(PS. La canzone nei media è solo un'anteprima, ma mi piaceva tanto il video e il modo in cui riesce a rispecchiare un po' la storia)
Agosto (II)
Replay the scene over again
Before the credits rolling in
Inside my head
I don't recall a single word,
You hit me faster than I heard
Inside my headMentirei se sostenessi che quell'estate sia andata nel modo in cui l'avevo immaginata. Mentirei se lo sostenessi completamente, se avessi potuto averne la certezza. Mentirei anche se sostenessi che io in realtà non avevo aspettative, neanche la più minima, su cosa sarei stata e cosa saremmo diventati quell'estate. Cosa e chi saremmo potuti essere.
Harry era cambiato. Lo vedevo nel suo sguardo, lo leggevo nei suoi occhi quando li incrociavo e quando poi mi lasciavano andare l'istante successivo. Prima non era così. E io me ne ero resa conto: era stato come uno schiaffo in pieno volto, perché io in realtà ero piena di aspettative, ero piena di speranze anche quando, forse, non avrei dovuto averne completamente.
A momenti sembrava tutto come prima, tutto come l'anno precedente, sembrava quasi di essere tornati indietro ed aver fermato il tempo. Un tempo nostro, solo nostro. Perché sì, c'erano anche quei momenti, i momenti che salvavano tutto il resto, quelli che riuscivano ad annullare qualsiasi cosa.
Eravamo rimasti solo io e lui, un sorriso era ancora sulle mie labbra per qualcosa che Avril aveva detto qualche istante prima. I capelli bagnati mi si erano attaccati al collo e il vento leggero mi scuoteva con i brividi che mi procurava sulle spalle e lungo le braccia.
— Allora, come hai trascorso l'anno? — mi chiese, e io mi voltai verso di lui per guardarlo. Il tramonto ci faceva da sfondo, da cornice per una foto che non avremmo mai posseduto e che non avremmo mai più potuto riguardare.
— Qualcosa lo sai già, il resto è poco rilevante. Tu, invece?
Si strofinò un occhio con un dito e qualche capello gli cadde sulla fronte. Il petto gli brillava quasi, le goccioline d'acqua sulla sua pelle lo sfioravano in ogni punto.
— Vale più o meno lo stesso per me — disse. — Quel ragazzo di cui mi parlasti...l'hai rivisto poi?
Cercai di fare mente locale, mentre percepivo l'incertezza nella sua voce nel farmi quella domanda. Mesi prima gli avevo parlato di un ragazzo per cui credevo di aver perso un po' la testa, che era più grande e che mi aveva portata a credere in qualcosa che non era reale. Però era diverso rispetto ad Harry. Ogni cosa era diversa da lui e dal nostro rapporto. Gliene avevo parlato e lui mi aveva risposto sinceramente, mi aveva detto come avrei dovuto comportarmi, che conosce domi probabilmente sarei stata un disastro, ma che ce l'avrei fatta e che probabilmente poi non mi avrebbe più lasciata andare. Si era sbagliato, perché non era mai successo niente.
Abbassai la testa. — Sì, l'ho rivisto. Ci ho anche parlato, ma sarebbe stato meglio se non l'avessi fatto.
— Cosa intendi? — Notai che si era avvicinato; entrambi ci piegammo sulle ginocchia per immergerci completamente, perchè iniziava a fare freddo, ma entrambi sapevamo che se fossimo usciti da quell'acqua, le parole sarebbero rimaste in quella bolla.
Tornai a guardarlo e poi sospirai, ricordando quello che avevo sentito e come mi fossi sentita dopo l'ennesimo rifiuto, dopo l'ennesima volta che qualcuno decideva di andarsene senza neanche tentare.
— Mi ha detto che ero stata una stupida se avevo pensato che le sue attenzioni alludevano ad altro. Se avevo pensato, anche per un secondo, che lui potesse essere interessato a me per poter volere di più.
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𝐍𝐨𝐬𝐭𝐚𝐥𝐠𝐢𝐚 / 𝐡𝐬
Fanfiction/no•stal•gì•a/ Stato d'animo corrispondente al desiderio pungente o al rimpianto malinconico di quanto è trascorso o lontano. Letters / Seconda Parte Cover / grebxy