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《Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza

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《Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.》

- Khalil Gibran

♢♢

La fastidiosa sveglia da piú di dieci minuti non smette di suonare, cosí, Jungkook con molta fatica si alza dal suo letto caldo e si prepara per andare all'università.

Anche oggi é solo, come sempre. É da undici anni che vive in completa solitudine.

I suoi genitori sono morti d'avanti ai suoi occhi.

Era una giornata tranquilla e come ogni famiglia erano riuniti per pranzare. Quando un suo coetaneo si intrufola nella sua piccola casa.

I genitori per proteggere la loro piccola creatura, nascondono il bambino all'interno di un'armadio, per poi essere mangiati da quel piccolo ghoul affamato. Quanti anni poteva avere, dieci? Undici?

Ma Jungkook lo ricorda, si ricorda persino della sua altezza o del colore dei suoi occhi. Da quel giorno disprezza i ghoul, quelle creature che mangiano gli esseri umani, li odia.
Ma adesso é cambiato, é diventato piú forte.

In tutti questi anni si é costruito uno scudo per difendersi dal mondo. Ora é imbattibile e non si ferma d'avanti a qualche ostacolo. É invincibile.

Il pomeriggio lavora alla CCG, lavorano tanti detective proprio come lui per sconfiggere i ghoul e proteggere Seoul.

Appena entra nell'università, diversamente dagli altri giorni ci sono piú studenti, cosí é costretto a sedersi in fondo all'aula.

Esce dalla cartella un quaderno alla quale segna gli appunti.

Un particolare lo distrae e cosí al posto di ascoltare la spiegazione dell'insegnante si concentra a studiare il volto del ragazzo seduto accanto a lui.

É da un mese che frequenta le lezioni, ma nessuno gli parla o meglio, non lo ha mai visto parlare con qualcuno. Lo ritiene un ragazzo misterioso, ma anche molto bello.

Ha la pelle chiara come la sua, i suoi capelli sono tinti su un biondo platino e le labbra sono la cosa piú bella che abbia mai visto. Sembra un bambola di porcellana, lo guarderebbe per ore.

Il ragazzo sentendosi osservato decide di rivolgergli la parola.

-"Perché mi guardi?" Chiede quasi disinteressato.

-"É la prima volta che ti vedo quí." Risponde molto tranquillamente.

In realtá non é questo il motivo, ma non puó di certo dire "Perché sei bellissimo." Lo prenderebbe per pazzo.

-"Frequento questa universitá da un mese. É strano che non hai notato la mia presenza." Risponde osservando senza interesse la lezione.

-" Forse perché non parli mai... non so. Comunque, perché sei quí?" Cerca di allungare la conversazione. Ci tiene molto a fare amicizia con quel ragazzo strano.

-"Perché mi interessa la mentalitá degli umani." Afferma come se fosse la cosa piú normale del mondo.

-"Anche a me piace molto la psicologia." Ride un pó ricordandosi cosa ha passato per arrivare fino quí.

Non é mai stato uno studente modello, ci ha provato, ma non era il risultato che voleva raggiungere.

-"Vuoi diventare uno psicologo?" Chiede al ragazzo tinto di biondo che non fa altro che squadrarlo.

-"No, tu?"

-"No!" Ride. É buffo, studiano psicologia, ma non vorrebbero essere dei veri psicologi.

Finalmente le lezioni finiscono, ma nessuno dei due ha voglia di separarsi. Vorrebbero conoscersi a vicenda.

-"Che ne dici di andare a prendere qualcosa al bar?" Propone il biondino.

Jungkook accetta l'invito.

Appena arrivano ad un bar chiamato 'Anteiku', si siedono al primo tavolo che trovano libero.

-"Non sapevo che vicino alla scuola ci fosse un bar cosí carino!" Esclama il moro.

-"Vengo quí ogni giorno per leggere un libro."

-"Che tipo di libri leggi?" Il minore ama molto la lettura. É l'unica cosa che é riuscito a portargli compagnia.

-"Ultimamente i libri di Sigmund Freud mi interessano molto."

-"Adoro quello scrittore.
Comunque, che prendi?" Con il menú in mano cerca di trovare qualcosa che gli interessa. Mentre il cameriere aspetta una loro risposta

-"Caffé." Dice.

-"Uhm, io prendo un milkshake." Il cameriere dopo aver scritto le prenotazioni, se ne va.

-"Comunque non mi sono presentato. Sono Jeon Jungkook." Gli porge la mano.
-"Kim Taehyung." La stringe.

A quel contatto il minore sente una brutta sensazione, sente che quel ragazzo lo ha giá incontrato e sente anche che il loro incontro non é stato molto bello.

Taehyung invece si ricorda bene di lui, si ricorda di tutte le prede e questa volta non gli sarebbe sfuggito.

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