memories

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All I need to know is
Where to stop
Take my hand and show me forever
So never will I ever let you go
So let's hold on together
To this paper and this pen
And write down every letter
To every word we've ever said

Dicembre

Novembre passò, fece il suo corso e finì con quelle parole. Ogni volta che parlavo con lui mi chiedevo se quella sarebbe stata l'ultima; rileggevo le frasi, a volte mi facevo del male e ne ero consapevole, ma spesso sentivo di averne il bisogno. Rileggevo tutto, intere conversazioni di tutto ciò che avevo di lui.

A dicembre mi scrisse lui per primo. Partivamo sempre con i soliti convenevoli per tastare il terreno, per riconoscere in l'altro anche il minimo accenno di differenza, un semplice accento che avrebbe potuto stravolgere ogni cosa anche se apparentemente non eravamo e non eravamo mai stati niente: soltanto due adolescenti che si erano lasciati perdere in qualcuno perché pensavano di non averne scelta. 

A dicembre lui mi scrisse qualcosa che io ancora oggi ricordo in ogni singola sillaba, in ogni singola sfumatura. Lo scrisse così, con naturalezza, una naturalezza che mi mancava e che avevo conosciuto soltanto quando eravamo stati insieme, quando riuscivo a guardare i suoi occhi e ad ascoltare la sua voce.

Sai, mi mancano le tue parole. Parlare e basta. Nessuno è mai stata sincera quanto te. A quelle parole sorrisi, sorrisi tanto e sorrisi come mi sembrava di non sorridere da una vita intera. Non sapevo il perché, però non riuscivo a smettere. Volevo essere arrabbiata, incazzata con il mondo perché ci aveva divisi ancora prima di lasciarci sfiorare. E invece sorrisi perché quelle parole mi davano la speranza che io un posto dentro di lui me lo fossi presa, e che sarebbe sempre stato mio. Che tra dieci, vent'anni, lui possa ancora ricordarsi e ricordare me, con la mia sincerità e con lui che la accettava senza riserve.

Ce ne sono di ragazze sincere, ce ne sono di persone che parlerebbero e basta con te. Quello lo pensavo davvero, e lo penso ancora. Non riesco ad immaginare nessuna che non voglia trascorrere del tempo con lui, fermarsi a guardarlo e ad ascoltarlo, lasciarsi ascoltare, sentirsi al sicuro tra le sue braccia.

Sarà anche per la ferita dell'ultima, ma non ne ho trovate. In qualche modo, mi piaceva che io fossi stata l'unica.

Eravamo giovani, avevamo conosciuto e vissuto poco ma tutto in modo intenso, però mi piaceva che fino a quel momento, lui di me pensasse questo. E che continuasse a pensarlo nonostante sapesse che non potevamo stare insieme, che forse dircelo avrebbe solo riaperto una ferita in entrambi. Però questo mi confermava anche che le sue parole non erano state vane, che io gli avevo dato di più, che non fossi soltanto un bellissimo ricordo, che ero stata reale, anche se per poco. Che noi eravamo stati reali.

Ho delle cose da fare, passa un buon Natale, gli scrissi perché non sapevo cos'altro dirgli, perché mia madre mi stava chiamando da tempo e io le avevo sempre dato la stessa risposta per dei buoni dieci minuti. Sarei ancora rimasta a parlare con lui, sarei sempre rimasta a parlare con lui, ma andava bene in quel modo.

Scrivimi, mi raccomando! Passa un buon Natale anche tu.

La seconda volta a dicembre mi scrisse ancora lui, però quella volta saltò i convenevoli. Mi stava scrivendo per impulso, perché in quel momento era lui a non sapere cos'altro fare, a chi altro rivolgersi.

Cazzo, scrisse e basta, io intravidi il messaggio quando alzai lo sguardo sul mio cellulare. Lo sbloccai velocemente e mi resi conto che lui aveva ancora altro da dirmi, così aspettai.

L'anello. Si è rotto. Uno strano senso di vuoto mi affiorò nel petto, poi il cuore iniziò a battermi forte. Non sapevo cosa pensare.

Come?

Ci stavo giocando, ce l'avevo tra le dita e poi si è spezzato. Odiavo il modo in cui tendevo ad aggrapparmi a qualsiasi cosa, perché in quel momento pensieri su pensieri iniziarono a vorticare forti nella mia testa.
Aveva l'anello tra le dita e si era rotto, stava pensando a me mentre ci giocava? Stava rivivendo qualche momento in particolare, stava ricordando qualche sguardo, o il modo in cui ci siamo sfiorati e toccati per davvero?

Mi dispiace, ma non fa niente. Forse non era vero che non faceva niente, perché non aveva più un pezzo di me, non poteva più portarmi intorno alle dita e non poteva più guardarmi quando voleva e anche quando non lo voleva.

No, dispiace più a me. Te ne prendo un altro, però questo continuo a tenerlo così. E quello, quelle parole, quelle conferme, per il momento, mi bastavano ancora.

You gave me hope
But I've got to let go
I've got to let go
It's deep in my soul
Deep in my soul
Now I've got to let go
We wrote our story
And we sang our songs
We hung our pictures on the wall
Now those precious moments
That we carved in stone
Are all the memories after all

𝐍𝐨𝐬𝐭𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚 / 𝐡𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora