Shawn Mendes-"Aftertaste"

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Shawn Mendes-"Aftertaste"

«Ti lascerò con i ricordi e col retrogusto»

Stiles aveva avuto diverse sbronze nella sua vita. La prima fu tempo fa, quando aveva appena quindici anni. Si trovava nel corridoio della scuola e stava parlottando con Scott riguardo il compito di chimica, col professor Harris; ricordava benissimo quel giorno, chiaro come il sole. C'era stato un urlo alle sue spalle, poteva riconoscere quella voce ovunque: c'era Lydia emozionata che guardava uno Jackson parecchio nervoso, inginocchiato davanti a lei.
Sentì Scott chiamarlo, dirgli di andarsene da lì che il compito doveva iniziare, ma Stiles sapeva che era una stronzata, era il modo di Scott di portarlo via da quella scena che gli avrebbe spezzato il cuore.
Ma Stiles decise di rimanere, probabilmente in un istinto masochista.
"Oh si Jacky, voglio essere la tua fidanzata" aveva detto Lydia facendo sorridere il biondo che rialzandosi venne investito dall'abbraccio caloroso della rossa.
Per Stiles fu abbastanza da vedere e corse lontano da quella scena sentendo le lacrime pizzicargli gli occhi. Subito dopo lo raggiunse Scott tirandolo in un abbraccio consolatore; nessuno dei due seppe contare il tempo che trascorsero abbracciati, con Stiles che bagnava la maglia di Scott con le sue lacrime.
Alla fine Scott decise che quella sera si sarebbero divertiti diversamente da come facevano di solito e gli promise che, una volta che fosse andato a casa sua, avrebbe comprato la miglior bottiglia di whisky in circolazione. L'idea di una sbronza e dei postumi del giorno dopo non era ciò che si immaginava Stiles, ma era meglio del passare la notte a casa a piangere sul fatto che Lydia non sarebbe mai stata sua.
A casa di Scott, mentre la madre era al solito turno di notte, Scott e Stiles bevvero molto più della semplice bottiglia di whisky, oltre al Jack Daniel's c'era anche una bottiglia di vodka alla pesca. Il mattino dopo tutto ciò che Stiles poteva ricordare era l'incredibile stronzata che aveva commesso bevendo così tanto e si ricordò di mantenersi a debita distanza dall'alcool.
Così era stato per tanto tempo, fino a che la presenza di Derek Hale non aveva scombussolato la sua integra, ancora per poco, tranquillità. Si ritrovò ad annaspare in cerca di fiato, quella mattina, non appena sentì l'odore della nausea attraversargli il petto.
"Stiles, sei sveglio" disse la voce di Derek ancora roca.
Stiles sbatté più volte gli occhi, ritrovandosi quelli verdi di Derek che lo fissavano. Il piccolo non seppe decifrare lo sguardo di Derek, non seppe leggerci nessuna emozione attraversarlo, sembrava solo.. distante.
"Uhg, che ore sono?" chiese Stiles tenendosi la testa fra le mani.
Questo è perché bevi come un coglione avrebbe voluto dirgli Derek, ma si lasciò andare ad un sospiro. La possibilità che Stiles non ricordasse una cima di ciò che gli aveva detto la scorsa notte, o meglio proposto, era alta e sebbene Derek se lo aspettava, ciò non gli impediva di rimanerci comunque male.
"Le sette e un quarto" rispose Derek alzandosi, finalmente dal letto ed avviandosi verso il bagno.
"Le aspirine si trovano nel comodino" disse prima di chiudersi la porta alle sue spalle facendo sobbalzare Stiles non appena sentì l'intensità con cui si chiuse.

"Scott, svegliati!" disse Isaac per la terza volta nell'arco di cinque minuti.

Quando aveva deciso di comportarsi da bravo compagno di camera, e questa volta non si trattava esattamente del fatto che Isaac provasse qualcosa per Scott, ed aveva deciso di svegliare Scott per l'imminente inizio delle lezioni di quella mattina, credeva fosse una buona idea. Ma dato che Scott sembrava non dare segni di vita, nonostante Isaac avesse provato qualsiasi cosa pur di svegliarlo, capì che non era stata l'idea migliore del mondo.
Il pensiero che Scott si perdesse il suo primo magnifico giorno, convinse ancora di più Isaac sul continuare a scuoterlo, almeno finché Scott non avesse aperto gli occhi.
Tolse le coperte dal corpo di Scott ed inevitabilmente i ricordi della notte precedente ripiombarono veloci, facendo rabbrividire Isaac che in un riflesso si strinse al petto.
"Così bello" le parole di Scott tornarono a tormentargli i pensieri ed inevitabilmente sorrise, lasciando che il gemito di dolore di Scott riempisse il silenzio che si era formato.
"Ben svegliata, principessa" disse sarcastico Isaac allontanandosi dal minore. Scott si portò una mano a coprirsi gli occhi e Perché mi sta per esplodere la testa?pensare frustato.
"Che ore sono?" disse cercando di piagnucolare il meno possibile, ma fallendo miseramente.
"Le sette e venti" disse Isaac alzando gli occhi al cielo divertito e spogliandosi.
Scott, da bravo masochista quale era, decise che quello era il momento perfetto per aprire gli occhi e si ritrovò gli addominali di Isaac che lo fissavano, quasi lo stessero chiamando.
"Perché degli addominali dovrebbero chiamarmi?" si chiese Scott, accorgendosi subito dopo che aveva appena fatto la più grande figura di merda di tutta la sua vita.
Isaac ridacchiò divertito e con un sorrisino soddisfatto entrò in bagno, sentendo chiaramente gli occhi di Scott mangiargli il culo e, ma di certo non fu per questo motivo, sculettò finché la porta non si chiuse.
Scott guardò il biondo in trance: il movimento del bacino di Isaac, di sicuro fatto apposta, era quasi ipnotico e fu solo quando la porta del bagno di chiuse che Scott voltò lo sguardo ed arrossì imbarazzato.
"Uhg" sussurrò sentendo il martellare alla testa aumentare.
Ricordava della serata di ieri, almeno finché non si era scolato il decimo shot di tequila che aveva gentilmente offerto un ragazzo che aveva deciso di sedurre il suo migliore amico; ricordava che aveva ballato insieme ad Allison ed anche insieme ad un ragazzo che, per pura casualità, aveva i capelli biondi e gli occhi nocciola, ma dopo quei piccoli pezzi di ricordi, non sapeva cos'era effettivamente successo; cazzo non ricordava neanche come ci fosse arrivato in camera.
Sospirando, decise di alzarsi e magari iniziarsi a preparare per il suo primo giorno di lezione; fu prima che un conato di vomito gli attraversò l'intestino e lanciando i jeans per aria, corse nel bagno, che fortunatamente Isaac aveva deciso di non chiudere a chiave.
Non sentì l'esclamazione di Isaac non appena rigettò anche l'anima nel loro water e non sentì neanche i sospiri sconsolati del biondo che affermava che il tempo per la sua doccia era finito, sentì la gola bruciare e gli occhi farsi lucidi e desiderò, più ardentemente di quanto mai avesse fatto, di farsi inghiottire dal pavimento.

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