Capitolo 7

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Hermione si ritrovò nel suo letto, senza riuscire a ricordarsi di come ci fosse finita lì.

Ogni volta che cercava di sforzarsi, la testa gli pulsava come un trapano.

Sentiva solo uno strano sapore in bocca. Simile al dentifricio.

Sentì qualcuno bussare alla sua porta, per poi entrare.

«Buongiorno piccolina», sorrise radioso Blaise. «Ti ho portato la colazione».

La Grifona si grattò la testa, imbarazzata. «Grazie.. Ma non dovevi Blaise».

«Oh, è il minimo», ghignò, avvicinandosi per poi rubarle un bacio.

Lei sbarrò gli occhi, toccandosi le labbra.

Quelle labbra così carnose.. Pensò Blaise. E quante volte lui si era immaginato di averle attorno al suo..

«B-blaise cosa..?», balbettò la ragazza.

Era giunto il momento di attuare il suo piano.

«Ieri siamo usciti insieme. Ci siamo baciati più e più volte. Mi hai anche detto di voler stare con me», mentì.

La rossa si grattò nuovamente la testa. «Per Merlino, avrò esagerato con la Burrobirra!».

Ecco perché non riusciva a ricordarsi nulla.

«Herm, ne ho viste di ragazze brille. E fidati, che tu eri lucidissima!», disse, spavaldo.

Lei ci pensò un attimo.

Se non fosse finita come lui si aspettava. Doveva per forza di cose, farsi aiutare con la magia.

«Allora scusami.. Io non voglio illuderti».

Il ragazzo ghignò. «Nessun problema».

Tirò fuori immediatamente la bacchetta. «Imperio!».

Le pupille della ragazza si restrinsero, e il suo corpo si irrigidì. Blaise chiuse la porta a chiave, insieme alla finestre.

E dopo essersi assicurato che nessuno vedesse o sentisse niente, si avvicinò all'orecchio della Grifona, e sussurrò. «Spogliati».

¤¤¤

«Muoviti Astoria! Fallo!», urlò la serpe, con la fronte imperlata di sudore.

Doveva dimenticarsi della Granger. A costo di qualsiasi cosa.

Lo stava facendo impazzire.

Perché. Perché proprio lei? Pensò il biondo, mentre la bacchetta dinanzi a lui, si alzava.

«Posso sapere perché vuoi che faccia questa cosa?», ripetè.

Ultimamente, lui si stava comportando in maniera strana con lei. Sembrava quasi la stesse allontanando.

«Per l'amor del cielo, FALLO E BASTA!», urlò il ragazzo, per poi calmarsi. «Pronuncia quella parola, Oblivion».

La ragazza guardò la bacchetta fra le sue mani, arricciando il naso.

«Di chi vuoi dimenticarti Draco?».

La serpe, si tenne la testa, esausto. «Di Blaise. Va bene?», mentì.

«Sicuro che non mi stai mentendo?».

«Sicurissimo».

«Oblivion», sussurrò Astoria, con voce sottile.

Ma non successe niente.

Ovviamente lei non sapeva fare incantesimi di questo genere.

«Lascia perdere Astoria», gli prese la bacchetta. «Non importa».

Teach me, MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora