IX

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25 Ottobre 1984

Grace's POV

Andammo in casa di uno degli amici di mio fratello per discutere di tutta la faccenda. Non conoscevo bene tutti, a parte Axl. Da quanto avevo capito il riccio doveva chiamarsi Saul ma ero quasi sicura che anche lui avesse un nome d'arte proprio come Rose. Forse Srash o Skash, insomma, qualcosa del genere. Trovavo maggiore difficoltà nel distinguere gli altri due di cui non ricordavo i nomi. Erano entrambi biondi e sapevo che la casa in cui eravamo entrati era di uno di loro. Il primo superava nettamente l'altro per quanto riguarda l'altezza, anche se non credevo che i suoi capelli fossero del colore naturale. Il secondo era alto quanto Axl, forse anche di meno, ma questo non potevo dirlo con certezza.

«Bene, ci siamo tutti. Oggi è fondamentale che nessuno di noi si prenda a pugni. È chiaro?» disse quello alto rivolgendo un'occhiataccia a Saul e ad Axl.

«Chiaro» dissero loro due all'unisono.

Nonostante la breve descrizione che Axl mi aveva fatto di tutti i membri del gruppo il tipo più alto mi sembrava l'unico ragazzo con la testa sulle spalle in questa stanza, al contrario di quello che mi aveva detto pel di carota, ovvero che beveva più di tutti loro messi assieme.

«Bene, oggi siamo qui riuniti per...» non finì la frase.

«Siamo qui riuniti per celebrare il matrimonio di Michael Coletti, o più comunemente conosciuto come Steven Adler, e Saul Hudson detto dagli amici Slash. E che l'amore accompagni la loro vita coniugale...» Axl venne poi interrotto.

«Non è di divertente Rose, dovremmo parlare di una cosa seria» continuò il biondo ossigenato.

«Sei te che lo rendi divertente Duff.»

E dopo questa conversazione avevo le idee più chiare: il ragazzo che credevo fosse tinto si chiamava Duff, per lo meno si faceva chiamare così. L'altro biondo doveva essere Steven e per finire il riccio era Slash.

«Will, se non ti importa nulla di Izzy, torna pure a casa.»

«Calmati Duff, c'è troppa tensione nell'aria. Volevo solo sdrammatizzare.»

«Non c'è nulla da sdrammatizzare, è una cosa seria.»

«Lo so amico, lo so. Scusa.»

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Axl's POV

Nonostante un primo tentativo di parlare seriamente andato male alla fine racimolammo un po' di idee. Quella che stavamo prendendo di più in considerazione era di andare alla polizia, un'altra era quella di continuare a cercare anche se scartammo quest'ultima quasi subito. La verità era che eravamo tutti molto preoccupati anche se non lo davamo a vedere.

«Va bene ragazzi, allora aspettiamo ancora questa notte in caso Stradlin tornasse. E se così non fosse andiamo a sporgere denuncia.»

Eravamo tutti d'accordo a eccezione di Grace che voleva andare al distretto il più in fretta possibile. Uscì dalla casa di Steven e si sedette sul prato, riuscivo a vederla dalla finestra del salotto. Si raggomitolò su se stessa e appoggiò il viso sulle ginocchia. La conseguenza fu che mi trovai immediatamente accanto a lei ad abbracciarla.

«Grace... Ehi Grace, guardami.»

Alzò il viso stracolmo di lacrime. Non l'avevo mai vista piangere e da quel che mi diceva Izzy neppure lui.

«Non piangere, andrà tutto bene. Te lo assicuro.»

«Come fai a saperlo?» disse singhiozzando.

Non lo sapevo. Volevo che tutto ritornasse come prima. Io e i ragazzi che suonavamo come ogni giorno, Steven che rideva ad ogni mia battuta più squallida, Slash che nonostante tutto continuava a considerarmi un suo amico, Duff e il suo ricordare ogni cinque minuti quanto gli piacesse l'Absolut Vodka. E soprattutto Izzy, perché non era solo la famiglia di Grace, ma anche la mia.

«Ti prometto che lo ritroveremo.»

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