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23 Ottobre 1984

Izzy's POV

C'era talmente tanta nebbia che non riuscivo a vedere nulla, sembrava di camminare nel vuoto. Non capivo perché ma mi sentivo il cuore in gola, probabilmente perché ero solo e non sapevo dove andare. Che diavolo mi era successo? Le possibilità erano due: o era stramaledettamente fatto o...

«Svegliati sfigato, hai visto che ore sono?» mi rimbombò la voce di Will in testa.

Doveva essere assolutamente la seconda possibilità, stavo sognando, o forse lo erano entrambe. Si, dovevano essere sicuramente entrambe, la sera prima non ci eravamo limitati solo a bere. Non che fosse una cosa strana per noi, era diventata quasi una routine mischiare alcol e droga. Forse sarei dovuto andare in uno di quei fottuti centri di riabilitazione o in qualche associazione tipo l'A.A., l'Alcolisti Anonimi.

«Che ore sono?» biascicai.

«Le 10:47, sbrigati. Dobbiamo andare alle prove»

Per una buona volta che riuscivo a dormire fino a tardi Axl doveva svegliarmi per andare da quei tre babbei, fantastico. Non che non mi piacesse suonare con i ragazzi, sia chiaro. Avevo solo bisogno di più ore di sonno.

Andai velocemente in bagno, mi lavai la faccia e poi i denti. Dopo aver sputato l'acqua che avevo in bocca alzai il capo verso lo specchio e mi presi un colpo. Dio, avevo un aspetto orribile. Ero bianco come uno straccio e nonostante il dentifricio il mio alito puzzava ancora di Jack Daniel's.
Presi un paio di pantaloni e una maglietta bianca dal mio armadio e mi precipitai fuori casa. Salii di fretta in macchina dove Axl mi stava già aspettando.

"Possiamo andare Rose»

«Bene»

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Axl's POV

Erano già le 11:03 e ci saremmo dovuti incontrare con Steven ben 20 minuti fa. Jeff, o come lo chiamiamo noi Izzy, sapeva le regole del nostro accordo: essere sempre puntuali per le prove. Forse era per questo che facevamo schifo come complesso. Nessuno di noi rispettava mai le regole che ci eravamo imposti.
Era quasi un quarto d'ora che lo stavo aspettando in macchina, dove era finito quell'imbecille?
Dopo aver finito di formulare quel pensiero nella mia testa lo vidi spuntare da dietro l'angolo di quella che chiamavamo 'casa'. Fece una corsetta lenta ed entrò in macchina.

«Possiamo andare Rose»

«Bene» gli risposi io.

Misi in moto quel cartoccio di macchina che avevo e partimmo.
Non parlammo praticamente per tutto il tragitto fino a quando:

«Will?» ruppe il silenzio.

«Te l'ho già detto, non Will ma Axl»

«Va bene Rose, va bene. Da quanto cazzo è che non dormi? Hai delle occhiaie più nere del catrame.»

«Lo Isbell che mi ami perché sono il ragazzo con più fascino al mondo e che ti preoccupi per me» dissi scherzando «ma non urlare i tuoi sentimenti ai quattro venti, contieniti.»

«Vorrei solo arrivare da Stevie senza che tu ti addormenta sul volante, sai che intendo, senza che la nostra macchina si schianti»

«La MIA macchina» dissi sottolineando la parola 'mia'.

«Come vuoi.»

«Tre, comunque.»

«Tre cosa?»

«Non chiudo occhio da tre giorni.»

«Scherzi?»

Mi voltai velocemente verso di lui volgendogli uno sguardo dicendogli «Ti sembra che stia scherzando?» poi ripresi a guardare la strada davanti a me.

«Te sei pazzo»

«Lo so bello, lo so.»

Tre fottuti giorni che non riuscivo a dormire. Sarà stata la troppa caffeina o le troppe dosi di coca ma per me il sonno sembrava non voler arrivare. Izzy aveva ragione, avevo delle occhiaie da spavento. E ad essere sinceri forse in quel momento una dormitina me la sarei fatta.

In un modo o nell'altro riuscii a guidare fino alla baracca di Steven.
Lì davanti al garage c'era Hudson con un'espressione abbastanza incazzata, anche se non ne ero del tutto certo per via dei capelli sulla faccia.

Non avevo neanche finito di parcheggiare quando lui si avvicinò alla portiera della mia macchina aprendola e tirandomi giù sull'asfalto. Lo conoscevo troppo bene quel figlio di puttana, era incazzato, eccome se lo era.

out ta get me [gnr]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora