"sentì qualcuno cingermi leggermente i fianchi in un dolce abbraccio. Era così caldo che io non potei fare altro che stringermi nelle spalle e sprofondare in quel petto possente che mi sosteneva.
Non lo guardavo in volto. Ma la sensazione era così familiare e tranquilla che nulla poteva spaventarmi.
Poi ad un tratto quella sensazione calda iniziò a svanire buttandomi in lago di ghiaccio."
Mi alzai all'improvviso a causa del forte freddo e subito notai la mia sorellina pestifera con la coperta in mano e un ghigno sorridente sul volto- mamma mi ha detto di svegliarti o sennò farai tardi a scuola-.
Mi alzai con foga e iniziai a rincorrere quella bambina giù lungo le scale- dove pensi di scappare piccoletta! Aspetta che ti prendo e vedrai se ridere o piangere-
-mamma aiuto, un mostro aiuto-.
Dalla porta della cucina uscì una donna sulla cinquantina con un enorme mestolo in mano e un grembiule sporco sul corpo- Su Clare, lascia stare tua sorella e vieni a fare colazione-.
Preso un grande respiro, mi diressi verso la cucina e mi sedetti al mio solito posto. Subito il mio sguardo si posò su un enorme bomba ripiena di crema- mamma sei per caso impazzita? Sai che sto cercando di dimagrire.-
Con un leggero rammarico presi i miei biscotti ai cereali e iniziai a mangiarli.
Mia madre da dietro i fornelli sorrise leggermente- susu figlia mia, oggi è il tuo primo giorno di scuola. Hai bisogno di forze. Ora corri a lavarti o farai tardi.-
La ascoltai e dopo una decina di minuti ne uscì linda e pulita.
Per quel giorno avevo optato per una semplice camicia nera e dei jeans scuri. Presi la mia collanina portafortuna e uscì di casa per andare verso l'autobus.
Quando salii l'autobus era quasi vuoto. La mia fermata era una delle prime e per mia grande fortuna era sempre semivuoto. Mi sedetti al solito sedile con le solite cuffiette e il solito libro. Il tragitto per arrivare a scuola era abbastanza lungo quindi nel frattempo preferivo leggere un po'.
Dopo un po' l'autobus iniziò a riempirsi di persone, la mia solita tranquillità iniziava a scemare e il mio nervosismo salire.
Ad un tratto qualcuno si sedette al mio fianco. Alzai lo sguardo per capire chi era lo sconosciuto e rimasi scioccata, o per meglio dire meravigliata. Era un uomo bellissimo.
Sguardo fiero, capelli castani e leggermente scombinati, occhi ammalianti di un bel verde brillante e uno splendido sorriso bianchissimo. Solo dopo mi accorsi che l'uomo stava rivolgendo quel leggero sorriso a me. Ne sarei potuta rimanere quasi ammaliata se non fosse stato per la nostra differenza di età.
Lui era un uomo io una sedicenne in preda agli ormoni e con un esigente bisogno di qualcuno d'amare.
Sorrisi appena e tornai a concentrarmi sul libro, sempre se avrei mai più potuto riprendere la concentrazione. Sentì qualcuno chiamarmi sulla spalla e una volta girata vidi sempre il volto gentile del giovane intento a parlarmi.
Mi levai una cuffietta e sorrisi leggermente-ehm, ha bisogno di qualcosa?-
Il giovane scosse il capo- nono, volevo solo chiederti cosa stavi leggendo-
Le mie guance si colorarono un po' a quella domanda, non me l'aspettavo- ehm, cime tempestose-
Lo vidi sorridere- ti piacciono i classici quindi-. Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio- si, devo dire che non mi dispiacciono- Bella e intelligente, sono stato fortunato a incontrare una ragazza come te.-
Sgranai lo sguardo, cosa aveva appena detto? Ci stava provando con me?.
Lo osservai meglio, forse ad una prima occhiata gli avevo dato troppo. Aveva massimo ventisette anni .
In più il suo volto giovanile e i suoi capelli folti gli davano ancora dimeno.
Mi mostrò una mano- Jacke Evans al tuo servizio- La strinsi titubante- ehm, Clare Walker-
Si portò una mano sul mento- Walker eh? Ci siamo già visti da qualche parte-
Risi leggermente, se questo era il suo tipo di approccio era a dir poco patetico-no, non penso-
Riabbassai nuovamente lo sguardo sul libro ma un tocco leggero di una morbida mano me lo fece rialzare, per poi farmi sprofondare nel suo sguardo accattivante - Bene Clare, che ne dici di conoscerci un po'-.
I nostri volti erano molto vicino, troppo vicino
Avvampai dall'imbarazzo e con uno scatto saltai in piedi- ehm, non so. Io devo scendere a questa fermata, ciao.-
Scavalcai l'uomo e appena vidi le ante dell'autobus aprirsi sgusciai fuori. Prima di uscire sentì la sua voce cristallina risuonarmi dietro con un semplice " Alla prossima, mia dolce Clare"
Il vento gelido di quella giornata mi rinfrescò la pelle febbricitante. Non mi era mai accaduto una cosa simile, e per giunta su un autobus. Certo ogni tanto qualche ragazzo si era spinto a flirtare con me, ma non era arrivato mai a questo livello.
Mi premetti forte una mano sulla guancia"cavolo riprenditi, tanto non lo vedrai mai più".
Trovato ristoro in quei pensieri mi guardai a torno- Merda-
Ero scesa circa tre fermate prima, avrei rischiato il ritardo il mio primo giorno di scuola- Fantastico-
Ed è così che incominciò il mio fantastico quarto.
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Amore tra i banchi di scuola
RomansMolte voci girano intorno alla scuola superiore D'Annunzio e tra queste gira anche la voce di un personaggio particolare, avvolto dal mistero e con un ruolo di rilievo in quella struttura. La protagonista Clara dovrà vedersela faccia a faccia con qu...