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Non credevo, ma mi sento davvero meglio quando ti scrivo. Credevo mi sarei sentito solo un cretino a buttar giù una lettera per te che non la leggerai mai, invece mi ha come liberato di un peso enorme dalle spalle. Non ci credevo, ma in qualche modo è terapeutico - lo è anche solo immaginare l'espressione che potresti fare se leggessi - mi aiuta a scaricare il nervosismo, la rabbia; mi aiuta ad addormentarmi dopo la più pesante delle giornate; mi aiuta ad andare avanti, il solo sapere di poter scrivere tutto, di poter registrare ognuna delle emozioni che ancora faccio fatica a capire, che non avevo mai provato prima. Prima di perdere te, prima di avere lei.
Anche a Liam è piaciuta, quest'idea delle lettere... e mi ha chiesto cosa provassi di nuovo, come mi facesse sentire tutta questa situazione. Ho scosso la testa, gli ho detto che non lo sapevo. E lui non ha insistito, anche se penso abbia capito perfettamente che stessi mentendo... non sono nemmeno mai stato bravo a farlo, lo sai, ma non posso dirgli come mi sento, non riesco a parlarne, non posso sfogarmi con nessuno. Perché nessuno lo capirebbe, come mi sento davvero. Nessuno capirebbe la rabbia, la confusione, il sentirsi completamente perso e fuori fase ventiquattro ore su ventiquattro. Nessuno capirebbe il senso di colpa o la mancanza di sonno che mi porto dietro da settimane. Nessuno capirebbe come mi sento a prendere in braccio mia figlia, voltarmi e non vedere sua madre ferma sullo stipite della porta che ci guarda e trattiene un sorriso. Nessuno lo capirebbe perché nessuno è o è mai stato nella mia stessa situazione.
Ma ad essere sincero inizio ad essere troppo impegnato e concentrato su Luna per preoccuparmi che qualcuno mi capisca. Hai presente tutte quelle paranoie delle quali ridevamo al vederle addosso a tutti quei papà al corso pre-parto? Inizio a soffrirne anche io, piccola. E scoppieresti a ridere se mi vedessi, sul serio. Tua madre mi ha chiaramente detto in faccia che sono esilarante quando la prendo in braccio e me la stringo contro - e sorrideva, anche se a malapena. E sarò anche esilarante, ma non riesco a farne a meno... ho preso l'abitudine di togliermi la maglietta prima di prenderla, perché ho scoperto di aver ragione, era il calore corporeo che le piaceva, che la fa smettere di piangere; e penso le piaccia il mio collo, ci posa in automatico la manina quando la tengo stretta. Dovresti vederle, quelle manine. E quei piedini. È talmente piccola... mi rende davvero paranoico, a volte. E se la prendessi male e mi cadesse? E se la stringessi troppo forte? Ho la mente colma di tutti questi "e se" che quasi mi impediscono di dormire, quelle poche volte che ne ho il tempo.
Dormo con lei, comunque. Le faccio da scudo, raggomitolati nel tuo piumone. Quindi in un certo senso va un po' meglio - lei dorme più tranquilla, anche se si sveglia comunque per mangiare alle tre, e io dormo più sereno ad avercela vicina, a sentirla addosso anche minuscola com'è. Non riesco più a lasciarla andare... scusami, amore, ma davvero non ci riesco. L'ho allontanata i primi giorni perché non volevo vivere in un mondo senza di te, ma ora, dopo un paio di settimane, mi sono reso conto che forse ce la posso anche fare, se solo mi tengo stretta l'unica parte di te che è rimasta.
Rimasta al mondo intero, non solo a me.
Oh, iniziano a crescerle i capelli... e credo di aver sorriso come un idiota non appena mi sono accorto di che colore sono. È rossa, come te. Forse é più castana, ma il riflesso rosso c'è, si vede anche nella penombra. Ed è bellissima, non c'è niente da dire a proposito. Talmente bella che c'è da rimanere ore a guardarla dormire, solo per rendersi conto che schiude le labbra e quando respira gonfia le guance, o per accorgersi che stringe le sue manine paffute come se cercasse qualcosa, e sembra indispettirsi quando non lo trova - quando non mi trova. Sai, mi sento un po' in colpa. Come se ti stessi lasciando andare troppo in fretta, come se ti stessi rimpiazzando. Lo so che non è vero, e lo sai che non ti rimpiazzerei mai... è solo che non credevo di poter accettare questa bambina così in fretta; credevo mi sarei rifiutato di toccarla per settimane, credevo di non riuscire nemmeno a guardarla, o che il suo pianto mi desse terribilmente fastidio. Poche settimane, e mi sono abitato a tenerla in braccio, forse anche perché è un po' come abbracciare te; mi sono abituato a guardarla tanto che non riesco quasi a smettere di farlo; e il suo pianto è fastidioso, ma non irritante, non più- mi dà più fastidio preoccuparmi per lei ed essere diventato terribilmente paranoico, piuttosto che il suo pianto in sé.
È fastidiosa solo fino ad un certo punto.
Come qualcuno di mia conoscenza.
Qualcuno che vorrei qui, terribilmente.
Perché ti vorrei qui ad aiutarmi, amore. Ti vorrei qui perché Luna si merita anche una mamma, non solo un papà che fa ancora fatica a comprare i pannolini al supermercato. Ti vorrei qui per quei momenti in cui penso che non ce la posso fare ad andare avanti, per quelli in cui mi serve una pausa anche solo di dieci minuti e per quelli nei quali solo respirare l'odore del tuo shampoo dopo una giornata di merda mi faceva sentire meglio. Ti vorrei qui perché ho bisogno di te, è una di quelle cose di cui avrò sempre bisogno. Ti vorrei qui perché ti amo, e improvvisamente tutto questo amore non so a chi darlo, non so quasi cosa farmene.
Dici che posso farne quello che voglio, del mio amore per te?
Dici che posso darne almeno un po' a lei?

Luna [z.m. au]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora