Sixteen

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Un San Valentino a scuola parte II

Erano ormai le quattro del pomeriggio e la situazione, se è possibile, era anche peggiorata. Le lezioni erano finite già da un po' ma studenti e professori continuavano a passeggiare tra i corridoi. A differenza loro io ero seduta. Ero da sola sui freddi gradini delle scale. Pensavo ad Ethan: in quel momento, con quell'aspetto e con quei modi mi aveva spaventato ma non potevo negare di essere molto preoccupata per lui. E se non stava bene? Se aveva bisogno di aiuto e io lo avevo lasciato lì da solo? Mi alzai decisa ad andarlo a cercare quando Lexi mi fermò

-Ti ho cercato dappertutto. Vieni- mi prese la mano e senza lasciarmi replicare mi portò in palestra. Entrati lì si notavano subito i grandi tavoli della mensa agli angoli con cibo e acqua sopra, alcuni sacchi a pelo per terra e una ventina di persone sugli spalti. Tutti gli altri erano in giro per la scuola. Lexi mi fece salire sugli spalti in tutta fretta, lì c'erano Cameron, Ethan, Grayson e una ragazza bionda.

-Dov'è Kian?- Chiesi a tutti

-Che ne dici di uscire insieme un giorno?- chiese Ethan ignorando la mia domanda

-Certo, va bene- rispose la ragazza insieme a lui

-Allora?-

-Non lo so. Non lo vedo da questa mattina.-

Finalmente qualcuno aveva avuto la decenza di rispondermi. Mi sedetti e iniziai a giocare con il mio telefono. Il tempo sembrava non passare mai e io mi stavo annoiando.

-Gray! Grayson! -

-Cosa vuoi?- si scostò i capelli dalla fronte e mi guardò

-Giochiamo a basket?- seguì con lo sguardo il canestro che stavo indicando

-Perché?-

-Mi annoio-

-Quindi per te è meglio essere umiliata che annoiarsi?- fece finta di riflettere  -okay!-

Si alzò e mi trascinò giù, mentre andai a prendere la palla anche Cameron e Lexi ci raggiunsero. Guardai sugli spalti e Ethan e Meredith erano ancora lì che parlavano.

Decidemmo di fare ragazze contro ragazzi e per una qualche sconosciuta legge della fisica noi facemmo più canestri dei ragazzi. Era ormai ora di cena e tutta la scuola era lì. Tutti i tavoli della mensa erano messi in modo da formare un unico grandissimo tavolo. Io, ovviamente, ero seduta vicino a Grayson : non mi andava di stare seduta in mezzo a quelle due coppiette da diabete. La mia mente però non riusciva a non pensare a Kian : non lo vedevo da oggi pomeriggio e non c'era neanche lì. Quando stavano per portarmi il mio piatto di pasta qualcuno da dietro mi diede un biglietto. Non feci in tempo a capire chi fosse che era già andato. Il biglietto diceva :

Ehi stellina, ti sono mancato? Se sì vieni da me.
                                                            Kian

Vieni da me? Non sapevo neanche dove fosse!. Mi guardai intorno per cercarlo nella folla quando vidi sulle porte della palestra un fiocco rosso. Mi alzai sorridente dal tavolo ignorando il mio piatto di pasta fumante e mi avvicinai al fiocco, ignorai del tutto anche Ethan che mi urlò un " Elizabeth dove vai?". Legato al fiocco c'era un altro bigliettino, questo diceva:

Brava, hai trovato il primo. Adesso segui  gli altri.
                                                             Kian

Aprii la porta e camminai per il corridoio principale. Ce n'era uno su un armadietto, un altro su una finestra(fuori nevicava ancora), un altro, un altro e un altro ancora. L'ultimo, sulla porta dell'aula di francese, era più grande degli altri e  non c'era scritto niente. Entrai senza esitare e spalancai leggermente gli occhi a ciò che mi si parava davanti: le candele su ogni banco, sulla cattedra e per terra vicino a delle coperte su cui era seduto Kian. Accanto a lui c'erano due piatti e una bottiglia di vino con dei bicchieri.

-Ehi, mi sei mancata- fece per alzarsi ma io fui più veloce, gli lanciai le braccia al collo e lo baciai sulla guancia.

-anche tu- gli dissi dopo esserci staccati. Mi fece sedere accanto a lui e mi mise il braccio  attorno alle spalle.

-Sai, con la neve diventa tutto più romantico-

-sono contenta che ti piaccia-

- già, e fai bene perché avrei voluto ammazzarti per non esserti fatto vivo tutto il giorno ma, dopo aver visto ciò che hai fatto ti perdono- dissi ridendo

-Vuoi assaggiare?- indicò un piatto e io annuii. Prese un cucchiaio, lo riempi di quello che c'era nel piatto e me lo mise in bocca. Assaporai lentamente, era buono!

-Cos'è? - chiesi curiosa

-Non lo so- rise e io risi a mia volta, ma non per quello che aveva detto, lo feci perché lui era bellissimo quando rideva

-E quella? Dove l'hai presa?-

- ti stupiresti se ti dicessi cosa si trova nell' aula professori. Vuoi un bicchiere?-

-Si, ma poco-

Bevemmo e iniziammo a parlare e, mentre gli stavo raccontando il mio tredicesimo compleanno lui mi baciò. Un bacio a stampo, semplice e dolce.

-Perchè?-

-perché sei bella.-

Iniziammo a baciarci di nuovo, prima dolcemente poi con più foga. Presi i lembi della sua felpa e li tirai su.
Mi guardò e mi chiese

-sei sicura?-

- non so se poi me ne pentirò, ma so che in questo momento voglio essere unità a te, voglio essere un' unica cosa con la tua anima perché io credo di amarti Kian Lawley.-

Un altro bacio a stampo, dolce e leggero, sorrise sulle mie labbra e mi sussurrò

-credo di amarti anche io-

Iniziamo a baciarci di nuovo e mi coprì con la coperta, eravamo ormai nudi l'uno sull'altro e io mi sentivo libera in quel momento, senza nessuna inibizione. Adesso eravamo insieme e nonostante il dolore fisico la mia anima e il mio cuore erano leggeri come non mai, erano felici. Ci addormentammo così, l'uno accanto all'altro con le coperte sopra di noi, il calore dei nostri corpi insieme e con fuori la neve che ancora scendeva.

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