Scivolò giù, sempre più giù, finché il suo fondoschiena non urtò il terreno, fortunatamente morbido.
Daphne si ritrovò al buio, col solo la puzza di terriccio umido a pungerle il naso e gocciolio dell'acqua in lontananza.
Sentì il ladro trafficare con qualcosa, poi si ritrovò tra le mani un oggetto. Tastandolo capì che era un paio di occhiali da aviatore.
«Mettiteli, sono ad infrarossi.» le disse la voce del ragazzo.
Daphne era restia ad accettare, ma se li mise ugualmente.
Finalmente riuscì a vedere dove si trovava, ma senza riconoscere minimamente il luogo.
Si trovava agli inizi di una galleria sotterranea, scavata meticolosamente dall'uomo, poiché era troppo perfetta per essere naturale.
«Dove siamo? Com'è possibile che io non conosca l'esistenza di questo luogo?» chiese lei fissando la figura del ragazzo.
«Te l'ho detto, l'ho costruita io. Più precisamente io e altre persone.» rispose il ragazzo.
«Impossibile. Io...»
«Sei immortale.» la interruppe il ragazzo. «Hai vissuto per un millennio. Hai visto nascere questa città, quindi sei certa che nessuno abbia scavato una galleria tanto grande e lunga.» disse con tono saccente passandosi una mano tra capelli castani sotto il cappello.
«Chi sei tu?» sussurrò Daphne sospettosa.
«Wyatt Pickford, al tuo servizio» rispose con un inchino.
Daphne scosse la testa irritata prima di riformulare la domanda:«Mi correggo, che cosa sei. Non sei un semplice umano.» dichiarò puntando l'indice contro il volto del ragazzo.
«È così che tratti il tuo salvatore?» chiese lui alzando entrambe le mani. «Considerando che prima hai pure cercato di uccidermi, mi devi due vite.» esclamò tutto pimpante.
Quel sorriso diede sui nervi a Daphne e gli ringhiò:«Fottiti».
La sorpresa venne quando lui replicò :«Potrei fottere te, così mi ripagheresti del tuo debito.»
Daphne rimase spiazzata dalla risposta del ragazzo. Non per la volgarità della frase, ma semplicemente dal fatto che ne conosceva il significato. Era da un centinaio di anni che quel termine scurrile era caduto in disuso e quel ragazzo...
«Sei un'immortale pure tu.» realizzò Daphne.
Il ragazzo sorrise e prese a camminare lungo la galleria, ignorando del tutto l'affermazione della ragazza.
«No! Aspetta!» esclamò Daphne raggiungendolo e afferrandogli il polso.
«Com'è possibile? Gli unici immortali sulla terra erano i membri della Gold!» chiese fissando il ragazzo attraverso le lenti. Non distingueva bene il colore degli occhi di lui, ma colse l'espressione seria, completamente differente a quella birichina di poco fa.«Anche gli Angle Oncantus sono immortali.» replicò il ragazzo. «Non puoi essertene dimenticata, Daphne.» ghignò il ragazzo.
Daphne fece un passo indietro, scossa da quelle parole e dai ricordi del passato. Dopo tanto tempo erano pressoché sfocati, come un lontano incubo. Ma talvolta tornavano prepotentemente, come se quei terribili eventi fossero capitati appena il giorno prima.
STAI LEGGENDO
New Age ||concorso twisted tales WIAItalia2016
Short StoryStoria creata per il Twisted Tales WIA. Chiudete gli occhi e immaginatevi di trovarvi in un luogo antico ma futuro. Chiudete gli occhi e immaginatevi navi volanti che solcano i cieli. Chiudete gli occhi e immaginatevi cappelli a cilindro dotati di...