Licia andò via correndo non curandosi affatto dei richiami di Anna che l'aveva rincorsa per un bel pezzo,ma non l'aveva mai raggiunta.
'Ma cosa sto facendo? Dove sto andando?'
Licia sentiva ormai di non poter più correre oltre,si fermò e si guardò intorno,era arrivata nella vecchia zona industriale del suo paese,un bel posticino insomma.
Non c'era anima viva,quella zona era abbandonata da anni e giravano storie terribili su cosa accadesse alla povera gente che si trovava lì per caso. Vecchie leggende popolari narravano di gruppi di ragazzi che derubavano e picchiavano ogni malcapitato,Licia non curandosi di queste storie,stanca, si sedette sull'asfalto consumato,si legò i lunghi capelli rossi e scoppiò in un pianto disperato.
Ad un tratto sentì il rumore di una macchina in lontananza,la ragazza scattò in piedi e a passo svelto si diresse verso un luogo appartato dove si nascose.
Il rumore diventava sempre più forte e vicino fino a quando la macchina non comparve davanti al vecchio ripostiglio dove era nascosta Licia.
Erano in due,forse due maschi o un maschio e una femmina,le voci non si distinguevano bene,scesero dalla macchina e iniziarono a camminare verso il ripostiglio.
La ragazza si nascose sotto un vecchio panno dietro una cassapanca,pregando mentalmente che i due non entrassero,ma così non fu.Carlo:Sicuro che non c'è nessuno?
Nic:No,nessuno tranquillo,ci veniamo da mesi,perché dovrebbe esserci qualcuno?Si,erano due ragazzi,Carlo e Nic,non erano spacciatori o assassini,erano semplicemente fidanzati. Quello era il loro posto,lontano dall'omofobia dilagante del loro paese.
Licia gli osservò bene dal suo nascondiglio interrogandosi su cosa fare,non sembravano cattiva gente,anzi erano vestiti come due damerini.
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Amami,quando non sono io.
RomanceAccettare se stessi è come scalare una vetta,il percorso è arduo,pieno di ostacoli e di soste,ma una volta arrivati in cima ci si rende conto della bellezza e grandiosità della fatica fatta. Questa è la storia di Licia e Anna e della loro scalata v...