"Dipende. Tu hai intenzione di dirmi cosa facevi al Respite for beings?"
Mi sveglio con un sobbalzo, sudata e impigliata nelle coperte. La voce decisa e bassa dell'uomo misterioso ancora insinuata nella testa.
A fatica mi alzo e ricontrollo per l'ennesima volta il cellulare, sono due giorni che Lexy mi evita. Il sospetto che sappia qualcosa ormai è diventato quasi una certezza.
Pensare che la mia migliore amica potrebbe essere coinvolta in quanto successo a Grant mi lascia svuotata.
Una parte di me continua a sperare che ci sia un qualche tipo di spiegazione. Ma allora perché mentire? Perché evitarmi?
Rivivo gli ultimi giorni continuamente, cercando di dare un senso agli eventi, con scarso risultato.
Grant e Lexy.
Così diversi, con un unico punto di contatto: me. O almeno questo è quello che ho sempre pensato. Forse c'era di più e io sono sempre stata così concentrata su me stessa e i miei problemi da essere cieca verso quello che accadeva nella vita delle persone per me più importanti.
Se voglio cambiare e scoprire cosa sta succedendo però, non ci deve essere più spazio per l'autocommiserazione. Devo reagire.
Mi rendo presentabile a tutta velocità e vado in cucina come un tornado. «Ehi, Kyle.» Entro gettando la borsetta sul bancone, quasi travolgendo il suo caffè. Così mi accorgo in ritardo del suo abbigliamento, o meglio, della mancanza di esso. «Nuova moda?»
Sta comodamente seduto su uno sgabello del bancone con solo un paio di boxer addosso. Arrossisce, a disagio. «Scusa, è che oggi si muore di caldo.»
Gira mezzo nudo per casa da quando ho ricordo, però non perdo mai occasione di prenderlo in giro.
«Posso farti una domanda?» Cercando di guadagnare un po' di compostezza, prendo dal frigo il succo d'arancia e me ne verso un bicchiere prima di rimetterlo a posto. Non è il caso di mostrargli quanto sono agitata.
«Non me l'hai appena fatta?»
Gli tiro uno scappellotto amichevole per poi sedermi di fronte a lui, fissandomi le mani, iniziando a torturare le pellicine delle unghie.
«Che c'è?» Mette giù il caffè, è ufficialmente entrato in modalità iperprotettiva.
«Per caso alla festa non hai notato, ehm... gente diversa dal solito?» Nei due giorni passati, ho esitato a chiederglielo, perché non volevo spiegargli dove li avevo già visti; non lo prenderebbe affatto bene. Giustamente.
Inarca un sopracciglio. «Cosa intendi con gente diversa?»
«Persone che non abbiamo invitato, e sì, questo è normale, ma fra loro c'era qualcuno che non vive nel quartiere? Ci hai fatto caso?»
Mi decido a sollevare lo sguardo dalle unghie, Kyle mi sta fissando con una strana espressione: seria, composta, troppo attenta.
Il tempo che intercorre prima che risponda sembra infinito.
«Ci sono sempre degli imbucati, qualcuno ti ha dato fastidio?» Nel chiederlo, appoggia una delle sue grandi mani calde sulle mie. Ed ecco spiegato lo sguardo di prima, sta cercando di capire se la mia preoccupazione ha un fondamento o se sono in uno di quei miei momenti che la mia strizzacervelli indica come "paranoici".
Devo trovare il modo per farlo aprire, senza che capisca a cosa sto mirando, oppure che sospetti una ricaduta. Mi dispiace ricorrere a questi mezzucci per ingannarlo.
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Deadly Night Shadows
Paranormal[Storia COMPLETA] Raya Whitmam non crede più nelle coincidenze, soprattutto quando il suo dono si risveglia pretendendo che lei ascolti. Le ombre infestano la sua esistenza dentro di lei così come fuori. All'esterno la conta dei morti è elev...