Epilogo

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Dylan O'Brien soffriva di schizofrenia, malattia che gli aveva causato una vita segnata da un deliro che aveva un'unica costante: la paura della solitudine.

Per mia sfortuna, la maggior parte degli schizofrenici erano solitamente persone violente, anche se per loro l'uso della forza rappresenta solo un'azione logica, un impulso causato dai loro sentimenti.

Dylan O'Brien morì quel giorno sulla spiaggia, decidendo una volta per tutte di porre fino al suo travaglio.

Conobbi per la prima volta i suoi genitori al funerale, e la prima cosa che mi disse sua madre fu "Mi dispiace che tu abbia conosciuto solo il mostro, ma quello non era mio figlio."

Era in lacrime, e io le presi le mani tra le mie e la guardai dritta nei suoi occhi dorati, identici a quelli del figlio "Io amavo suo figlio, avevo conosciuto la bella persona che era."

Sembrò felice della mia risposta, dato che sorrise leggermente, abbracciandomi.

Al funerale c'eravamo solo noi tre oltre il prete, e sembrò ancora più doloroso del previsto.

Ovviamente, le conseguenze del passaggio di Dylan si fecero sentire anche dopo la sua scomparsa, dato che le ferite mie e di Liam rimasero per diversi mesi e, per mia sfortuna, quel ragazzo moro dagli occhi dorati aveva deciso di lasciarmi un ulteriore regalo.

Ero incinta.

Quando lo scoprii, mi sembrò di morire.

I medici mi dissero che c'erano buone probabilità che il bambino sarebbe potuto nascere sano, e io feci la scelta più sensata per tutti.

Partorii, ma non provai nemmeno ad occuparmi di mio figlio, visto che lo feci subito dare in affidamento ai genitori di Dylan.

Era un bambino sano, e tutti mi dicevano che era uguale al padre.

Io ricevevo sue foto e video, ma non appena vedevo il suo bel visivo mi ritrovavo a far fatica a respirare e in lacrime.

Ero sicura che non sarei stata una buona madre per lui, e non volevo che lui mi vedesse in quelle condizioni.

Passarono comunque diversi anni da quella giornata in spiaggia, e io mi sposai, ovviamente con Liam, che non mi aveva mai più abbandonato dal quel giorno.

"Mi ha chiamato Mary." Liam si sedette  sul divano, accarezzandomi le gambe "Mi ha detto che James sta facendo progessi nel parlare."

Annuii, cercando di concentrarmi sul libro che tenevo in mano, non volevo mostrare che in realtà che quel piccolo mi interessava davvero molto.

Liam me lo abbassò, costringendomi a guardarlo "Tra una settimana farà cinque anni, non pensi che sia il momento di andare da lui?"

"Non penso che sia una buona idea."

Liam mi prese per mano, baciandomela

"James non è Dylan e non ha colpe."

Pensai molto alle parole di Liam e, il giorno di natale, decisi che era arrivato il momento di dare una svolta alla mia vita.

Liam suonò il campanello per me, e mi diede un bacio di incoraggiamento mentre la porta si apriva.

"Cynthia!" Salutò Mary "Wow, Liam sei davvero carino oggi, entrate, su su."

Liam mi trascinò dentro, anche perchè io mi sentivo letteralmente morire ed ero incapace di muovermi.

Mary mi prese la mano libera, sorridendomi, aveva già capito tutto "E' in salotto che guarda le vecchie foto."

Annuii, e guardai Liam un'ultima volta, che mi fece un cenno di incoraggiamento.

Camminavo così lentamente che sarei potuta sembrare ferma, ma comunque riuscii ad arrivare in saloto, dove mi venne una stretta al cuore quando vidi il bambino giocare.

Chosen {Dylan O'Brien} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora