No... No! NO!

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<<Spiacente, ma il transito è vietato. Le regole sono piuttosto severe, specie con i minori di quindici anni >>. Quanto era rigido quell' Auror. Lo erano tutti, ma lui, messo a guardia del Bosco Proibito, era proprio duro e ottuso. Francis avrebbe anche lasciato perdere, non era nella nella sua natura cercare problemi. Si sarebbe scusato, sarebbe andato a chiaccherare con il fantasma del Frate grasso, suo caro amico, avrebbe fatto un po' di allenamento fisico per tenersi in forma, dato che i tornei di Quidditch non si vincono da soli e si sarebbe avventurato nel bagno delle ragazze in disuso per tenere compagnia a Mirtilla Malcontenta, che, povera, stava sempre da sola e le faceva piacere avere la compagnia di quello strano mago con i capelli mossi. <<La prego, ci faccia passare! È assolutamente importante, dobbiamo fare ricerca di materiali per ricerche e pozioni!>>. A parlare era una ragazza a fianco a lui. Una corvonero, con dei lunghi capelli biondi, snella e con degli occhi e delle guance che erano la fine del mondo. O almeno, questo egli pensava. <<Ascolta, Anne... non è il caso, davvero...>>. Lei lo fulminò con lo sguardo. Incredibile, nonostante fosse più bassa e più giovane, riusciva a imporsi. Anche perché, sempre per sua natura, Francis glielo lasciava fare. <<Davvero, non staremo a lungo>> riprese con l' Auror <<Prima del tramonto saremo qui. E poi, questo ragazzo è un genio nella magia, sono sicura che se succedesse qualcosa saprebbe tirarmi fuori dai guai>> disse dando una fiera pacca sulla spalla all' essere vicino a lei. "Ma cosa sei, cretina? Lo sai che non vero, anzi è il contrario!" pensò. Era anche arrossito, forse per l' inaspettato contatto fisico o per la fiducia che le stava dimostrando. Anche se sapeva che probabilmente era tutta una montatura per convincere quell' ostinato guardiano. Quest' ultimo lo squadrò e, dopo un tempo interminabile, decise di farli passare. Una volta addentrati nella foresta, provò a dirgliene quattro: <<Senti, tu...>>. Non gli lasciò dire nulla. Anzi, si dimostrò quasi ferita:<<Stavi per rimangiarti tutto, vero?>> <<...eh?>> <<La promessa che mi hai fatto... te la sei dimenticata, vero?>> Un tono a metà tra il dolce e l' arrabbiato. Irresistibile per lui: <<No... certo che no...>>

Che diamine di situazione! Ma com' era potuto succedere?

Anne Gem, Corvonero del quarto anno. I due si conobbero all' inizio dell' anno precedente: quando si è dei magonò in genere non si passa inosservati, ma quando si gioca anche a Quidditch e si è un pozzo di conoscenze men che meno. All' inizio era venuta da lui proprio per quello. Lo incuriosiva e voleva imparare molto da lui. Gesto non scontato per quelli della sua casata. Cominciarono a vedersi spesso, e pian piano divennero molto amici. Senza considerare che durante l' estate si scrissero diverse lettere, e all' inizio dell' anno si rividero con gioia. Quando gli fece quella pazza richiesta, lui non seppe dirle di no... ma ora si rendeva conto di non aver valutato tutti i rischi e che poteva anche fallire nel volere della sua compagna.

<<Riprodurre una Felix Felicis non è uno scherzo, Anne... servono le giuste materie prime, pazienza, mani abili... doti che hai, per carità, ma addentrarsi in questa foresta solo per fare un esperimento mi sembra eccessivo...>> Non la guardò negli occhi per tutto il tempo. Sapeva che sennò non sarebbe riuscito a parlare o che sarebbe suonato poco convincente. Ma fece l' errore di girarsi, finito il suo breve discorso. <<Lo so che sei preoccupato... Ma andrà tutto bene, non rischiamo nulla. E poi, io mi fido di te! Non farei queste cose con nessun' altro. Sennò avrei chiesto ai più grandi della mia casata, non credi?>> gli disse sorridendo. Non poté far altro che sorridere di risposta e assecondarla. "Cretino, cretino, Cretino! Razionalizza, una volta tanto!". Non ci riusciva proprio. E non si spiegava il perché. O forse preferiva non pensarci, perché sapeva che la sua natura lo avrebbe rivelato prima di rendersene conto se ci avesse riflettuto.


<<Ci stiamo inoltrando troppo... e non ho visto da nessuna parte quelle bacche che ti dicevo...>> <<Non demordiamo, sono sicura che saranno da qual...>> non fini la frase che scivolo rotolando sotto l' incavo di un enorme albero. <<Anne!>> corse da lei, ma inciampo e cadde dov' era lei, battendo la testa.

Si risvegliarono ore dopo, con il buio e il freddo di novembre inoltrato. <<Anne, come stai? Tutto bene, vero?>>. Era ancora un po' intontita, ma riuscì a rispondere con chiarezza:<<Si... credo.. ma t... TU STAI SANGUINANDO!>>. Effettivamente, dalla testa gli colava un po' di sangue. <<È una cosa da nulla, non preoccuparti>> Le rispose sorridendo per rassicurarla. <<Ora però dobbiamo assolutamente ritornare... ce la fai a camminare?>> <<S-si, non c' è problema...>> mettendosi in piedi, barcollò per un attimo, ma trovò immediatamente stabilità. Uscirono da quel buco, ma dopo aver fatto un passo, sentirono un rumore. Un rumore strano, di zompettii, che piano piano si avvicinava. Erano lontane, ma le videro chiaramente: Agromantule. Probabilmente attirate dal loro odore, si stavano avvicinando a gran velocità per cibarsi di loro. Un enorme branco di famelici esseri in avvicinamento.

Si guardarono per un solo attimo. Poi la prese per mano. E iniziarono a correre.

Correre! Correre! Correre! All' impazzata, senza fermarsi, con il fiato di un' orribile morte alle loro spalle. Ma quelle bestie erano sempre più vicine, e gli incantesimi disperati di Anne poco riuscivano a fare. Ma il peggio doveva ancora venire.

Davanti a loro la stessa scena. Con la differenza che quelle gli stavano andando addosso.

Erano completamente circondati, senza vie di fuga. Terrorizzati. Francis avrebbe voluto fare qualcosa. Avrebbe voluto salvarla. Avrebbe fatto di tutto, anche uccidersi o vendersi l' anima pur di fare in modo che lei ne uscisse viva! Cosa fare? Cosa fare? Cosa fare?

Lei si era stretta al suo fianco, con le lacrime agli occhi: <<Fran... mi dispiace, è colpa mia...>> "No, Anne! È colpa mia! Io non posso fare niente per proteggerti!". Non lo disse. Mai stava maledicendo la sua mancanza di poteri come in quel momento. Lei. Lei era il suo pensiero costante da tempo! Ed era impotente verso quelle bestie sempre più vicine. Sempre di più. Sempre di più! Di più! Di più!

"No... No! NO!". A meno di pochissimi metri. <<NOOOOOOO!!!!>>





Buio.

Not &quot;Just&quot; A Hufflepuff / Storia di un TassorossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora