Capitolo 3

16 3 0
                                    

Mi sveglio con le cuffie ancora alle orecchie, e mi sento stranamente riposata. Quanto avrò dormito? Spero che non si sia già fatta sera...
Poso l'Mp3 sul comodino che ho accanto e guardo l'orologio che c'è al muro per vedere l'ora.  Ammazza! Sono già le 18:30, devo disfare le valigie anche se non ne ho ancora voglia.
Scendo in soggiorno e porto le valigie nella mia cameretta. Le posiziono in modo così ordinato che sembrerebbe siano vuote e quando ne apro una, la prima cosa che vedo è il mio pupazzetto. Sono felice di non aver dimenticato Josh. Si, Josh è un pupazzetto ed è anche il mio portafortuna. Me lo regalò nonna Amie quando feci cinque anni e da quel 21 settembre non me ne separai più. Nessuno lo ha mai visto, neanche mio padre ne conosce l'esistenza. Dovrei uscire di qui, perciò metto un jeans nero strappato e la mia solita felpa gigante, stavolta bianca. Prendo le chiavi del mio motorino ed esco di casa. Inizio a percorrere la strada non sapendo però dove stessi andando. Ad un tratto sento un tonfo e poi il nero totale. Sono sola in una camera tutta nera e sento come l'aprirsi di una portiera. Non ho la minima idea di dove mi trovi. Sento una voce dire: <<Oddio, ci mancava solo questa mocciosa a mettersi in mezzo>>
È una voce profonda, sexy, una voce maschile. Non riesco ancora a capire cosa mi stia succedendo. Sto morendo? Nella stanza in cui sono non c'è nessuno eppure continuo a sentire qualcuno brontolare: << E ora che faccio? Sono in ritardo... ma sì, tanto chi la conosce. Me ne vado e chi la trova la porta in ospedale o ovunque tranne che qui. Eppure è così tenera... ma che dico? Sto per caso rimbambendo? Basta. Vado via>>
Lo sento camminare, ed io mi convinco di non avere ormai scelta. Sì, sto morendo ed in mezzo alla strada. Okay, niente panico. Qualcuno mi troverà.

No explanationsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora