Capitolo 13

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Vidi il soldato allontanarsi, sempre di più. Mi sentivo libera, finalmente ero libera, non riuscivo a capire cosa stesse accadendo ma sentivo qualcosa dentro di me, una felicità immensa.C'ero io, mia madre, i miei fratelli, mio padre, nessuna traccia di armi o violenza.
L'unico soldato che c'era ma di lì a poco sarebbe scomparso dalle nostre vite, era lui, Christopher.
Mi guardava con quello sguardo perso nel vuoto, perso nei pensieri, nei rimorsi, nei ricordi.
Io con fare combattivo e deciso, ero fiera di me stessa.Ero uscita vincitrice da quell'inferno, con un sorriso sulle labbra ma lo sguardo ancora perso nella tristezza.
Christopher non mi toglieva gli occhi di dosso, come era solito fare, ma oramai non mi interessava più.
Ero libera, viva.
A un certo punto però iniziai a sentire il suo respiro affannoso sul collo, sulle guance, anche se era proprio davanti a me.Non capivo, mi sentivo strana, confusa.Sentivo la curva del mio sorriso abbassarsi sempre di più e mutarsi in una smorfia di terrore, di paura, di incomprensione.
Giravo lo sguardo da un lato all'altro, la mia famiglia, la pace, stavano scomparendo in una nebbia di colore grigio scuro, tendente al nero, senza pietà.
Nemmeno il tempo di fantasticare sulla nostra nuova vita, che sentivo l'incubo sempre più vicino, sempre più reale.
Volsi lo sguardo verso il soldato, che non aveva mai spostato il suo dal mio e iniziai a piangere.
Erano lacrime rosse, sentivo circolare il sangue di tutte quelle persone, compresa la mia famiglia, che sapevo fossero morte in quel luogo, in quel campo.
Il respiro affannoso si faceva sempre più pesante, riuscivo ad avvertirlo sempre di più sulla mia pelle che stava diventando dinuovo consumata e morente.
Decisi dunque di voltarmi per vedere con i miei occhi se il respiro che io tanto ricordavo, fosse proprio di quella persona, di quell'uomo.
E infatti era il suo.
Era proprio lui, lo ritrovai a qualche centimetro da me, con il suo respiro sempre più apostrofato.
Mi bastò fissare il suo sguardo di ghiaccio, per sapere che tutto quello non era finito, no.
Ancora no.
Quindi mi abbandonai a una sensazione di angoscia e, con le guance ancora macchiate di rosso, chiusi gli occhi, sperando per la prima volta che quello fosse veramente solo un brutto sogno.

*My Space*
capitolo breve... spero che almeno le immagini di cui parlo siano bene recepite e vissute nella propria immaginazione ~
Baci, Sara c:

Speranza NeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora