Oggi sono sereno, piccola. Forse mi sono solo svegliato col piede giusto, non lo so, ma mi sento bene come non succedeva da cinque mesi. Beh, insomma, non esattamente allo stesso modo, ma abbastanza bene da svegliarmi col sorriso, abbastanza bene da scriverlo senza provare rimorso. Devo considerarlo come un inizio? Come la fine delle lacrime nascoste nel cuscino? Sinceramente, non ne sono così sicuro... ma mi sono svegliato bene, la giornata è stata buona. La vita, per un giorno, è andata meglio del solito. È andata proprio bene in realtà. Dall'inizio alla fine - o almeno fino a adesso, devo ancora far addormentare Luna.
Ieri sera mi sono addormentato col pensiero che oggi sarebbero stati cinque mesi dall'ultima volta che ti ho vista. Ero triste. Quasi devastato, come ogni volta che mi torni in mente e non vuoi uscirne più. Triste perché mi manchi da impazzire. Triste perché per un attimo ho immaginato di poter chiudere gli occhi, di contare fino a tre e poi riaprirli, trovandoti con me. Triste, quando mi sono reso conto che fosse solamente un bel sogno ad occhi aperti. Ma quello che oggi mi rende allegro è che ieri non mi sono accorto dell'altra faccia della medaglia. Perché, sì, sono cinque mesi che non ci sei e fa ancora male da morire; ma sono anche cinque mesi che è nata Luna.
E, non lo so, stamattina mi sono svegliato con quella consapevolezza. Pensando di non dover pensare che sarebbe stata una brutta giornata. Pensando di dover ringraziare qualcuno lassù se almeno mi è rimasta lei, se non mi è stato portato via tutto - tutto il resto, oltre te. Tra l'altro, mi sono svegliato quasi all'improvviso, perché l'ho sentita ridere... ed ero ancora mezzo addormentato, ma improvvisamente è venuto da ridere anche a me, quando ho finalmente aperto gli occhi e mi sono accorto di farle il solletico. Con la barba che non ho mai il tempo di tagliare. Ho riso, perché muovendosi nel sonno è arrivata a sdraiarsi sul mio braccio, abbracciata al mio bicipite e col viso accoccolato nel mio collo, a respirarmi addosso senza fare alcun rumore e senza dare alcun fastidio. Ho riso, ho davvero iniziato la giornata ridendo, perché era semplicemente la cosa più adorabile che avessi mai visto. Tanto adorabile da farmi dimenticare completamente quanto fossi distrutto, triste e irritabile, a malapena sei ore prima.
E l'ho salutata come ogni altra mattina, baciandola su quelle labbra minuscole e sussurrandole il buongiorno con la solita voce roca che ha chi si è appena svegliato. Ho riso anche più forte. Perché non volendo le avevo fatto di nuovo il solletico... ed era talmente bella da ascoltare, quella risata, che non sono riuscito a fermarmi e l'ho presa in braccio all'improvviso e l'ho riempita di baci ovunque riuscissi ad arrivare, facendole le pernacchie sulla pancia, prendendola completamente di sorpresa. E rideva. Rideva e basta, tanto forte e inaspettata da spaventare mia madre, credo.
Ha dormito qui, credo che ogni tanto voglia tenermi d'occhio, vedere di persona come me la cavo. Ed è entrata in camera nostra come un uragano, con i capelli arruffati dal sonno e una mano sul cuore come a fermare l'infarto imminente o solo per cercare di riprendersi dallo spavento. Credo fosse solo perché non se lo aspettava - non alle sei del mattino almeno. Ma poi ha scosso la testa e si è messa a ridere anche lei; abbastanza da farmi distrarre e stringermi Luna al petto, semplicemente come volessi tenerla tutta per me mentre lei ancora non la smetteva di ridere... come non avesse alcuna preoccupazione addosso. E per un attimo l'ho invidiata, profondamente, con tutto me stesso.
Tanto da desiderare di stare a casa tutto il giorno a tenerla stretta, come potesse servire a togliermi di dosso almeno una preoccupazione o due, o almeno abbastanza da farmi provare a respirare a dovere. Così ho chiamato al lavoro, e per fortuna solo riuscito a far capire a Liam che per una volta avevo bisogno di stare a casa perché stavamo bene, non il contrario.
Deve essere stata la cosa più strana di sempre.
Comunque sono stato tutto il giorno con lei, non sono riuscito a staccarmi un attimo. E le ho parlato tutto il giorno, una di quelle bellissime conversazioni a senso unico e apparentemente senza alcun senso; quasi come un monologo, con l'unica differenza che lei capisce ogni singola parola che mi esce dalle labbra, la assimila, e sembra anche volermi rispondere... non può, perché ancora non sa parlare, quindi lo fa solo con gli occhi. Sono risposte mute, ma io le sento. E le rispondo ancora e ancora, finché non ho più fiato e non ho più voce. Perché mi rilassa. Perché riempie la tua assenza. Perché tua figlia ama la mia voce.
E forse sono completamente pazzo.
Forse niente di tutto questo ha alcun senso. Non per il resto del mondo, perlomeno. Ma ha senso per me, se posso sentirla ridere così e vederla guardarmi in quel modo anche domani come oggi, è il giorno dopo, e quello dopo ancora. Ha senso per Luna, perché è l'unica realtà che conosce. E credo che, nonostante la follia di tutta questa situazione, in qualche modo avrebbe senso anche per te.
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Luna [z.m. au]
FanfictionDi una bambina di nome Luna. E di quelle lettere trovate in soffitta, lettere che parlano di lei, una dopo l'altra. Di lei, e dell'amore infinito che suo padre provava per sua madre.