Ruelle-"War of hearts"

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Ruelle-"War of hearts"
«E il desiderio diventa più profondo della verità»

Stiles Stilinski lo sapeva. Ecco perché era più difficile fare qualsiasi cosa; sapeva che doveva muoversi o semplicemente fare qualsiasi cosa che non fosse stare fermo davanti alla sua camera. Anche se si ripeteva di muoversi ed aprire quella dannata porta, non fece nulla. Andiamo Stiles pensò sconsolato.

Quando i suoi amici avevano deciso che era arrivato il momento di tornare nelle proprie camere per disfare le valigie, Stiles aveva quasi supplicato Scott di accompagnarlo a ritirare le ultime cose dalla libreria, dato che tra due giorni sarebbero iniziate le lezioni, ed al suo migliore amico andava bene perché aveva lo stesso obiettivo di Stiles: evitare il proprio compagno di camera. Poi, verso le sette di sera, Scott aveva detto a Stiles che doveva assolutamente tornare in camera e cambiarsi, promettendogli d'incontrarsi alla mensa per cenare insieme; "Magari chiamiamo gli altri" gli aveva detto e Stiles aveva annuito, poi Scott l'aveva lasciato a fare la fila e se n'era andato. Ed era da ben dieci minuti che voleva entrare in camera sua, perché anche sua lo era, ma tutti i tentativi di entrare erano inutili.
Infila la chiave ed apri la porta si ripeté prendendo la chiave dai jeans, ma non successe nulla ancora una volta. Il problema era che aveva una dannata paura di Derek; lo sguardo che gli aveva rivolto quella mattina stava a dire solamente una cosa: "Ti prenderò e ti ucciderò, tanto tornerai qui". E Stiles voleva evitare esattamente quello: tornare in camera e lasciare che Derek gli facesse qualsiasi cosa, anche se non si trattava della sua morte prematura.
Gemette afflitto e mentre stava per appoggiarsi alla porta chiusa, questa si aprì di colpo facendo cadere Stiles davanti a se. Quasi ci fosse dietro il karma, Stiles cadde sopra a Derek che, più che per la sorpresa che per il peso in se, perse l'equilibrio e cadde insieme a Stiles.
"Di solito sono gli altri a stare sotto, ma va bene anche così" sussurrò divertito Derek.
Stiles deglutì in preda al panico e spalancò gli occhi spaventato; il piano fatto da lui e Scott sembrava distrutto ancora prima di nascere.
"Sc-scusa" balbettò Stiles cercando di darsi un contegno ed alzandosi dal corpo di Derek.
Quest'ultimo era, al contrario del più giovane, piacevolmente divertito e sentire il corpo di Stiles sopra il suo era più divertente che immaginarlo; purtroppo, per quanto la situazione sembrasse migliorare dalla mattina, il cervello di Derek gli tese l'inganno del giorno facendo riemergere i ricordi di quella mattina, specialmente Stiles e l'amico che si strusciavano l'un l'altro; perché per Derek si era trattato di quello.
Ringhiò frustrato e si alzò dal pavimento, cercando di distrarsi da quel pensiero e leggere un libro; ed avrebbe voluto calmarsi da quel pensiero, rilassandosi sul letto con "Cime Tempestose" da rileggere, se nonché Stiles decise di rovinare l'atmosfera che si era creata.

"Passato bene la giornata?" chiese mentre armeggiava col telefono. Derek alzò gli occhi al cielo mentre il suo nervosismo cresceva; avrebbe voluto rispondere a Stiles che la sua giornata era iniziata quasi magnificamente e si stava chiudendo nel peggiore dei modi.
"Si" rispose semplicemente Derek continuando a leggere il libro.
"Uhm, si anche a me. i ragazzi di oggi comunque sono i miei migliori amici. C'è Lydia, la ragazza rossa, poi Allison quella castana ed infine Jackson, che finge di non essere affezionato a noi, ma in realtà lo è più di quanto possa dimostrare" disse Stiles ridacchiando al pensiero dei suoi amici, non sapendo neanche lui perché stesse raccontando quelle cose a Derek. Il maggiore ringhiò innervosito, perché davvero non gli serviva sapere quanto quel Jackson ci tenesse a Stiles, era stato abbastanza vederlo di persona.
"Non mi interessa, Stiles" rispose Derek riportando la sua attenzione sul libro, ma Stiles sembrava che avesse voglia di raccontargli la storia della sua patetica vita.
"Secondo me, hai esagerato oggi" borbottò il ragazzo concentrandosi su tutto tranne Derek che ora aveva lasciato il libro ed aveva guardato Stiles seduto sul suo letto mentre guardava il cellulare.
"Cosa?" chiese Derek in un misto tra il nervosismo e la sorpresa.
"Si, sai. Loro non stavano facendo nulla, volevano solo farmi una sorpresa e quindi credo che tu sai, potevi comportarti meglio con loro" disse Stiles sorridendo incerto, ancora concentrato sul suo telefono.
"Come, scusa?" chiese nervoso Derek ora seduto sul letto con l'attenzione completamente sul ragazzino.
"Andiamo, sei grande e vaccinato, sai come ci si comporta con gli altri. Si tratta di educazione, Derek" rispose Stiles in tono sarcastico, accorgendosi subito dopo di quello che aveva detto. Perché non sto mai zitto? aveva pensato dandosi del coglione.
Derek era così tanto nervoso ed incazzato per il tono del ragazzo e perché questo pensava che lui non fosse stato educato sul come approcciarsi ad altri, che perse immediatamente il controllo di ogni cosa ed alzandosi si sedette sul letto di Stiles che lo fissava incuriosito e spaventato allo stesso tempo. Poi Derek prese la maglietta di Stiles tra le mani e lo sbatté, poco gentilmente, alla tastiera del letto facendo corazzare la testa del più piccolo contro di questa.
"Ahia" disse Stiles con gli occhi chiusi ed una mano ad accarezzarsi la testa.
"Ascoltami, ragazzino. Non osare mai più dire una cosa simile, altrimenti ti faccio fare il giro di tutto il campus con un pugno" sibilò Derek sul viso spaventato di Stiles che deglutì.
"Avanti, provaci" sfidò Stiles dandosi ancora del coglione per aver sfidato Derek, ma in fondo sapeva che il maggiore non gli avrebbe fatto del male; lo sguardo di Derek gli regalava una sicurezza destabilizzante, ma confortante. Derek rimase paralizzato, stringendo la maglia di Stiles tra le mani e respirando pesantemente.

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