punto avrebbe fatto comodo- risponde ridendo.

é come se ora il dolore la facesse ridere, è come se fosse vuota.

-Come fai a sopravvivere?- domando dopo altri minuti di silenzio.

-Caccio per il cibo, per dormire mi arrangio e per bere vanno bene i fiumi- risponde.

-Non in quel senso... ti trovo... spenta- rispondo.

-Sono cambiate molte cose Heda- risponde.

Non mi aveva ancora chiamata per nome e aveva definito gli Skaikru come... si come Skaikru e non come il suo popolo.

-Sei ancora una Skaikru?- domando.

-No, sono solo Wanheda, Heda- dice ridendo e alzandosi.

Mi alzo anch'io e la osservo mentre beve un sorso d'acqua.

-Clarke- la richiamo.

Lei si volta e mi guarda negli occhi, quegli occhi che appaiono stanchi.

-Vieni a Polis per favore, solo qualche giorno se vuoi e poi puoi ripartire per... ovunque tu voglia ma per favore, vieni con me a Polis- riprovo ancora anche se conosco la risposta.

-Fa strano vedere Heda supplicare. Insomma, forte e cazzuta davanti a tutti ma quando non c'è nessuno supplica- dice per poi pulirsi la bocca dall'acqua.

Un colpo basso.

-Si insomma... L'amore è debolezza- riprende per poi sorridere in modo maligno e piegare il viso verso destra.

Non era più lei.

Si porta due dita alla bocca e poco dopo appare un cavallo bianco che corre lungo la riva del mare.

-Bene, fammi strada- dice una volta sul suo cavallo.

Resto basita, non mi aspettavo certo una risposta affermativa.

Salto sul mio cavallo poco lontano da me e poi la guardo.

-Penso che tu conosca la strada- rispondo.

Hodnes nou laik kwelnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora