Six

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Alla mia modesta età, sentivo che non avevo ancora conosciuto il meglio della vita.

E, pur avendo provato di tutto per fermarlo, Dylan era davanti a me, con una faccia tutto tranne che amichevole.

Mi aveva portato nella stanza degli ospiti, e tratteni il fiatto quando vidi la stanza di Liam completamente vuota.

Non potevo urlare, ma se avessi potuto, lo avrei fatto molto forte.

"Mi sei mancata, sai?" Disse, coricandosi al mio fianco.

Mi alzò leggermente la maglietta e mi accarezzò il ventre, lamentadosi quando cercai di svincolarmi dalla presa.

"Non muoverti." Mi rimproverò, attirandomi verso di sè.

Io non volevo piangere, e per questo stringevo il più forte possibile in nastro adesivo con i denti.

"Ha davvero una bella casa Liam." Disse, guardando i mobili in legno e accarezzando le coperte morbide "Potebbe diventare nostra, che ne dici?"

Mugugnai, e lui rise.

"Che stupido." Disse, avvicinandosi e strappandomi il nastro dalla bocca.

Non urlai, anche se fece male, perchè sapevo che lui mi avrebbe punito.

"Allora, che ne dici?"

Annuii, mentendo "Si, sarebbe bello."

Rise, e poi si mise a cavalcioni su di me.

Restava lì, seduto ad osservarmi, con un'espressione compiaciuta in volto.

Poi, estrasse un coltello dal retro dei pantaloni.

Spalancai gli occhi, ma lui mi bloccò prima che potessi parlare.

"Urla e te lo pianto in gola."

Chiusi la bocca, e lui si spostò piano, facendo passare la punta del coltello fredda sul mio ventre.

Capii cosa aveva intenzione di fare quando iniziò a segare il tessuto della maglietta, strappandomi la maglia e il reggiseno.

"Sono felice che tu non ti sia concessa a Dumbar."

Un brivido mi passò lungo la schiena, non ero mai stata sola in tutto quel tempo.

"Immagino che oggi tu stessi pensando a me, o sbaglio?" Si abbassò, baciandomi "Alle mie labbra, non è vero?"

Annuii, ormai facevo fatica a parlare.

Si morse il labbro "Bene."

Mi sciolse il nodo ai piedi, sfilandomi i jeans corti lungo le gambe, per poi legarli ancora.

Indossavo solo gli slip e qualche altro brandello di vestito, e mi sentivo sul punto di morire.

Dylan si tolse la maglietta, mostrando il fisico muscoloso e abbronzato.

"Ti ricordi della nostra prima volta? Urlavi come una dannata." Rise, togliendosi le scarpe "Lo sai anche tu che nessuno potrebbe farti provare lo stesso."

"E' vero." Concordai, sapevo che assecondarlo era l'unico modo per farlo stare traquillo.

"Non lo hai mai fatto con nessun altro, vero?" Chiese, togliendosi i jeans e rimanendo nudo.

Vidi che era già eccitato, come se tutta quella violenza gli facesse piacere.

"Mai."

Sorrise, e poi si riseddette su di me, avvicinandosi al mio collo, iniziando a succhiare forte.

Chosen {Dylan O'Brien} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora