Tornai a casa e lo trovai ancora fuori dal mio cancello, questa situazione iniziava a darmi sui nervi davvero. Mi fermai davanti a lui e gli dissi " ascoltami bene, non ho tempo da perdere, puoi tornartene a casa "
"non finchè mi dici che vuoi ritornare con me"
eh? che cosa voleva? Nono mi sa che resterà lì tutta la notte
"Io differenza tua non mi metto con il primo che capita e dovresti esserne felice. Quindi ora se non ti dispiace entro che ho freddo"
Feci un passo con l'intenzione di entrare in casa ma a quanto pare non vuole mollare la presa. Mi prese per il mio polso minuto e mi guardò dritto negli occhi
"so bene quello che ho fatto, ma davvero ho sempre tenuto a te, sempre soltanto che un ragazzo che segue una ragazza non da una buona immagine al gruppo e per questo ti ho lasciato andare e mi dispiace tanto ma davvero vorrei ricominciare con un "noi contro tutto e tutti"
Non ho parole ma di certo non posso decidere oggi, ho bisogno di pensarci seriamente ed è quello che farò
"ascolta Aaron, non posso prendere subito una decisione così importante, devo pensarci quindi adesso vai a casa, al caldo guardati un film magari con una tazza di thè vediche ti sentirai meglio che stare qua fuori al freddo"
"te l'ho detto e te lo ripeto, non me ne vado finchè non mi dai una risposta.Sta volta non ho intenzione di lasciarti andare, non ti voglio perdere un'altra volta Rebecca"
Mi faceva pena. Non potevo lasciarlo li fuori seduto con -5 gradi.
"Dai entra" dissi sussurrando e sperando che lui non mi avesse sentito.
Un sorriso fece però capolino sul suo viso e scattò in piedi manco si fosse seduto sopra un cactus.
Si avviò di fretta alla porta ma lo afferrai per un braccio e gli dissi:
"Carino se vuoi entrare devi rispettare delle regole"
Il sorriso sulla sua faccia si spense e devo ammettere che un po' godevo.
"Inanzi tutto ti faccio entrare ma questo non significa che ho cambiato idea su di te o su ciò che hai fatto, lo faccio solo perchè sei uno delle persone che è più informato su chi c'è e chi non c'è più ad Amatrice quindi stammi ben distante, seconda cosa in casa c'è mia cugina, toccala o dalle fastidio che ti spacco in due"
"Carina come al solito Rebe, rispetterò tutto ciò che vuoi" disse col tono che più mi da fastidio e con la faccia da schiaffi.
"Abbassa i toni e togliti quell'espressione dal volto gra..."
"Volete entrare o state li ancora per molto?" chiese Elisa
"Entriamo, stai tranquilla cara" dissi passando davanti ad Aaron e pestandogli un piede
Mangiammo dopo poco e poi mostrai ad Aaron la sua stanza, lo aiutai a fare il letto obbligata da mia zia e poi lo salutai e me ne andai in camera di Elisa.
Parlammo fino a mezzanotte ma poi notando la sua faccia distrutta le diedi la buonanotte e andai in camera mia.
Mi cambiai, mi misi nel letto e ascoltai la musica.
All'una di notte il mio telefono vibrò, guardai la schermata e per poco non caddi dal letto.
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La strada
General FictionQuesta storia è dedicata ai terremotati. Rebecca ha solo 17 anni ma quando parla dietro la sua voce c'é un vissuto, quando ti guarda puoi intravedere un barlume di tristezza nei suoi occhi. Rebecca si é trasferita a Milano da una zia, non vuole dime...