naked

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"perché mio?" sentii la sua voce alle mie spalle dopo pochi minuti. La sigaretta mi si consumava velocemente tra le dita. Mi girai per guardalo. Feci l'ultimo tiro e la buttai in una pozzanghera della strada che si era creata in una incrinatura del cemento.

"cosa scusa?"

"hai detto che il mio cocktail fa schifo. perché Mio?" insistette.

"non ho detto mio"

"si che lo hai detto, me lo hai detto in faccia prima"  era palesemente infastidito.

"no. prima ho detto tuo non mio. il tuo cocktail fa schifo. nn ho detto mio"

dissi scrollando le spalle.

roteó gli occhi e alzò le mani in aria.

" che cosa ho fatto di male?" urlò rivolto verso le nuvole e non poche persone si girarono a quella scena.

mi spostai al suo fianco per poter avere la sua stessa visuale e guardai all'insù. 

" con chi parli?" gli chiesi con noncuranza più che curiosità

Vidi la sua faccia contorcersi e pensai che stava per esplodere.

Poi scoppiò in una risata fragorosa.

"ho capito vá che tipo sei" mi disse. " vieni dentro con me" e mi tirò per un braccio di nuovo nel locale.

"posso sapere come ti chiami?"

"Chiara"

"piacere Roberto" mi disse sottovoce

"forza dietro il bancone, Trito falla passare" urlò al barista.

Ero confusa. il barista era confuso.  restammo immobili per qualche istante.

"forza forza" disse battendo le mani. a quel ountor il barista si spostò facendomi spazio dietro il bancone.

"Trito?" formulai con le labbra senza emettere suoni mentre il barista mi passava a fianco. lui per risposta mi fece l'occhiolino.

"bene, adesso prepara tu qualcosa e vediamo che doti hai" Roberto mi sorrideva con aria di sfida.

Mi guardai intorno per individuare gli alcolici.

Chiamai a me tutti i ricordi di bevute tra amici, ma nulla sembrava aiutarmi.

allora presi vodka che mi piaceva e la versai nello shaker. aggiunsi ghiaccio e un po' d'arancia. zucchero di canna, un goccio di gin. vidi della gassosa e stavo per aggiungerla quando mi accordi di un impercettibile movimento della testa di Trito. Non guardava me, ma il pavimento. Dato che nom vedevo motivi per cui dovesse fare cenno di no con la testa al pavimento lo presi come un suggerimento tacito e posai la gassosa.

presi lo shecker, lo chiusi e iniziai ad agitare.

Evidentemente qualcosa andò storto poiché mi ritrovai il viso completamente bagnato di vodka.

Roberto era piegato in due dal ridere. Trito dal tentativo di trattenersi era diventato paonazzo.

Posai lo sheker sul banco con un tonfo sordo.

"che idioti" commentai mentre provavo ad uscire da lì. 

"ehi ehi aspetta" disse Roberto prendendomi una mano e aiutandomi a superare il bancone.

"vieni con me che ti devi dare una ripulita" disse mentre mi accompagnava verso una porta del locale chiusa al pubblico.

"è il bagno del personale. nessuno ti darà fastidio qui" disse chiudendosi la porta alle spalle.

Eravamo in una specie di mini-ufficio e un'altra porticina mezza aperta faceva intravedere un bagno piccolo, che conteneva a stento il lavabo e il gabinetto.

"beh tu aspetti qui?" chiesi incerta.

"si così controllo che nessuno entri"

"ok, ma forse dovresti lasciarmi il polso" gli dissi indicandogli la stretta ancira salda che aveva su di me.

"si... ma prima volevo assaggiare il cocktail che mi hai preparato" sussurrò avvicinandosi al mio viso.

"ma se me lo sono rovesciata addosso.."

"appunto" disse lui e le sue labbra si chiusure sulle mie mentre la sua mano lasciava il mio polso per stringermi il fianco.

Indietreggiai e incontrai il muro con la schiena. Il suo corpo schiacciava il mio contro la parete mentre sentivo i miej battiti aumentare al ritmo del suo respiro. La mia pelle diventava di fuoco sotto il suo tocco. Le sue labbra si spostarono sul mio collo mentre le sue mani percorrevano dolcemente il mio profilo.

Le allontanò per pochi secondi per togliersi la maglietta e io ne approfittai per liberarmi della mia. Era di nuovo su dime. Pelle contro pelle. Fuoco contro fuoco. Iniziò a baciarmo il petto poi lentamente la sua lingua iniziò a tracciare una scia verso la mia pancia e sempre più giù. Ormai era in ginocchio davanti a me. Con le mani gli accarezzai i capelli, il viso. Con la bocca iniziò a mordermi le dita.

Fu un attimo.

un sospiro trattenuto.

una indecisione impercettibile.

abbassai lo sguardo e vidi il suo volto incerto scrutare le mie braccia. la mia pelle.

Poi riprese a baciarmi, lentamente.

Ma io non sentivo più nulla.

"levati" gli dissi in tono duro.

Lui restò immobile.

"ok allora mi levo io" dissi.

Presi la maglietta e lo superai velocemente uscendo dalla stanza. Sentii la voce incerta di Roberto che mi chiamava ma ero già andata via.Mi ritrovai nel locale mezza nuda. Cercavo di coprirmi cn la maglia che avevo in mano. Percepii lo sguardo interrogativo di Trito ma lo ignorai. Agguantai la mia borsa che intanto era rimasta per terra vicino il bancone e uscii fuori. Il freddo pungente mi costrinse a rivestirmi alla velocità della luce. Alcuni ragazzi mi stavano fissando. Cercai disperatamente le sigarette nella borsa e me ne accesi una mentre mi allontanavo dal locale.

Ripensando a quello che era successo nello stanzino pensai di non essermi mai sentita così nuda.

Bruciava ancora il suo sguardo sulla mia pelle.

La personalità bambinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora