Erano ormai settimane che mi ero trasferita qui in Lombardia dalla zia di mia mamma, dopo quelle due settimane a Macerata non ci volevo rimanere.
Era strano pensare che la notte avrei potuto dormire sotto un tetto e al sicuro, anche se a dire la veritá la notte la passavo sveglia, non so se per abitudine o per paura.
Questa notte invece fu diverso, mi addormentai, quanto vorrei non averlo fatto.
Mi risvegliai a Macerata una notte di agosto.
Ero nel mio letto, mi affacciai al davanzale per ammirare lo splendore di Macerata al chiaro di luna.
C'era un gran silenzio.
Guardai l'ora,era l'una di notte.
Mi rimisi nel letto.
Mi girai e rigirai, faceva troppo caldo.
Aprii la finestra, accesi il ventilatore, accesi l'aria condizionata, la cosa che odiavo era che nonostante tutto ciò questo caldo insopportabile diventava caldo.
Come si poteva sopravvivere con 35° di notte e 40° di giorno? ero immersa nei miei pensieri quando sento Sasha urlare sotto la mia finestra incurante di svegliare tutto il paese.
Mi affacciati alla finestra e dissi:
"Cosa c'é?"
"É successa una cosa orrenda, davvero orribile"
"Cosa é successo?"
"Mi si é rotta l' aria condizionata"
La guardai un po' spiazzata poi collegando la morte al caldo senza condizionatore la guardai e dissi:
"Ti voglio troppo bene per lasciarti morire, sali "
Aprii il cancello e le andai incontro.
Mi fermai in cima alla scala e la fissati:
"Sasha"
"Mmm..."
"Sei davvero venuta fin qui in pigiama? "
Lei si girò, salì un paio di gradini e mi sorrise, poi afferrò lo zainetto e mi disse:
"No ho portato anche i vestiti per domani"
"Si vede che sei la mia migliore amica" dissi scoppiando a ridere.
Ci avviammo verso la mia stanza.
Tra chiacchiere e altro si erano fatte le due.
"Andiamo a dormire" propose Sasha.
Guardai l' orologio e acconsentii.
Mi distesi sul letto e Sasha sul divano, di solito dormivano nello stesso letto ma d'estate qualunque contatto fisico ti portava all'evaporazione.
Guardai fuori dalla finestra e volsi lo sguardo a Macerata inconsapevole del fatto che sarebbe stato l'ultimo sguardo.
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La strada
Genel KurguQuesta storia è dedicata ai terremotati. Rebecca ha solo 17 anni ma quando parla dietro la sua voce c'é un vissuto, quando ti guarda puoi intravedere un barlume di tristezza nei suoi occhi. Rebecca si é trasferita a Milano da una zia, non vuole dime...