Qualcosa mi solleticava i piedi. Cercai di aprire gli occhi e, dopo svariati tentativi, ce la feci. Mi guardai intorno, era tutto bianco e silenzioso, troppo silenzioso. Feci per alzarmi, quando un dolore lancinante partí dal fianco sinistro. Guardai il punto dolorante e mi accorsi che vi era presente un ago. Era una flebo, ma perché mai avevo bisogno di una flebo? La staccai. Il dolore diminuì leggermente. Improvvisamente il mio sguardo si soffermò su qualcosa di bianco in fondo al letto: era un foglio di carta. Cercai di prenderlo. In preda alla curiosità cominciai a leggere:
Esperimento in corso
Fase 1
Soggetto N516
Proprietà della N.S.O.P.La mia testa stava per scoppiare: ero sempre più curiosa. Centinaia di domande si facevano spazio nella mia mente. Esperimento? Che significa fase 1? Soggetto? N.S.O.P.? Ma soprattutto cominciai ad avere paura, molta paura. Avevo come la sensazione di essere sorvegliata. Di una cosa ero certa: non ero al sicuro. Dovevo andarmene. Con uno sforzo sovrumano mi alzai dal letto. Mi diressi verso la porta, per fortuna non era chiusa a chiave, e una volta aperta uscii fuori. Mi trovai in un corridoio, era così lungo che sembrava senza fine. Scelsi una direzione e cominciai a correre. Mi fermai davanti ad una porta. C'era un cartello:
Sala esperimenti
AnalisiIl mio cervello mi diceva di continuare a correre, ma io volevo delle risposte. Così aprii la porta. La stanza era buia. Tastai il muro per trovare l'interruttore della luce e, quando ce la feci, lo premei. Partirono subito dei rumori metallici e una fioca luce si irradiò nella stanza. Mi guardai intorno: erano presenti alcune scrivanie con molti documenti, ordinatamente impilati, mentre al centro si trovava un piano metallico. Era una specie di lettino, accanto al quale si trovava un carrello, con delle fialette di sangue. A quella vista mi venne la pelle d'oca, ma senza pensarci due volte mi diressi verso una scrivania e cominciai a leggere alcuni documenti. Proprio in quel momento sentii un rumore di passi provenire da fuori, così afferrai alcuni fogli e me li misi in tasca. Sentii il rumore di una porta che si apriva e di qualcosa che veniva trascinato, così mi nascosi sotto al tavolo. Ero rannicchiata in posizione fetale, cercavo di farmi più piccola possibile, come se volessi scomparire. Entrarono due dottoresse e un ragazzo, che aveva il viso scavato dalle occhiaie e le palpebre pesanti. Le signore posero il ragazzo sul lettino al centro, gli legarono polsi e caviglie, e cominciarono a prendere degli aghi. Spaventata, mi spostai leggermente più indietro e feci cadere un oggetto di metallo, che rotolò fino al centro della stanza. Ora l'attenzione dei tre personaggi era concentrata su di me. Cercai di trovare una soluzione il più in fretta possibile, ma intanto sentii i passi di una infermiera farsi sempre più vicini.
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Imperfect
AventuraAtelophobia [A-tel-o-pho-bia] The fear of imperfection. The fear of never being good enough. __________________________________ "Cominciai a tremare e caddi a terra. Sbattei la testa. Buio. Ancora quell'orrenda sensazione. Percepii un debole rumore...