Capitolo 3 (pov.Liam)

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Sono le 4 del pomeriggio quando io e Sofia torniamo a casa.
-Bentornati tesori- ci urla la mamma stritolandoci in un abbraccio.
-Ciao Mami- rispondiamo noi in coro
-Ragazzi tenevi pronti stasera vi preparo una cenetta squisita a base di pasta al forno e polpettone,quindi niente merenda-  -sii mammma- le rispondo mentre salgo le scale per andare in camera mia.
Mia madre é sempre stata così:ci tratta da bambini nonostante abbiamo 18 e 17 anni ,però in fin dei conti ci vuole molto bene e lo ha sempre dimostrato. C'è sempre per noi e fa qualsiasi cosa per renderci felici.
Vorrei dire la stessa cosa di papà ma lui è completamente diverso: é un uomo severo e all'antica.Con lui non si può parlare,ma soprattutto non potrò mai dirgli del mio orientamento sessuale perché mi ucciderebbe. Anzi sempre che non mi uccida prima da solo..non ne posso più più di fingere.
Mi accascio sul letto abbracciando il cuscino ,mentre piccole lacrime cominciano a scendere dai miei occhi. Non riesco proprio a fermarle. Perché dovevo nascere diverso?perché non potevano semplicemente piacermi le donne?Perchè?sono così stanco di fingere di essere il ragazzo donnaiolo che si fa tutte. Vorrei essere solo me stesso.
Due ore dopo apro gli occhi e mi accorgo di essermi addormentato.Guardò l'orologio ed é quasi ora di cena.Mi incammino per le scale e mi siedo a tavola aspettando il resto della famiglia.
Dopo aver trascorso una lunga cena in cui mio padre non ha fatto altro che parlare di quanto la scuola sia importante per il futuro,prendo le chiavi della macchina e mi avvio verso casa di Anna.
Arrivato davanti alla porta suono il campanello e viene ad aprirmi Anna coperta solo da un accappatoio-Oh sei arrivato finalmente!entra stasera siamo soli!- Le faccio il sorriso più radioso del mondo ,ma dentro di me sto morendo e so che mi aspetterà una lungaaa serata.

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