Part two🌸

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Stavo volteggiando leggiadra con i pattini ai piedi nel parco di Strange, la cittadina dove sono nata, malfamata, curiosa e oserei dire... strana.
Ogni sera io e Alex guardavamo il notiziario per non essere fuori dal mondo e tutti i giorni c'era almeno una brutta notizia che si riferiva a Strange.

Stava diventando buio così decisi che sarebbe stato il caso di rientrare e sorbirmi il racconto di Alex sul suo pomeriggio di passione quando mi squillò il cellulare e mentre lo tiravo fuori dalla tasca per osservare il nome sul display inciampai sopra un sassolino che si infilò nelle ruote dei miei pattini e andai a sbattere contro un petto muscoloso, alzai la testa e un ragazzo con i capelli castani, occhi dorati e un sorriso molto irritante mi stava tenendo per i fianchi per evitare la mia disastrosa caduta.
Mi staccai subito e borbottai un "grazie", "figurati bellezza" mi rispose, sospirai e gli dissi "non chiamarmi così", "allora dimmi il tuo nome" non me lo chiese, pronunciò questa frase come se fosse una specie di ordine e io non prendo ordini da nessuno "Mmh, no" dissi sorridendo maliziosamente, lui trasalì leggermente, mi guardò stranito "io sono Evil" disse accennando un sorriso, "non te l'ho chiesto e non mi interessa più di tanto, comunque è un nome molto dolce, ci vediamo Evil" dissi in modo sarcastico e marcando quel nome che in fondo mi piaceva e mi incuteva un certo timore.
Me ne andai decisa sui miei pattini mentre lui mi gridò "È stato un piacere Catarina!", mi girai di scatto e spalancai gli occhi, stavo di nuovo perdendo l'equilibrio quando riuscii a recuperarlo e sfrecciare verso la comunità.
Quando entrai nella mia stanza nessuno mi saltò addosso quindi capii che Alexandra non era ancora tornata, andai in bagno e mi fissai allo specchio, mi legai i capelli in uno chignon disordinato e mi lavai la faccia, togliendo le lenti a contatto color marrone chiaro e mostrando i miei occhi verdi con le pupille verticali come i gatti.
Mi misi la mia maglietta larga che mi arrivava alle ginocchia e le calze calde ricamate dalla nonna, mi distesi sul letto e infilai le cuffie che pompavano musica Hard Rock e Heavy Metal dall' MP3 fino alle mie orecchie.
Pensai e ripensai, mi capitava spesso di perdermi nei miei pensieri più profondi e oscuri ma anche in quelli più frivoli e sciocchi che dopo la morte dei miei genitori erano davvero pochi, ogni tanto mi svegliavo urlando e madida di sudore con Alex che mi scuoteva e mi stringeva piangendo, non perchè avesse paura, tra le due sono sempre stata io la più forte ma era raro che Alexandra Oak avesse paura, semplicemente stava male se io soffrivo, proprio come dovrebbe essere tra migliori amiche. A quel punto io tiravo un gran sospiro di sollievo per essere uscita dall'incubo tremendo e la abbracciavo ripetendo sotto voce come fosse un mantra "è tutto apposto, shh, è tutto okay".
I miei pensieri contorti quali erano arrivarono subito a quel ragazzo dagli occhi dorati, Evil.
Tutto sommato non era niente male, soprattutto esteticamente, aveva dei bellissimi capelli castani tirati all'insù con un tocco di gel, dei jeans blu e una maglietta bianca molto semplice. Gli avevo stretto il petto per poco tempo ma avevo sentito tutta la sua forza .
Mi affacciai alla finestra e accesi una sigaretta, inspirai un po' di fumo e lo feci uscire fuori come se fosse una liberazione. come faceva a sapere il mio nome? Non l'avevo detto e non avevo nulla addosso che lo avrebbe potuto far capire, non riuscivo proprio a spiegarmelo....
I miei pensieri furono interrotti da Alex che entrò sbattendo la porta, buttai la sigaretta e mi girai verso di lei che stava singhiozzando pesantemente e grossi lacrimoni scendevano sulla sua guancia leggermente violacea, in un attimo mi ritrovai accanto a lei, che sobbalzò per la paura, gli accarezzai la guancia e con rabbia gli chiesi "chi è stato?", "Cat, Edward, usciti dal locale mi ha portata in un vicolo e ha cercato di toccarmi..." singhiozzò e continuò "mi sono ribellata e mi ha colpita in faccia, dopodiché sono corsa via e eccomi qui"
Io ringhiai e le dissi "sto per prendere un'altro richiamo" uscii, con la mia velocità e sbattei fortissimo la porta. Nessuno poteva toccarla.

