4. La ragazza dagli occhi verdi

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Mi risvegliai dai miei pensieri e lasciai ,improvvisamente, cadere il ghiaccio dalle mie mani provocando così un tonfo acuto.

Uscii fuori da quella stanza il più velocemente possibile, senza degnarla di uno sguardo. Non potevo  permettermi un passo falso, lei era solo lo strumento della mia vendetta, non potevo lasciarmi distrarre dal mio obiettivo.

Senza salutare i ragazzi uscii sbattendo violentemente la porta e senza nemmeno pensarci mi ritrovai in auto mentre digitavo un numero...
«Ehi Lucy»
«Raul dimmi»
«dove sei?»
«a casa, perché?» chiese con finta innocenza mentre io riattaccai.
Mentre mi dirigevo a casa sua pensai a quanto sia stramaledettamente bella con quel suo corpo sinuoso, quelle sue curve al posto giusto e quei lunghissimi capelli biondi che le ricadevano fin sotto la vita. Ricordavo ancora quando finimmo la prima volta a letto insieme, io ero perdutamente innamorato di lei tanto da perdere la verginità con lei, nonostante fosse qualche anno più grande di me,ma ovviamente lei non ricambiava, per lei sono sempre stato uno stupido passatempo. Uno dei tanti trofei da esporre.

Arrivai a casa sua ed aprii immediatamente. Mi fece entrare. Ci fissammo intensamente con uno sguardo avido. Il mio azzurro che si imbatte nel suo nocciola.
Le Poggiai le mani sui fianchi mentre la baciavo. Un bacio frenetico che fece trapelare tutta la voglia che avevo di lei. Oramai conoscevo la strada così ci dirigemmo nella sua camera da letto.

Le sfilai L'elastico dai capelli sciogliendo così la sua cosa. I suoi capelli ricaddero attorno ai suoi fianchi. Era bellissima come sempre.
Le sue mani esperte si fecero strada nei miei boxer. Gemetti dal piacere e la vidi inginocchiarsi di fronte alla mia vita. Mi guardò attraverso le sue lunghissime ciglia con l'aria di chi la sapeva lunga.
Iniziò a leccare il mio membro facendomi genere dal piacere.
I pompini erano la sua specialità. Ma d'altronde era normale che fosse così esperta: Era una spogliarellista.
Mi spinse all'indietro sul letto, scostai le sue mutandine e iniziò a dimenare i fianchi su di me.

Solo quando le nostre voglie erano placate e i nostri corpi completamente svuotati, mi alzai e raccolsi la mia roba.
Mi vestii ed uscii in fretta, senza neanche preoccuparmi di salutarla. In fin dei conti eravamo abituati alle nostre scopate. Niente sentimenti, solo e soltanto sesso. E a me stava più che bene nonostante l'interesse che provavo nei suoi confronti.

Girai parecchio in auto. Ma alla fine capii che quella era l'unica cosa giusta da fare.
Guardando il triste cancello nero capii che era lì che dovevo andare.
Camminai per il cimitero con la testa china. E quando arrivai lì, davanti alla sua lapide mi bloccai di colpo.
Senti gli occhi inumidirsi e mi maledii mentalmente. Mi maledii per essere stato di nuovo con Lucy nonostante sapessi che questo la faceva infuriare e la faceva piangere, aveva pianto così tante volte a causa sua. Mi maledii perché nonostante io L'amassi continuavo a infangare la sua memoria scopando con Lucy. Mi maledissi perché non venivo qui da un bel po' di tempo, ma era solo perché soffrivo ogni volta, perché la dura realtà non faceva altro che piombarmi addosso come un enorme macigno da portare sulle spalle. Ed in fine tra le lacrime che oramai scorrevano sul mio viso mi maledissi per non aver nemmeno pensato di portarle un fiore.

                 Giulia Razzetti
*22/09/1995                ✞11/09/2013

Rileggere quelle due righe puntualmente mi congelava il sangue nelle vene. Non riuscivo più a respirare. Mi sedetti a gambe incrociate di fronte a lei, come un bambino. Guardavo la sua foto smanioso, desiderandola ancora per me, ma sapevo che era da tanto che non apparteneva più a me.
Rimasi lì a fissarla, ad ammirare i suoi grandi occhi verdi e le sue labbra carnose, corroso dal senso di colpa.

