Ossidiana

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La sensazione dopo essere svenuti per terra, è come svegliarsi presto il lunedì mattina. Almeno mi ero risvegliata in un letto e non sul pavimento... però questo non è il mio letto. Mi alzai e guardai l'ambiente circostante...no, decisamente non è la mia camera...mi avvicinai alla finestra e vidi che ero molto in alto. Il Saggio me l'avrebbe pagata. Andai verso la porta e la aprì, ritrovandomi in un corridoio buio illuminato solo da una candela a muro, che non pensai esistessero ancora ma ok. Faceva freddo, tanto freddo, tornai in camera e presi una coperta per poi mettermela addosso come se fosse un mantello e tornare nel corridoio. Mi mancava solo la lanterna e sarei sembrata Caronte, tralasciando la mia mancata comicità e il fatto che non mi sentivo più i piedi, dopo neanche cinque minuti che camminavo, mi ritrovai in una specie di piazza, dentro al palazzo, con una fontana...come diamine è possibile ciò...ma il punto più sorprendente è che nevicava, si, stava fottutamente nevicando, ma ok, va bene, tutto normale no? Guardai da una finestra lì vicino e notai che fuori pioveva, mi rigirai e lì nella piazza nevicava, sinistra pioggia, destra neve, e no non sto impazzendo...o almeno credo. Guardai meglio la fontana e notai che c'era una statua nel mezzo, rappresentava una donna bellissima, tutta fatta di una pietra bianchissima, tranne per un ciondolo che portava al collo fatto d'oro e con una pietra, che sembrava ossidiana...mi portai una mano alla testa per il dolore, un ricordo...ah, è vero...l'incendio, me ne ero dimenticata...quel ciondolo, lo voglio, era di mia madre, lo portava lei, perché è lì?
Mi avvicinai, ero come attratta da quel ciondolo, ignoravo il freddo della neve a contatto con i miei piedi nudi o il freddo che sentivo senza più la coperta addosso, ormai abbandonata in mezzo al corridoio. Entrai nella fontana, camminando sul ghiaccio formatosi per il freddo, per poi arrampicarmi sulla statua fino a raggiungere il mio obbiettivo. Glielo sfilai di dosso e sentì un urlo, una signora all'inizio del corridoio opposta vedendomi aveva urlato facendo cadere il vassoio che aveva in mano. Mi distrai, scivolai giù, era come se stessi andando al rallentatore, mentre cadevo, vedevo allontanarsi il volto della statua, stava sorridendo...?
Il tempo riprese a scorrere e in un attimo mi ritrovai a picchiare la testa contro il bordo della fontana, per poi finire sulla neve, non riuscivo a muovermi ma in compenso vidi una sostanza rossa espandersi e venire assorbita dalla neve. Che brutto modo di morire. Cercai di ridere, ma dalla mia bocca uscì solo un rantolo.
Quel ciondolo, aveva accompagnato mia madre nella tomba e, ora stava accompagnando anche me...

Il giardino dei vampiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora