Capitolo 3

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"Non so a quale altra Bell Adams tu possa riferirti, ma credo di essere l'unica in questa scuola a chiamarsi in quel modo." Bell sembrava quasi intimidita da Brendan.

"Allora devi essere tu. Sono sorpreso."Il suo stupore era vero. E se lo era lui, avrei dovuto esserlo anche io. Avevo imparato molto tempo prima che era capace di scoprire qualsiasi tipo di informazione. Cosa avrebbe potuto sorprenderlo così? Non ne avevo proprio idea.

"Ehi, che c'è stavolta?"

"Che c'è, mi chiedi? So che sei disinformato, ma vuoi dirmi che non hai mai sentito parlare della famiglia Adams?" MI chiese lui ancora più sorpreso.

"Quella della serie tv?" Gli chiesi ironicamente.

Scosse la testa e sospirò in modo esagerato. Ovviamente, anche questo era un suo modo di prendere in giro. Dal momento che so che è un esperto in tutta la conoscenza inutile, non mi vergognavo di non sapere.

"Cosa sai della famiglia di Bell?"

Accennando con il capo, cominciò a spiegare.

"In questa città e nei territori circostanti, ci sono quattro grandi famiglie" Prese poi a contare sulle dita: "Romanov, Lancaster, Graysville, e infine Adams" Stranamente la storia mi stava interessando. "Queste quattro famiglie esistono da secoli, e gestiscono l'economia della zona, la famiglia degli Adams per esempio possiede un gran numero di terreni agricoli!"

Stupito lo guardai "Bizzarro, non ne sapevo nulla di questa storia, Bell, puoi confermare?"

La ragazza annuì: "E' tutto vero, la mia famiglia possiede tutti i terreni a ovest della città."

"Bene. Ora che ci siamo conosciuti, non dovremmo andare a casa?" Dissi per terminare il discorso, non avevo voglia di rimanere a scuola fino al tramonto.

"Huh? Non abbiamo attività oggi?" Chiese Bell.

"Beh, io vado a casa."

Presi la mia borsa a tracolla, che era piuttosto vuota, e le diedi le spalle.

"Conto su di te per chiudere la porta. Non vuoi essere sgridata ancora così, no?"

"Eh?"

Quindi uscii dall'aula...

O meglio, cercai di uscire, ma fui bloccato dalla sua voce acuta.

"Ti prego aspetta!"

Mi girai a guardare Chitanda, che aveva la faccia di qualcuno che avesse appena sentito qualcosa di inconcepibile, e con sguardo assente disse "Io, io non posso chiudere la porta."

"Come mai?"

"Perché non ho la chiave."

Ah giusto, la chiave ce l'ho io. Non c'erano molte chiavi da prendere in prestito, a quanto pare.

Quindi presi la chiave dalla tasca e feci per consegnargliela.

"Ecco, prenditene cura... Scusa, voglio dire, cerca di prendertene cura."

Ma lei non rispose. Stava semplicemente fissando la chiave che pendeva dal mio dito, quando subito chinò la testa e chiese: "Archer, perché hai la chiave?"

Le mancavano un paio di rotelle?

"Beh, non sarei potuto entrare senza chiave... Aspetta un momento, come diavolo... Scusa, come hai fatto tu ad entrare nella stanza?"

"La porta non era chiusa quando sono arrivata. Pensavo che ci fosse già qualcuno, quindi non ne avevo bisogno."

Ho capito. Dato che non aveva ricevuto una lettera da un ex membro, non poteva sapere che il corpo era a corto di persone.

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