Pov's Sophia

Raccolsi lentamente il ghiaccio che poco prima Raul aveva fatto cadere a terra.
Non riuscivo a capire cosa avessi potuto fare ora. Mi aveva rapita la sera precedente. Mi aveva porta qui a casa sua e avevo capito che non avesse cattive intenzioni dopotutto. Mi aveva baciata ed era scappato via senza alcuna spiegazione. Tutto questo non aveva un nesso logico.

Non sapendo che fare decisi di rimanere lì dov'ero onde evitare di causare altri problemi.
Mi ritrovai così a guardare di nuovo le foto sul comò.
Raul era davvero fotogenico, ma poi il mio sguardo ricadde sulle solite foto: la ragazza dagli occhi verdi. Era davvero bellissima.
Ero assorta dai miei pensieri quando sentii aprire la porta.
Vidi il biondo entrare nella stanza. Doveva essere Luca se non ricordo male.

«Ehi»
«ehm ciao» dissi piuttosto impacciata
«che ci fai qui? Perché non sei scesa?»
«beh non sapevo che fare, Raul e beh è scappato via e io stavo qui, guardavo le foto»
«ah ecco, come va?» disse indicando i miei lividi
«oh bene grazie»

Si creò un silenzio imbarazzante.
«chi è quella?» dissi indicando la ragazza nelle foto
«Giulia .. » mi rispose sussurrando
«è la ragazza di Raul?»
«Senti non sono la persona più adatta a parlarne, e ti sconsiglio di fare domande su di lei a Raul»
«oh sì, scusami non volevo»
«tranquilla, beh dai scendi giù, ci sono i ragazzi, almeno ti svaghi un po» disse dolcemente »

Scendemmo giù e i ragazzi mi accolsero con estrema gentilezza. Luca rimase tutto il tempo al mio fianco. Ridevamo e giocammo a Fifa. Mi divertii da matti con loro.

«beh dai ora hai constatato che non abbiamo più cattive intenzioni» disse Simon «ora puoi dirci perché tuo fratello ti ha fatto questo? Sai è un tantino allarmante » continuò
«beh ecco, io, i-io non so... Non so cosa ci sia sotto, so solo che mio fratello non era quasi mai in casa e che usciva sempre con... Co-o-n i ss-su-o-o-i amic-i» dissi mentre la voce mi si incrinava
«perché lo hai seguito?» chiese Luca
«ehi ragazzi lasciatela! Se non se la sente non opprimetela! Neanche ci conosce» esclamò Walter
«però è meglio sfogarsi con dei perfetti sconosciuti» disse invece Christian
«per il ragazzo che mi piace...» dissi in un flebile sussurro
«cosa?» dissero all'unisono
Non ne parlavo mai con nessuno ed ero stanca di tenere tutto dentro così feci un bel respiro e iniziai a parlare
«l'ho seguito solo per Achille... Non potete capire... Il ragazzo che ti piace allontanato solo e soltanto perché ha di meglio da fare con tuo fratello. Pensavo andassero a puttane! Pensavo andassero a sballarsi! E invece mi ritrovo in una sparatoria e per giunta rapita! Cosa diamine c'è sotto?»
Mi guardarono con aria afflitta.

«scusami io non volevo sparargli... So che è stupido da dire, ma davvero, scusami...»
«Sophia? Perché ti ha fatto questo Peter?» disse Luca
Risi amaramente
«Peter è convinto che io sia una puttana e crede che ieri sia andata a letto con»
«con Raul?» mi interruppe Christian
Feci segno di no con la testa
«con tutti voi»
«COSA?» esclamarono

Ed in quel momento sentimmo la porta d'ingresso aprirsi.
Entrò Raul.
«Dove cazzo sei stato? Sono quasi le nove di sera!» disse Luca
«Non sei mio padre!» disse bruscamente scappando al piano di sopra.
«Beh io credo che sia ora di andare»
«non se ne parla! Non puoi tornare da Peter»
«Devo.»
«ti obbliga?»
«no! Sono io a voler tornare.»
«perché ?» insistette Luca
Ma io mi ero già avviata alla porta e scendevo a passo rapido le scale.

I migliori anni del nostro mitra Where stories live. Discover now