QUALCHE MESE PRIMA
La giornata è fredda, tetra, fuori il vento e la pioggia sferzano la casa, per strada l'acqua scorre in tanti piccoli fiumiciattoli.
Vorrei dire che mi aspettavo il sole, ma è solo giusto che il cielo oggi rispecchi quello che ho dentro.
Preso il necessario per l'ennesima maratona televisiva, esco dalla camera cercando di non crollare sotto il peso del mio bottino, ma la gravità mi impedisce di fare più di qualche passo prima che tutto caschi per terra.
Sbuffando, mi chino a controllare che almeno non si sia rotto lo schermo del cellulare, ma mi paralizzo accorgendomi di essere davanti alla porta dello studio.
È socchiusa, come se papà fosse ancora lì dentro.
Deglutisco.
La tentazione di entrare è forte.
E, solo per un istante, mi permetto di pensare che dentro ci sia ancora l'enorme scrivania pregiata carica di pile di fogli disordinati, la bottiglia di bourbon in equilibrio precario, la poltrona scostata come se il suo padrone dovesse tornare da un momento all'altro.
Cedo.
Ancora inginocchiata, allungo il braccio e con la punta delle dita spingo l'uscio.
Si apre con il solito cigolio e, per un istante, vedo la stanza esattamente come era prima, uscita direttamente dalla mia memoria, l'istantanea di un ricordo morente.
L'illusione si dissolve e dentro, come avrei dovuto ben sapere, non c'è più nulla di papà, solo un tapis roulant che nessuno utilizza e una pianta ad angolo che non viene annaffiata da troppo tempo.
Rispondo al cellulare in automatico, al primo squillo, incastrandolo fra spalla e guancia, mentre senza più indugi raccolgo le cose da terra.
«Pronto?»
«Come sta andando?» La voce di Kyle mi permette di uscire definitivamente dai miei sogni ad occhi aperti. Come se avesse sentito la mia incertezza. Non che oggi serva chissà quale super potere.
«Bene, Grant sarà qui tra poco» cerco di tranquillizzarlo, di non fargli percepire che la sua assenza, proprio oggi, pesa.
«Cosa guarderete?» quasi non lo sento per tutte le urla e risate maschili in sottofondo.
«The walking dead.»
«Davvero? Oggi? Ne sei sicura? Aspetta un attimo.»
Credo copra il microfono con la mano però sento lo stesso un: "Sto parlando, stronzi!"
«Eccomi, scusa, i ragazzi sono un po' su di giri.»
Passando davanti al bagno, volutamente distolgo lo sguardo prima che si soffermi sulla vasca, aumento l'andatura, quasi inciampando per la fretta di scendere gli scalini.
«Deduco che lì vada tutto bene. Incontrato qualche grizzly?»
Provo a non far trapelare dal tono quanto queste mura mi si stiano stringendo addosso, avvolgendomi nella trappola dei ricordi indesiderati, tra le eco che le infestano e che vorrebbero tutta la mia attenzione in questo giorno di commemorazione.
«No, neanche uno scoiattolo. Mi spiace, Raya, quando ho accettato di partecipare all'escursione a Oman non ho realizzato in che weekend cadesse. Sicura che non vuoi che torni indietro?»
Sospiro, abbandonando tutto alla rinfusa sul divano. Voglio che torni?
Sì.
Sarebbe incredibilmente egoista da parte mia? Sì.
STAI LEGGENDO
Deadly Night Shadows
Paranormal[Storia COMPLETA] Raya Whitmam non crede più nelle coincidenze, soprattutto quando il suo dono si risveglia pretendendo che lei ascolti. Le ombre infestano la sua esistenza dentro di lei così come fuori. All'esterno la conta dei morti è elev...