capitolo 6

1 1 0
                                    

L'abbraccio è conforto, è ugualianza nella diversità, è il vuoto che si colma, la ferita che si rimargina.
Tutte emozioni nuove per me.
Mai ho provato queste sensazioni con qualcuno, la stringo forte a me, il suo profumo alle ciliege mi fa impazzire.

Ci stacchiamo da quel bellissimo abbraccio, per diversi secondi ci guardiamo intensamente negli occhi.

Lei abbassa lo sguardo, arrossendo leggermente. È ancora più bella.

Il pomeriggio passa in fretta, abbiamo buttato giù qualche schizzo del nostro probabile progetto.

"allora io vado" dice sorridendomi e dirigendosi verso la porta con in mano la borsa.
"Si, vuoi che ti accompagni?" propongo.
"Figurati, non vorrei disturbarti"
"Dai cammina! Ti accompagno" le sorrido.
Annuisce ed apre la porta seguita subito dopo da me, le porgo il casco e saliamo, si aggrappa fortemente a me.
Dopo dieci minuti arrivo davanti a casa sua, sotto le sue indicazioni, mi fermo e la aiuto a scendere per poi porgermi il casco.

"Allora grazie" dice
"Non fa nulla"
Si avvicina e mi da un casto bacio sulla guancia, la sua vicinanza mi fa battere il cuore all'impazzata.

Arrossisco, dio santo non mi è mai successo di arrossire con una ragazza.
Le sorrido e la saluto.

Sono sdraiato sul letto, penso e ripenso alla lettera lasciatami l'altro giorno.
Sarà che sono i miei genitori che cercano di contattarmi?
Io non voglio più avere nessun legame con loro, meritano tutto quello che subiranno per i prossimi 20 anni della loro esistenza e mai li perdonerò.
Devono marcire in carcere per sempre altro che venti anni, possibile che cerchino ancora di contattarmi.
E tutto davanti ai miei occhi, mai scorderò le scene, rimarranno impresse nella mia mente per il resto della mia vita.
Due psicotici ecco cos'erano i miei genitori, mai avrei pensato che potessero arrivare a tanto.
Mi vergogno di essere loro figlio.

Prendo le lettere e le strappo tutte una ad una, lasciando al loro posto solo dei pezzettini di carta stropicciati.
Poi tra le mani mi ritrovo lo schizzo fatto oggi pomeriggio da me e Lucy, lo schizzo rappresenta un semplice omino in piedi, abbiamo voluto approfondire il tema anche sulle diversità. Per qui abbiamo deciso di fare la "scultura" di un bambino con le varie parti del corpo di colori diversi e tonalità, e dalle varie differenze tra noi esseri umani in base a paese.
Penso proprio che se il risultato sarà come quello sullo schizzo vinceremo noi.
Mi sono trovato bene a lavorare con lei, e poi è una bellissima ragazza.
Basta!
Cosa penso a lei?


Fino all'ultimo secondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora