Agosto (I)
I keep craving, craving, you don't know it but it's true
Can't get my mouth to say the words they want to say to you
This is typical of love
Can't wait anymore, I won't wait
I need to tell you how I feel when I see us together foreverEro agitata. Mancavano due giorni e io ero così agitata da saltare i pasti e passare le notti a pensare a come sarebbe stato rivederlo. A come sarebbe stato rivivere tutto.
I miei erano già lì, sentivo mia madre quasi ogni giorno, io ero in un altro Paese per uno scambio culturale. Ero lì da pochi giorni, ma sapere che lui fosse già lì non mi faceva vivere a pieno quell'esperienza, e spesso pensai che l'avrei barattata su due piedi senza neanche pensarci per poter essere davanti a quel mare.
— Stamattina ho incrociato Avril — mi disse mia madre una sera, io ero in una camera che non era la mia ad aspettare Demetria, una ragazza del mio stesso gruppo.
— C'era soltanto lei? — mia madre sapeva tutto, era stato inevitabile tenerglielo nascosto, perché me lo si leggeva negli occhi quello che avevo provato per Harry. Me lo si leggeva ovunque, in qualsiasi cosa facessi, anche nel modo in cui le rispondevo.
— No, c'erano anche gli altri — fece una pausa, ma io volevo che continuasse. — Harry ha chiesto quando saresti arrivata.
Quando mia madre me lo disse, io avrei soltanto voluto poter essere lì. Trascorrere quei giorni in più con lui e con gli altri, io volevo più tempo.
— L'ha chiesto a te?
— No, l'ho sentito mentre stavo parlando con Avril. Lei sa quando arriverai, sono sicura che gliel'abbia detto.
Dopo giugno non avevo più sentito Harry e anche se entrambi sapevamo che ci saremmo stati, lui non sapeva del mio ritardo. Non sapeva che non mi avrebbe trovata quando avesse visto mia madre o mio fratello.
Un giorno. Un solo giorno e sarei stata lì, un solo giorno e l'avrei rivisto. Passò lentamente e velocemente, cercai di vivermi ogni ultimo istante in quel posto con le persone che mi erano state accanto durante quella settimana, ma il mio pensiero fisso, la mia costante continuava ad essere lui. Sentivo qualcosa dentro che mi lacerava ma che mi faceva sentire viva, bisognosa e impaziente. In un anno potevano essere cambiate talmente di quelle cose, e ne ero consapevole, perché ero cambiata io ed era cambiato lui. Non conoscevo ogni dettaglio, però lo sapevo.
Quando scesi dal pullman c'era mio padre ad aspettarmi. Era venuto a prendermi da solo, quando fummo in macchina riuscii a vedere ogni secondo del tramonto che stavamo attraversando. Mancavano pochi minuti quando quelle strade iniziarono a diventare familiari, quando il cuore dentro il petto mi batteva così tanto che mi sembrò di smettere di respirare.
Mia madre mi stava aspettando sulla veranda, aveva qualcosa tra le mani quando vide la nostra auto; mi venne incontro prima ancora che potessi recuperare le mie cose dall'interno. Ero stata via anche meno di una settimana, ma era stata la mia prima volta. Salutai anche mio fratello, che mi aiutò con le borse mentre io cercavo di sistemarmi. Era sera quando arrivai, il viale che avevo passato a ricordare era illuminato soltanto dalle luce artificiali che lo costeggiavano.
— Devo passare a prendere delle cose. Vieni con me così saluti gli altri o vuoi farlo dopo? — mi chiese mia madre, perché sapeva che stavo aspettando il momento di poter scappare da lui e dagli altri, anche se allo stesso tempo c'era qualcosa che mi spaventava, qualcosa che mi bloccava.
— Vengo ora. Mi cambierò dopo — le risposi e la seguii, con la camicia che indossavo sgualcita dal viaggio e i la maggior parte dei capelli fuoriusciti dalla treccia in cui li avevo legati al mattino.
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𝐍𝐨𝐬𝐭𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚 / 𝐡𝐬
Fanfiction/no•stal•gì•a/ Stato d'animo corrispondente al desiderio pungente o al rimpianto malinconico di quanto è trascorso o lontano. Letters / Seconda Parte Cover / grebxy