5.
E cercavo di essere forte, perché era il sogno della tua vita e la tua felicità era il mio.
Però piangevo di notte, sotto le coperte, mentre le nostre mani intrecciate mi chiedevano chi avrei sfiorato quando tu saresti andato via.Il nostro idillio durò tanto da farmi credere che non sarebbe mai terminato.
Ci amavamo, o a me piace pensarlo. Era il periodo più bello e florido della mia vita: uscivamo quasi tutte le sere con Ashton e Calum, bevendo e ridendo come se nulla fosse cambiato. Eppure, quando le luci si spegnevano,e ognuno tornava in camera sua, tu sgattaiolavi in camera mia, sorridente e silenzioso, bello come la visione di un angelo durante il tuo incubo più spaventoso.<<Hello there,
the angel from my nightmare...>>Scivolavi tra le mie coperte, stringendomi ed ascoltando i nostri cuori che battevano in sincronia, aspettando che chiudessi gli occhi per sussurrarmi all'orecchio che non avresti mai voluto abbandonare quel letto, che avresti voluto la notte durare per sempre. Sorridevo sempre, nell'incavo del tuo collo, quasi nascondendomi dai tuoi occhi. Avevo ancora quella sorta di pudore nel non voler farti capire quanto incredibilmente felice mi rendevi.
E mentre la Luna baciava i nostri corpi uniti e il silenzio ci circondava, sentivo che avrei potuto sopportare di tutto, con te al mio fianco.<<And in the night we wish this never ends,
we wish this never ends.>>Sì, avrei potuto sopportare qualsiasi cosa, tranne la tua assenza.
Fu per questo che credetti ad uno scherzo, quando, il giorno del nostro anniversario, mentre eravamo sul divano a guardare un film, mi dicesti che ti avevano preso ad Harvard. Al college.
<<Uno dei college più prestigiosi al mondo... >> Mi dicevi, toccandomi i capelli. E sentivo chiaramente che stavi trattenendo l'eccitazione. <<Però è lontano da te.>> Continuavi ad accarezzarmi, come per calmarti. Ed io ero così tanto arrabbiato.
Arrabbiato col mondo, perché mi regalava la cosa più bella che io potessi mai desiderare, il cui mio unico desiderio era rendere felice, e poi mi metteva di fronte ad una scelta.
Tenermela stretta, ledendo la sua felicità o lasciarla andare, soffrendo, ma consapevole di aver svolto il mio compito nel modo migliore possibile.
Credo di averlo già detto, Michael, che il mio unico scopo era quello di renderti felice. E avrei voluto davvero che la tua felicità dipendesse da me.
Ma lo vedevo dal tuo sguardo, quanto quella borsa di studio ti elettrizzasse.
E non avevo il coraggio, o abbastanza amor proprio, per chiederti di rinunciare ai tuoi sogni per me. Me che non ero nient'altro che infinitamente tuo, in ogni più piccola parte.
<<Vacci.>> Sussurrai, nascondendo il viso sul tuo petto, questa volta perché non volevo che tu mi vedessi piangere. <<Ti si illuminano gli occhi quando ne parli. Vacci e rendimi fiero di te, Michael Gordon Clifford.>> Dissi contro il tessuto della tua maglietta, mentre tu mi accarezzavi la schiena, grato. E Michael, è possibile avvertire la mancanza di qualcuno quando questo non è ancora partito? Perché in quel momento sentii investirmi tutto il dolore che mi avrebbe provocato la tua assenza.
<<Ti chiamerò tutti i giorni...>> Mi avevi sussurrato, stringendomi. <<E poi tornerò a Natale e forse per il tuo compleanno potresti venire tu lì. Visiteremo la città, ti porterò in gita a Boston e potremmo fare come nei film, che quando il ragazzo scende dall'aereo l'altro si butta completamente tra le sue braccia. Ti giuro, farò in modo che sia come se non me ne fossi mai andato.>>
Il che era impossibile per definizione, Michael. Perché tu te ne eri già andato, da quando me ne avevi parlato. Tu eri diventato lontano e sconosciuto mentre facevi altri progetti, e sognavi e vivevi in un luogo dove io non c'ero. Ma non ti avrei mai rimproverato un tuo sogno. Perché qualsiasi cosa facesse illuminare i tuoi occhi, un po' faceva illuminare anche i miei.
<<Non dovresti sprecare così tanto tempo per me, Mickey.>> Sussurrai un giorno, mentre fantasticavi. <<In fondo, sei già l'unica voce nella mia mente.>><<Don't waste your time on me, you're already the voice inside my head>>
Il giorno della tua partenza arrivò prima del previsto.
Non avevamo ancora fatto abbastanza, non avevamo ancora vissuto abbastanza.
