sapeva di sabbia, sapeva di fumo

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"non prenderlo" dissi io mentre ordinava il mio stesso cocktail al barista.

"è imbevibile" continuai scostando il bicchiere che avevo davanti.

il  barista sembrò fermarsi a metà di un'azione incerto su cosa fare.

lui con un piccolo cenno della mano gli diede istruzioni di continuare.

" si dà il caso che sia il mio preferito" disse con tono duro girandosi dall'altra parte. poi prese il cocktail e si diresse verso la porta.

"mamma mia che scontroso" borbottai tra me e me.

mi accorsi che il barista mi fissava con uno strano ghigno.

" non solo è il suo preferito, ma è il suo cocktail.  lo ha creato lui" mi sussurrò all'orecchio sporgendosi dall'altro lato del bancone.

scoppiammo entrambi a ridere.

presi la borsa appoggiata ai piedi dello sgabello e uscii. l'aria fredda mi colpì la pelle come una leggera frusta di betulle.

un brivido si arrampicó sulla mia schiena costringendomi a scrollare le spalle.

cercai nea borsa il pacchetto di sigarette che avevi riposto poco prima ma che ogni volta sembrava impossibile da trovare.

eccolo. lo presi. tirai fuori una sigaretta con le labbra e iniziai a cercare freneticamente l'accendino.

niente. lo vidi appoggiato al muro. aveva uno sguardo stanco. fumava.

" ehi mi faresti accendere?" ero al suo fianco.

non mi rivolse lo sguardo ma spostò la sigaretta che aveva nella stessa mano con la quale sosteneva il cocktail e con la mano libera si frugò la tasca tirandone fuori un accendino rosso fiammante.

mi offrì l'accendino e solo in quel momento il suo sguardo si spostò sul mio volto.

"ah sei tu?" mi chiese con un tono indecifrabile.

"si, e il tuo cocktail da davvero schifo" gli dissi io sfrappandogli l'accendino di mano.  mi accesi la sigaretta, glielo lancia e mi allontanai.

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nota:

scusate eventuali errori ma l'ho scritto dal cell.

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