La Doccia

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Qualcosa occludeva il flessibile della doccia. L'acqua raggiungeva il doccino a fatica, producendo un suono malinconico, vago. Il flusso era dimezzato e quando si scuoteva un po' il tubo gracchiava rauco e strozzato. Inutili i colpi assestatigli. Tutto vano quello che aveva provato. Non che avesse fatto poi molto.

Il sole nel contempo era presumibilmente spuntato dalle colline basse oltre la città, come al solito, ogni mattina uguale. Farsi la doccia però non era più scontato, non era più il semplice passaggio che ci si aspetta, era diventato una remota possibilità abbandonata sotto tonnellate di nebbia semi-oscura. Questo a lei, molto in fondo, dava un brivido che non sapeva spiegarsi e che non avrebbe mai ammesso: le sembrava che si fosse rotto un meccanismo nella sua vita sempre uguale, da lì uno spiraglio, seppur banale, illuminato da una luce strana, che faceva fatica persino a vedere.

Il vetro della finestra scintillava riflettendo le luci interne: due candele appoggiate su mensole sottili e solide di legno scuro e una serie di lampadine fissate sopra il piano cottura ad una cappa di alluminio satinato.

Una larga strada si stagliava oltre la finestra, ancora poche macchine a sfrecciare sopra l'asfalto fredda e silenziosa. Il tè intanto raffreddava lentamente, dentro la sua tazza di ceramica viola, in una competizione senza fretta di arrivare, tanto poi si sarebbe arrivati comunque, indipendentemente dagli sforzi, tutti.

Non si poteva fare la doccia però; quello era un problema. Era dalle cinque e quarantacinque che ci provava, ma qualcosa impediva all'acqua di scendere.

Non aveva pensato intensamente a cosa potesse essere. Non aveva posto la questione in rilievo, tanto più che quando il marito si era finalmente alzato, dopo gli svariati richiami, si era solo lamentata che non riusciva a fare la doccia.

Lui non doveva svegliarsi presto, anzi, a dire il vero non aveva nessun orario perchè da qualche giorno era stato licenziato.

Si alzò di malumore, con gli occhi arrossati dal sonno.
Il corpo gli formicolava e il cervello sbatteva avanti e indietro senza capire cosa fare. Alla fine aveva deciso di andare in bagno e controllare la doccia prima che la moglie lo esasperasse.

Aveva fatto roteare gli occhi, li aveva stropicciati appassionatamente con le grandi mani chiuse a pungo e si era alzato dal letto.
Il ventre leggermente gonfio, i piedi grandi e carichi di vene sporgenti. Il mento sfuggente e la barba di qualche giorno. Aveva addosso una maglietta a maniche lunghe e un paio di mutande di una marca ormai fuori commercio.

La moglie lo guardava come si guardano le lenti degli occhiali, passandogli attraverso, ma constatandone indifferentemente l'utilità.
L'utilità del marito quella mattina era tutta da dimostrare.

Da parte sua, già da un paio di mesi aveva cominciato una relazione amorosa completamente nuova. Probabilmente per quanto il marito si prodigasse restava ben poco da fare per la loro relazione.
Ma questo non influiva sul suo modo scontroso e non ne era la causa, era rimasto invariato dai primi anni di matrimonio. D'altro canto lui non sapeva nulla della relazione della moglie, né sospettava qualcosa, ma con tutta probabilità, se ne fosse venuto a conoscenza, avrebbe semplicemente annuito e poi si sarebbe messo a pensare a come comportarsi, raggiungendo in capo a due giorni la soluzione di non fare alcunché. Era diventato un tipo così.

Ma in quel momento le sue caratteristiche personali non erano nei pensieri di nessuno dei due, entrambi erano saturi di qualcosa di invisibile ed estremamente velenoso che aveva contagiato le loro vite e che li faceva apparire goffi e grotteschi in un martedì mattina alle sei. Soprattutto lei, aveva un aspetto quanto mai comico, ma lui non ci pensava affatto. Sovente ritornava al passato, rimuginava su tutte le volte che aveva avuto motivo di lamentarsi, su tutti i momenti in cui avrebbe potuto svignarsela da quella vita. Allo stesso tempo, per sentirsi anche capace di qualcosa di bello, ricordava quando, poco più che ventenne, con un amico aveva passato un mese negli Stati Uniti, coronando un sogno che poi s'era repentinamente trasformato in un ricordo lontanissimo e inarrivabile.
Quell'amico era sparito, poi Sara, la donna che sarebbe diventata sua moglie era comparsa. Ogni cosa era meravigliosa all'inizio, erano perfetti insieme, sembravano compenetrarsi senza distorcersi, completandosi spontaneamente.

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