XI

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26 Ottobre 1984

Grace's POV

Non c'era neanche il bisogno di prendere la macchina per arrivare alla centrale di polizia siccome era a due passi dalla casa di mio fratello. Era il distretto 5 di Lafayette e nonostante fossimo in un piccolo quartiere era pieno di gente. Una donna anziana insieme ad una più giovane erano sedute davanti ad una scrivania mentre un agente scriveva un modulo. Poco più in là due ragazzi ammanettati l'uno vicino all'altro.

«Vieni, andiamo a dire tutto al capo del distretto.» mi disse Axl.

«Va bene.» gli risposi io seguendolo.

Entrammo nell'ufficio del capo della stazione di polizia col permesso della segretaria. Li se ne stava un uomo con ormai ben pochi capelli. Aveva diverse rughe sul volto e sembrava molto impegnato a leggera dei documenti. Non ci degnò di uno sguardo inizialmente, ma poi si accorse di Axl.

«Oh, guarda chi abbiamo qui, il delinquentello del quartiere. Sei venuto ad autodenunciarti signorina?»

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Axl's POV

«Oh, guarda chi abbiamo qui, il delinquentello del quartiere. Sei venuto ad autodenunciarti, signorina?» Disse Clark, il capo del distretto 5.

Quello mi odiava, mi incolpava anche per cose che non avevo fatto. Come quella sera che dei ragazzi iniziarono ad infastidirmi chiamandomi signorina come aveva fatto lui adesso perché portavo i capelli lunghi. Che altro avrei potuto fare se non controbattere? Era una delle solite risse in cui mi cacciavo ma, come al solito, appena la polizia arrivò arrestò me per l'accaduto mentre lasciò andare via gli altri due ragazzi. Tutti in questo paese avevano pregiudizi che partivano in primo luogo dal tuo aspetto.

«Divertente capo, molto divertente. A quanto pare a sua moglie è piaciuta molto questa signorina» mi autoindicai. «Avrebbe dovuto vederla stanotte.» dissi per provocarlo.

Era ovvio che non mi sarei mai portato a letto una che avrebbe potuto avere l'età di mia madre, ma solo al pensiero di Clark con le corna quasi quasi...

«D'accordo Bailey, basta cazzate. Che vuoi?»

«Non mi chiamare Bailey.»

«E come cazzo ti dovrei chiamare? Tuo padre si chiama così, se non erro.»

«Non è mio padre, è il mio patrigno. E ripeto, non chiamarmi così.»

«Mi rivolgerò a lei visto che non è possibile parlare con soggetti del genere.» disse a Grace.

«Noi... noi vorremmo...»

«Avanti, non sia timida. Io qua non ho tempo da perdere con dei ragazzini.»

«Vorremmo denunciare una scomparsa.» disse poi lei tutto d'un fiato.

Clark, che non ci stava più guardando da ormai diversi minuti, distolse lo sguardo dai documenti posti sulla scrivania e si levò gli occhiali appoggiandoli sulle scartoffie.

«Scomparsa?»

«Esattamente.» dicemmo entrambi.

«Il soggetto è maggiorenne o...»

«È maggiorenne.»

«In tal caso prima di dichiararne la scomparsa dovremmo prima aspettare ancora qualche giorno.»

Stava scherzando? Izzy era scomparso e lui voleva che aspettassimo qualche giorno? Era vero, anche io forse qualche ora prima avrei preferito aspettare che il mio migliore amico tornasse da solo, senza che nessuno lo cercasse. Ma la verità era che non volevo ammettere a me stesso che gli era successo qualcosa e che non sarebbe tornato senza l'aiuto di qualcuno.

«Ancora qualche giorno? È da tre fottuti giorni che non si fa vedere e tu hai il coraggio di dirci che dobbiamo aspettare?»

«Si, dovete avere pazienza. Sarà la solita bravata da ragazzi del giorno d'oggi. Chi vi capisce. E ora uscite immediatamente da quest'ufficio.»

Uscimmo senza neanche capire ciò che fosse successo veramente. Eravamo scossi. Aveva seriamente detto che non lo avrebbe cercato? Che razza di agente di polizia era? Raggiungemmo gli altri che ci stavano aspettando impazienti.

«Allora? Quando iniziano le ricerche?»

«Ha detto se possiamo dare una mano anche noi a cercare?»

«Cosa ne pensano?»

Facevano mille domande tutti insieme, mentre noi non sapevamo cosa dire. Grace ci era rimasta male, si vedeva dall'espressione che aveva in volto. Non che io mi sarei aspettato una risposta del genere.

«Ragazzi... non... non lo cercheranno.»

«Cosa?» dissero Steven, Duff e Slash insieme.

«Vogliono far passare ancora del tempo, per ora non muoveranno un solo dito.»

out ta get me [gnr]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora