.. troppo debole per avere la forza di contrastare la sua rabbia.
14.58
"Jacob? "15.02
"Hai ancora il coraggio di scrivermi?
Come devo dirtelo? Per me non esisti.
Dimenticati tutto quello che c'è stato tra noi, era solo un gioco.
Povera illusa"15.08
Devo parlarti.15.10
Non dobbiamo dirci nulla.
Ti ho già detto tutto, era solo un gioco.15.14
Jacob, sono incinta.15.16
Ester non scherzare .
Non tornerò da te nemmeno con questa scusa idiota.
Non scrivermi più.15.20
Jacob ho fatto il test e sono incinta da 6 settimane.15.22
Smettila di dire idiozie.
Non è possibile.
Credi che cada nelle tue stupide trappole?15.25
Per favore vediamoci oggi alle 16 al solito posto.15.26
Verrò solo per ricordarti quanto tu sia il nulla, quanto tu sia una povera illusa convinta di ingannarmi con questa scusa solo per potermi vedere e riempire la mia testa di frasi senza senso.16.07 -- Lo vidi arrivare, così pieno di sè, pieno di rabbia che quasi ebbi paura.
Serrai le labbra e abbassai lo sguardo.
Con le sue grandi mani mi spinse il viso per guardarlo dritto in faccia.Malgrado gli occhi gelidi io mi ci perdevo ancora.
Il cuore batteva forte, le mani tremavano, le gambe mi reggevano a malapena.
" E quindi saresti incinta eh?" - disse minaccioso.
"Si" - risposi con voce tremolante.
Mi apprestai a tirar fuori dalla borsa il test di gravidanza mostrandoglielo." ma cosa cazzo hai in testa? Cosa pensi? Che io possa prendermi cura di te? E di quella cosa che tieni in pancia?
Cosa credi? Che ti amerò come accade nelle favole?
Io non ti conosco.
È stato solo un gioco" - disse ad alto tono, parlandomi con le mani sul collo.Ecco che la paura prese il sopravvento.
Lo guardai dritto negli occhi e persi anche quella briciola di coraggio rimanente.Iniziai a piangere, a rendermi conto che fú tutta un illusione, un viaggio a senso unico.
" sai cosa fare adesso" - disse.
Le lacrime rigavano il mio viso ancora da bambina.
Un apocalisse interna distruggeva i miei sogni e le mie speranze."Non rispondi eh?"
Non ebbi il tempo di balbettare qualche parola che un colpo secco e fermo mi arrivó in viso."Mi hai rovinato!" disse continuando a colpirmi in testa.
Tremavo come una foglia in bilico incapace di stare sull'albero, incapace di avere il coraggio.
"Devo andare" dissi impaurita da quello che stava accadendo."Tu non vai da nessuna parte, adesso stai qui e ascolti quello che ho da dirti"
Iniziò a menarmi senza mai fermarsi.
Un pugno in testa mi fece perdere conoscenza e caddi fisicamente, perché mentalmente ero già caduta.Tutta indolenzita aprii gli occhi.
Ero sola in quel vicolo inabitato.
Lui non c'era.
Guardai l'orologio erano le 17.23.
Mi alzai di scatto ma immediatamente mi resi conto che le gambe non riuscivano a sostenere il peso.
Realizzai tutto quello che successe in quel lasso di tempo.
Mi incamminai verso casa in compagnia dei miei pensieri.
Mi sentivo osservata al che fui spinta a specchiarmi in una vetrina.
Intravidi i lividi repentini sorti sul mio viso.
La paura, che mai mi abbandonó, tornó a far accelerare i battiti del mio cuore ma adesso con la preoccupazione del mio rientro a casa.Cosa avrei potuto dire ai miei?
A quante domande avrei dovuto rispondere?
Iniziai a pensare a qualche scusa che sicuramente non avrebbe tenuto.Immersa nei pensieri di quell'incubo impossibile da rimuovere arrivai a casa.
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Born twince
Short StoryLei è Iris. Costretta a vivere in un orfanotrofio per via della sua nascita indesiderata. Vive nella speranza che un giorno potrà condurre una vita normale, una vita felice. Fin quando un giorno accade qualcosa di strano che le cambierà la vita.