Capitolo 4 (pov. John)

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-Ciao john ci si vede in giro- mi saluta battendomi il cinque Enrico.
-Okei ciao,buon ritorno a casa allora-
-Grazieee-mi urla lui chiudendo la porta e dirigendosi giù per le scale.
È da ormai 5 anni che abito in un appartamento del campus scolastico.Si può dire che questa sia quasi la mia casa.Una casa che fino a 2 minuti fa dividevo con il mio amico e che adesso é solo mia. Dannato Enrico che ha deciso già di convivere con la sua ragazza a questa età.Non poteva aspettare giusto il tempo che mm ..io trovassi un lavoro?
Dopo aver sbuffato per la ventesima volta mi dirigo verso il mio zaino per iniziare a fare i compiti di italiano.
Apro il quaderno e leggo -Descrivete il pensiero delle opere di Leopardi in 250 righe e cominciate a leggere le novelle di Verga-
-Sarà davvero un pomeriggio portentoso-penso alzando gli occhi al cielo.
Impugno la penna e incomincio a scrivere per circa un oretta fino a quando gli occhi non iniziano a chiudersi da soli e cado in in sonno profondo.

Mi ritrovo in una strada buia e deserta.
Mi guardo in giro,ma non vedo nessuno.Sto incominciando a tremare. Ho paura. Dov'é la mamma?aveva detto di aspettarla qua fuori e di non muovermi,ma lei non c'è. Mi ha abbandonato..no la la mamma non potrebbe mai farmi questo lei mi vuole bene.
-John piccolo John sono qua-
Questa è la voce della mamma..eccola allora non mi ha abbandonato.Le corro incontro per abbracciarla,ma nel frattempo vicino a noi appare una luce.
Appartiene ad una macchina come le macchinine giocattolo che mi compra sempre la mamma,ma questa è più grande e sta andando velocissimo proprio in direzione ...della mamma.
-Mammaaa attenta mammaa- le urlo cercando di trattenere le lacrime
Ma in quell'esatto momento la macchina la travolge e lei si ritrova riversa per terra in una pozza di sangue
-Mamma riprenditi..mamma sono io John,il tuo piccolo John.Mamma mi avevi promesso che non mi avresti abbandonato.Mammaaaaaa-le urlo strattonandola per le braccia,ma lei non risponde.
Mi accosto vicino alle sue labbra per sentirle il respiro,ma ormai non respira più.
Mi accascio al suolo tenendomi le ginocchia ,mentre le lacrime scendono a fiotti sulle mie guance. Adesso sono solo davvero solo.

-Mamma,mamma,mamma-ripeto urlando. Mi alzo dalla sedia con il cuore che mi batte a mille e le lacrime agli occhi. É sempre lo stesso sogno che mi perseguita ogni volta che chiudo gli occhi. La mamma. L'ho persa quando avevo 6 anni a causa di quel pazzo omicida che guidava ubriaco e da quel momento la mia vita è cambiata. I miei rapporti con papà che già erano tesi sono diventati insostenibili ed é per questo che ormai abito a tempo indeterminato in questo appartamento.
Okei basta con la depressione é ora di cucinare qualcosa di buono per la cena e soprattutto di sistemare la casa,perché domani mattina arriverà il mio nuovo coinquilino.Non so davvero cosa aspettarmi. Spero vivamente che sia un tipo che si faccia i cazzi suoi perché io faccio sempre quello che voglio con chi voglio e nessuno mi metterà i bastoni tra le ruote.Nessuno.

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