3. Irrisistible lips

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La lascio sfogare, sento che ne ha davvero bisogno.
Rimane in silenzio e continua ad ignorare la mia domanda.
Siamo ancora abbracciati, appoggio la mia testa sulla sua ed inspiro con piacere il suo profumo.
Le alzo il mento con due dita in modo da far combaciare il nostro sguardo.
«Chi è stato Sophia?» le chiedo dolcemente ma lei cambia espressione immediatamente.
«Fatti i cazzo tuoi»
«Oh ma davvero? Mezz'ora fa eri più che contenta che mi stessi facendo i cazzi tuoi, quindi ora te lo ripeto, che cazzo ti è successo?»
«nulla»
«nulla» ripeto «quindi questo livido che sta mattina non avevi è comparso per miracolo?»
«sono caduta»
«tu ti aspetti che io ti creda?»
«si...» dice in un sussurro abbassando lo sguardo sulle sue converse Bordeaux.

Cerco di mantenere la calma il più possibile. In fin dei conti a me non dovrebbe importare nulla della ragazza di Peter che piange da sola, anzi dovrei esserne contento e invece, invece no. Ecco. Non ne sono affatto contento anzi, sembra che sia stata aggredita e di certo non posso lasciarla qui.

«Sophia per l'ennesima volta, chi è stato? Insomma sembra che ti abbiano aggredita!»
«Mi-io fra-tello» sputa acida, balbettando però ancora a causa di piccoli singhiozzi

Suo fratello? Ma andiamo mi sta prendendo per il culo? Quale fratello pesterebbe la propria sorella?

«tuo fratello?» le chiedo perplesso
«si..» risponde continuando a fissare le scarpe
«perché ti avrebbe conciata così?»
«beh perché, perché... Perché non lo so! Lo odio!» e scoppia di nuovo a piangere.
Ecco fantastico.
«no ti prego non piangere» le sussurro all'orecchio.
Vorrei tanto chiederle cosa ha combinato di così grosso da indurre il fratello a pestarla come se fosse la sua peggior nemica.
Ma veniamo interrotti da un cellulare che squilla. Lei si discosta piano da me e prende il cellulare che squilla dalla tasca posteriore dei jeans.
Sospira pesantemente non appena vede lo schermo che si illumina. Così mi avvicino e la mia curiosità mi induce a chiederle «chi è ?»
«mio fratello»
«ah» le dico avvicinandomi e vedendo ciò che non avrei mai voluto vedere.
Sul suo schermo appariva il nome "Peter", mi si raggelò il sangue nelle vene, non era la sua ragazza, era sua sorella!

«Peter è tuo fratello?» le chiesi talmente stupito che mi strozzai con la mia stessa saliva.
Annuì con la testa.

Guardarla ora mi fece più male che mai. Mi ricordava Giulia. Ed io non volevo ricordarla.

«seguimi» le ordinai brusco
«perché dovrei seguire un perfetto sconosciuto»
«oh andiamo non potrò mai essere peggio di tuo fratello»

Mi guardò con un'aria che non seppi decifrare, forse avevo esagerato a dire quelle parole.

«si dà il caso che mio fratello ci tenga a me.» disse risoluta
«oh sì, sai? Si vede, soprattutto qui » dissi indicando il livido violaceo che le si era formato intorno all'occhio destro.

Salimmo in macchina senza proferire parola e una volta arrivati a casa, avevo la sensazione che mi sarei profondamente pentito di ciò che stavo per fare.

I ragazzi che sono in casa si girano nella nostra direzione non appeno apro la porta di casa.
Osservano Sophia e poi mi guardano incazzati.
«cioè tu! Tu! Cosa cazzo le hai fatto!» grida infuriato Luca
«Hai picchiato una ragazzina! Ma sei un coglione !» urla invece Leo
Oh sì giusto loro non sanno che l'ho lasciata nel bel mezzo della strada e che suo fratello, quel mentecatto di Peter è stato a farle questo e non io.
I miei pensieri vengono interrotti da un pugno che mi arriva dritto sul naso.
«Luca ma che cazzo fai! Non sono stato io ! Per l'amore di cristo! » dico tastandomi il naso da cui esce del sangue.

«chi è stato?»chiede Leo
«Peter!»
«Peter?» chiede invece Chris
«stai scherzando? Peter picchia la sua ragazza?» dice invece Walter
«beh non c'è da meravigliarsi con quel malato mentale» afferma Luca

«la sua ragazza?» dice quasi schifata mentre si trattiene dal ridere, dice Sophia che fino ad ora era rimasta nel suo silenzio in piedi vicino al divano, e tutti si girano nella sua direzione. «sono sua sorella»
I ragazzi assumono un'espressione stupita peggio della mia al parco.

Dio quanto è bella. Vedo le facce dei ragazzi stupite ma vedo anche i loro occhi che la osservano, che ammirano la sua bellezza.
Improvvisamente sento un brivido percorrermi la schiena.

*gelosia?*

Nel silenzio generale richiamo l'attenzione di Sophia.

«Sophia vieni con me» dico prendo il ghiaccio dal freezer e indicandole le scale in modo da porter levarla da sotto gli occhi dei miei amici pervertiti, lei mi segue in silenzio, non capisco perché stia sempre in silenzio, lo trovo quasi snervante ma d'altronde è appena stata aggredita da suo fratello, non posso certo aspettarmi che fosse la ragazza più felice del mondo o che avesse la voglia di fare conversazione.
Apro la porta della mia camera e le indico il letto dove lei si siede al bordo dei piedi.
Mi inginocchio davanti a lei e il più delicatamente possibile le poso la borsa del ghiaccio sull'occhio destro. Al contatto con il ghiaccio freddo ha un piccolo sussulto.
«ti fa male?» chiedo piano
«un po'» e accenna un piccolissimo sorriso.
È davvero bellissima quando sorride. Continuo a guardarla come se fossi incantato dalla sua bellezza. Ha un non so che di particolare, la sua carnagione olivastra, i lunghi capelli che le ricadono morbidi sulle spalle, i suoi occhi grandi e castani, interrompe i miei pensieri:
«e a te? Fa male?» chiede riferendosi al mio naso e fissando la mia maglia sporca dagli schizzi di sangue.
«no, ci sono abituato» dico facendo spallucce
Continuo a prenderle il ghiaccio sul viso alternando lo sguardo dai suoi bellissimi occhi marroni alle sue labbra.

Le sue labbra. Quante cose farei fare a quelle labbra, cose davvero molto poco caste.
Evidentemente si accorge che la sto fissando perché d'un tratto le sue guance si sono tinte di un leggerissimo rosso, ed ha iniziato a mordersi le labbra.

Ti prego non ora non qui. Smettila immediatamente, prego nella mia testa prima che possa fare qualcosa di cui possa veramente pentirmi.
Ma è troppo tardi, in un attimo le mie labbra sono sulle sue, ma è un bacio a stampo molto veloce davo che ci stacciamo entrambi immediatamente.

Ed ora eccomi qui a fare l'infermiere ad una ragazzina e a fare pensieri poco casti su di lei: la sorella del mio peggior nemico.

I migliori anni del nostro mitra Where stories live. Discover now