Eppure il tempo non ti aspetta. Lui scorre veloce, imprescindibile, inafferrabile. Non dona altri due minuti, il tempo di un altro abbraccio o di un sospiro condiviso.
Perché passiamo una vita a correre, giusto per sentirci dire che non possiamo fermarci a riprender fiato. Ashton e Calum scesero per primi, mentre io e te ci guardavamo. Mi dedicasti un sorriso nervoso prima di scendere, mentre io ti seguivo al check-in e aspettavo con te che arrivasse il volo.
Quando quell'odiosa voce elettronica ci comunicò l'arrivo del tuo volo, persi un battito.
Te ne stavi andando per davvero.
<<Ci mancherai, Michael.>> Disse Ashton, abbracciandoti, mentre vidi Calum asciugarsi una lacrima mentre borbottava <<Io queste smancerie non le faccio.>>
Arrivasti davanti a me, col sorriso che vacillava e gli occhi che mi scrutavano incerti su cosa fare.
<<Michael... Ti amo.>> Quasi urlai, mentre gli occhi di Ashton e di Calum si puntavano immediatamente su noi due, mentre mi guardavi con le lacrime agli occhi e tutto, per un unico breve attimo, sembrò fermarsi.
Le tue labbra si scontrarono prepotenti con le mie, assaggiandomi per l'ultima volta prima di chissà quanto tempo. Restammo uniti l'uno all'altro, quasi come se il tempo potesse realmente fermarsi, fino a quando quell'odiosa voce non pronunciò l'ultima chiamata per il tuo volo.
<<Ti amo anch'io.>> Mi sussurrasti, prima di andartene. E prima che io scoppiassi a piangere, mentre i ragazzi mi abbracciavano.
Ti amavo, e te l'avevo finalmente detto. Ma, forse, era un po' troppo tardi.Quella notte non riuscii a dormire.
<<Where are you? And I'm so sorry, I cannot sleep,
I cannot dream tonight...>>Allungavo invano la mano cercando di afferrare quella di qualcuno che non era più presente. L'ombra di un fantasma aleggiava in quella stanza, come tutte le promesse, le parole, i baci scambiati e i tocchi fugaci. E so che non dovevo farlo, però lo feci lo stesso.
Ti chiamai, lasciandoti un messaggio in segreteria. Eri ancora sull'aereo e sarebbe stato un lungo viaggio, però...
<<Lo so quello che ho detto, e che questo è letteralmente il tuo sogno, però qui senza di te mi sento come se mancasse l'aria. E annaspo, cercando di respirare, ma è così difficile se appena aspiro, sento il tuo profumo arrivare alle narici. Qui tutto parla di te, e non riesco a credere che stasera non verrai ad abbracciarmi. Mi illudo che quella porta si aprirà e scivolerai tra le mie lenzuola tuo solito, e mi sussurrerai che è stato tutto un incubo, che non te ne andrai.
Ma sei lì. E io sono qui. Verresti a fermare il dolore, stasera?>><<Will you come home and stop this pain tonight,
stop this pain tonight?>>E passai la notte sveglio a singhiozzare al tuo pensiero, aspettando una risposta nonostante fosse impossibile riceverla. Perché quando sei incredibilmente forte, o incredibilmente disperato, ti illudi che il tempo possa giocare a tuo favore. Ma il tempo è un'entità imparziale e temibile, e regala a tutti lo stesso battere costante. Non c'è pietà, non c'è illusione, non c'è empatia. Solo una fredda calcolazione.
~ Angolo "autrice"
Ciao a tutti e buon Natale! Con un po' di ritardo, ma ce l'ho fatta ad aggiornare.
Sinceramente? Mi odio da sola. Perché questo capitolo è la tristezza in assoluto e io lo pubblico il giorno di Natale fottendomene beatamente, ma so che mi perdonerete, probabilmente.
Vi arrabbiate se dico che questo capitolo lo avevo già pronto da un po' di tempo e stavo solo aspettando di pubblicarlo? E' che I miss you dei Blink è una delle mie canzoni preferite e in qualche modo dovevo aggiungerla... Non mi odiate troppo, pls.
Non c'è niente da dire: Michael parte, Luke è triste e io piango perché sono pur sempre i miei bimbi. Però vi giuro che ci saranno altri momenti fluffuosi in cantiere, non sono così tanto cattiva. Forse.
Aspettatevi anche altri aggiornamenti in tema molto più natalizio presto, ma non troppo. Perché io e la puntualità siamo due rette parallele che non si incontrano mai.
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Songs - Muke
FanfictionDove Luke non riesce a dimenticarsi di Michael, e, nonostante la loro storia sia finita, continua a crogiolarsi nelle canzoni della sua playlist.