Essere un tributo V

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Il giorno dopo è dedicato alla sessione privata di allenamento davanti agli Strateghi: mostreremo loro una nostra abilità e ci valuteranno, i voti saranno detti in TV questa sera e influenzeranno la decisione degli sponsor. A colazione, la prima cosa che ci dice Gloss è questa:

-Un buon punteggio farà di voi dei buoni Tributi, e i buoni tributi sono quelli che diventano Favoriti a tutti gli effetti e poi, il migliore fra loro, Vincitore.-

-Non ho esattamente capit...- dice Marvel, ma Domithia lo interrompe:

-Ragazzi! Perchè perdete tutto questo tempo?! Cosa ci fate ancora qui?! Spero che non vi presentiate così agli Strateghi!! Tu, Marvel, hai la tuta macchiata di cioccolata e tu, Glimmer, fammi il favore di pettinarti decentemente una buona volta! È proprio il caso di chiamare i vostri stilisti che vi sistemino, avete tempo fino a mezzogiorno.-

-Nooo Domithia, ti prego, non chiamare Tressa, non la sopporto più!!- dico io, esasperata.

-Questo è un esempio di profonda maleducazione, Glimmer, da una ragazza del Distretto 1 non me lo sarei mai aspettato!- ribatte l'accompagnatrice, stizzita.

-Ho solo detto quello che penso.- bofonchio, poi mi alzo e me ne vado in camera a preparmi. Quel cretino di Marvel mi segue a ruota, spiegando che ha così tanta paura di Domithia da non essere riuscito nemmeno a difendere "l'amore della sua vita", che poi sarei io.

Sono così schifata da non sapere cosa rispondere, perciò mi avvio verso camera mia in silenzio, e chiudo la porta a chiave.

Mi pettino i capelli in due trecce a lisca di pesce e indosso un'altra tuta, diversa da quella che avevo prima e, spero, diversa anche da quella di Marvel. La tuta è tutta nera, contrassegnata da un numero 1 a caratteri dorati sulla spalla sinistra.

Quando esco dalla stanza, vedo il mio compagno di Distretto, la cui tuta, purtroppo, è molto simile alla mia, con la differenza che il numero 1 è cucito sulla spalla destra.

Domithia arriva di corsa, con la parrucca un po' storta per la fretta, e ci accompagna nell'ascensore.

-È tardi, tardissimo, è terribilmente tardi! Tar-dis-si-mo!!!-

-Guarda che sono solo le 11.45- dico io mentre esco dall'ascensore, indicando il grande orologio appeso a una parete del sontuoso atrio.

Domithia ci scorta in una stanza con 24 sedie, sistemate a coppie. io e Marvel ci dirigiamo in prima fila, e ci sediamo su quelle contrassegnate dal numero 1. Gli unici ad essere già arrivati sono Cato e Clove, che ci salutano e iniziano a raccontarci:

-Non avete idea, i mentori si sono arrabbiati come non mai per il mio litigio con Otto!- dice lui sbuffando.

-Dài, ora però ti hanno perdonato e sei ancora tu il loro preferito!- dice Clove, e subito scoppia a ridere.

-Forse di Brutus non più, oggi a colazione stava per tirarmi un pugno!- ribatte Cato.

-Non ci credo nanche se lo vedo!- esclama lei appoggiandosi allo schienale della sedia, e Cato le mette un braccio attorno alle spalle.

Marvel cerca di imitarlo, ma io mi scanso in tempo e lui dà accidentalmente un colpo allo schienale metallico.

Siccome vengono esaminati prima il maschio poi la femmina per ogni Distretto e ovviamente si inizia dall'1, Marvel è il primo ad essere chiamato.

-Hei Glim, un bacio d'incoraggiamento?- mi chiede prima di entrare.

-Sparisci, obbrobrio.- gli rispondo secca.

Come sempre dopo una delle tentate avances di Marvel e del mio inevitabile rifiuto, Cato e Clove scoppiano a ridere. Il mio compagno di Distretto entra e Cato fa in tempo a gridargli "buona fortuna!" prima che la porta si chiuda.

Circa un quarto d'ora dopo, sento un altoparlante pronunciare il mio nome, e mi dirigo verso la palestra.

Cato mi sorride e Clove mi dice:

-Fagli vedere chi comanda!-

Entro, saluto educatamnte gli Strateghi e mi dirigo sicura verso la postazione di tiro con l'arco, incocco una freccia e tiro. Non riesco a colpire il manichino, ma non importa.

-Scusate, di solito tiro molto meglio.- dico.

-Oh, certo, capisco.- dice Seneca Crane, il primo Stratega.

Dopodiché, mi esibisco in una serie di ruote, rondate e capovolte, che sembrano lasciare gli Strateghi a bocca aperta. Seneca mi congeda, io mi inchino elegantemente ed esco.

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