Con il mio istinto riuscii subito a capire che si trovava nella caffetteria situata nella zona dei ragazzi che a noi era vietata varcare, ma io me ne fregai altamente.
Arrivai ai tavolini del bar dove era seduto con i suoi amici a ridere sguaiatamente come se non fosse successo nulla, come se non avesse tirato un pugno in faccia alla persona più importante della mia vita. Appena mi avvicinai a loro smisero di parlare, un ragazzo con capelli biondi e occhi azzurri chiese "ma che ci fa lei qui?", io feci finta di niente e mi scaraventai su Edward che mi guardava stupito, sentii paura e curiosità nel suo animo, lo presi per il colletto e lo sbattei per terra, si radunò un gruppo formato da soli ragazzi intorno a noi e gli salii a cavalcioni mentre gli tirai un pugno, molto forte, troppo forte per una ragazza di cinquanta kili per un metro e settanta, sicuramente se ne sarebbero accorti, presa dal panico mi fermai e la mi mano rimase in aria con le nocche spaccate, ad Edward cominciò a sanguinare il naso e disse debolmente "i tuoi occhi", solo allora mi accorsi che non mi ero rimessa le lenti a contatto , uscendo di corsa dalla stanza, ma poi come aveva osato quel verme rivolgermi la parola? Sentivo molto baccano intorno a me, presa da una furia cieca comincia a tiragli una raffica di pugni in faccia finché non si riconobbe quasi più la forma del viso, ad un certo punto un paio di braccia forti e possenti mi tirarono via da Edward e io scalpitai tirando calci in aria, finché non mi sentii di nuovo a terra.
Edward era inerme e due ragazzi lo portarono di corsa in infermeria e io mi girai, guardai il proprietario delle braccia che mi avevano tirato via dalla mia vittima, "Evil" sputai acida, "Ehi Cat, curiosi i tuoi occhi, ti conviene venire con me" lo guardai in malo modo e gli sfilai gli occhiali da sole sulla testa per mettermeli io, in modo da coprire il mio sguardo "direi che ora sono apposto e non devo andare con nessuno" dissi con aria di sfida, "oppure puoi fare così, certo" disse sorridendo
Cos'aveva da sorridere? Stavo per tirare un pugno anche a lui quando mi sentii chiamare da una voce familiare, Alex mi veniva in contro correndo, mi abbracciò e disse "Cat, ma cos'hai fatto? Non potremmo stare qui lo sai, ho visto Edward mentre lo portavano in infermeria, era irriconoscibile, hai esagerato, e poi..." solo allora girando la testa verso destra si accorse di Evil che la fissava, Alex si schiarii la voce e lo guardò a sua volta, lui avvicinò la mano e si presentò come mio amico, allora Alexandra si girò verso di me stupita del fatto che io non le avessi detto nulla, "non è un mio amico" sputai, "non sei un mio amico" dissi a lui, "tutto molto commovente, vi siete presentati e ora ce ne andiamo", "ciao Evil, non è stato per niente piacevole" presi Alex per la manica e cominciai ad incamminarmi quando lui disse "per me lo è stato, Cat", mi bloccai di colpo e lo raggiunsi velocemente ma lui non se ne accorse neppure e non si mosse di un millimetro, "non so chi tu sia o cosa sia effettivamente ma stammi alla larga, hai capito?" Gli dissi
"Cercherò di farlo, anche se sarà difficile, sei così carina" disse accarezzandomi il viso, io mi bloccai un attimo, quel piccolo e dolce contatto aveva scaturito dei brividi che mi partivano dallo stomaco fino al basso ventre e lui l'aveva capito perché ora sorrideva soddisfatto, io gli spostai la mano con uno schiaffetto, "poi con i miei occhiali da sola addosso, sei estremamente sexy" mi disse quasi nell'orecchio, io lo allontanai con una spintarella ma di nuovo non si mosse di un millimetro "non toccarmi, stai attento" dissi, e mi riavvicinai ad Alex che mi guardava sempre più confusa.
Chi era veramente quel ragazzo?
Perchè non si era stupito più di tanto per i miei occhi?
Cosa ci faceva li?
Alex mi guardò maliziosa, io scossi la testa e le diedi la mano, camminammo così fino al dormitorio, l'indomani ci sarebbero state grosse conseguenze per me, ma ora volevo solo farmi una bella dormita sognando tempeste e pattini a rotelle.

WheelstormWhere stories live. Discover now