Era un sabato mattina quando mio fratello venne a bussare alla mia porta e senza aspettare il mio consenso entrò nella mia camera.
Si guardò in torno come se fosse la prima volta che entrasse qui dentro.
"Allora che vuoi?"
"Volevo dirti che Alexander vuole vederti"
"Digli che sto dormendo"
Non mi andava di vederlo quel ragazzo mi faceva uno strano effetto.
Disse un 'okay' a malapena udibile ed uscì dalla mia camera.
Avevo sonno,ma non riuscivo a dormire come al solito la mia mente creava pensieri lunghi e strani.
La cosa che non capivo è perché la gente faceva finta di interessarsi a te.
Le persone che ti chiedono come stai non vogliono saperlo veramente,non sarebbero pronti psicologicamente ad affrontare la tua risposta.
Per questo io rispondo sempre 'sto bene' loro non capirebbero e io non sento il bisogno di parlare.
Guardai l'ora dal mio smartphone e decisi di andare a mangiare qualcosa.
Indossai le mie ciabatte a forma di coniglio e scesi giù in cucina dove trovai Alexander e mio fratello che stavano parlando di una qualche partita di calcio.
Da piccola mi piaceva il calcio.
Ci giocavo con mio padre.
Una lacrima scese dal mio occhio,la lasciai scendere sulla mia guancia per poi cadere a terra.
Produsse un rumore.
Un piccolissimo rumore.
Che si sentiva solo se eri isolata da tutto e da tutti.
Scossi la testa cercando di non ricordare.
L'unico modo per non cadere nel buio era non ricordare.
"Oh ciao Emily"
"Ciao Alexander"
Lo salutai senza guardarlo negli occhi.
Avevo paura che riuscisse a leggere la tristezza che provavo in questo momento.
Sicuramente proverebbe pena e io non voglio la pena di nessuno me la sapevo cavare anche da sola come avevo sempre fatto.
"Allora?"
Ero così persa nei miei pensieri che non avevo sentito la domanda.
"Cosa?"
"Ti pareva,ti ha chiesto se vuoi venire a fare un giro con noi"
Sta volta era mio fratello a parlare,sapeva benissimo che a volte mi perdevo nei miei pensieri.
È che il mio subconscio fa tanti pensieri che io non riesco a gestire,avevo bisogno di qualcuno che fosse capace di gestire sia me che i miei pensieri,ma quel qualcuno ancora non l'avevo trovato.
"Emily torna tra noi una buona volta"
"Sì scusate,ora mi vesto e arrivo"
Andai in camera mia e presi un maglione nero e dei pantaloni strappati del medesimo colore,indossai le mie vans anch'esse nere e scesi di fretta le scale.
"Allora andiamo?"
"Certo" disse Alexander prendendomi per mano come se volesse proteggermi.
Ma io non volevo portarlo con me nel buio perché una volta che ci entravi non potevi più uscirne.
Sapevo che era sbagliato tenerlo per mano.
Sapevo che lui non si meritava il buio.
Ma in questo momento mi sentivo così bene,così protetta.
Dicono che quello che ti fa sentire bene non può essere sbagliato,ma come faceva a non essere sbagliato trascinare un ragazzo,così buono, con te nel buio?
Come faceva a non essere sbagliato far soffrire una persona solo perché tu ti senti bene?
Come faceva a non essere sbagliato tutto questo?
Mille domande mi frullavano per la mente.
Mille domande a cui nessuno ha mai saputo darmi una risposta.
Mille domande che a un'altra persona possono sembrare senza senso,ma che per me erano importanti.Spazio autore:
Ehii💕
Finalmente sono tornata mi dispiace essere stata così assente,ma proprio non avevo idee.
Spero il capitolo vi piaccia e mi scuso per eventuali errori.
Bacii😙
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Questo È L'amore?
RandomLei una ragazza con tanti problemi e un passato che cerca di nascondere. Lui il solito badboy che per una strana scommessa deve avvicinarsi a Emily. Riuscirà la nostra Emily a sopportare un'altra delusione? Se volete saperlo basta leggere la mia sto...