Dopo circa 45 minuti scendo dal pullman stanco di stare tra la gente e inizio a dirigermi verso casa. La solita strada da due anni, ormai conosco tutto a memoria. Sento le grida felici di un bambino, mi volto, sta uscendo dalla macchina felice di essere tornato a casa dopo una lunga giornata di scuola e ansioso di raccontare tutto ai suoi genitori. Entra in casa accompagnato dal padre e scompare. Tutto quello che resta di tutta quella felicità è una porta marrone chiusa ad impedire la visione di quello che c'è dentro. Ora quella casa è giudicabile solo dall'aspetto, una casa senza colore con l'intonaco che si stacca in alcuni punti dalle pareti, non decorata in alcun modo. Che cosa triste.
Passa poco tempo da quando ricomincio a camminare che arrivo a casa, non me ne ero accorto, è sembrato come un attimo, ero troppo immerso nei miei pensieri. Mi blocco sulla porta, una porta marrone con una piccola finestrella opaca di lato, non si riesce comunque a vedere nulla dentro. Prendo le chiavi dallo zaino, le inserisco nella serratura e giro verso destra due volte, spingo giù la maniglia e la porta si apre, come un passaggio tra due mondi, l'unico momento per vedere cosa c'è dentro è quando si apre. Mi chiudo la porta alle spalle e mi preparo alla sfilza di domande che riceverò.
Appena mi siedo a tavola iniziano con le solite domande, -come è andata a scuola?-, -come è stato il primo giorno?-, -ti sei divertito?-... E i miei soliti cenni con la testa.
Appena finito vado in camera. Finalmente silenzio. Passo 15 minuti, sdraiato sul letto a guardare il soffitto e riemergo dai miei pensieri; prendo le cuffie, è arrivata l'ora di rompere questo silenzio. La musica inizia e torno un altro po a guardare il soffitto, è rilassante. Passa un tempo che non riesco a definire ma guardando fuori dalla finestra il sole che inizia a tramontare capisco che sono stato con la musica a guardare il soffitto per ore. Stacco le cuffie e mi preparo per uscire, voglio vedere la stradina che ho notato questa mattina.
Mi ci vuole poco tempo per raggiungerla ma quando arrivo è già buio. È una piccola stradina poco illuminata, con uno stile vecchio, delle balconate stupende e i mattoni delle case visibili, tutto questo crea un atmosfera quasi magica e soprattutto il silenzio la rende tale. Non c'è nessuno, neanche un cane o un gatto che passano di li, strano. Decido di percorrerla e ad un certo punto noto una porta aperta. Mi avvicino, la casa sembra desolata come se non ci abitasse nessuno da anni ormai. Mette paura ma mi incuriosisce e decido di entrare. Accendo la torcia del telefono e attraverso la porta.
È una casa stupenda, vecchia ma stupenda, ci sono anche alcuni mobili talmente vecchi che basterebbe un tocco per romperli. Decido di fare un giro ed esplorare la casa.Sono dentro da almeno mezz'ora quando sento un rumore, alcuni ragazzi stanno entrando. Spengo la torcia e mi nascondo. Ogni ragazzo si dirige in un punto specifico della casa e accende una candela posizionata in dei punti particolari per illuminare al meglio e nell'insieme allineate a formare un cerchio. Iniziano a parlare ma non riesco a capire cosa dicono però sembra qualcosa di non molto felice.
Passa un ora e l'ultimo ragazzo esce. Li ho osservati tutto il tempo, hanno discusso su degli argomenti specifici e hanno fatto una specie di giuramento o promessa. Appena finita hanno spento le candele e anno usciti come se nulla fosse successo. Io esco dal mio nascondiglio e osservo il luogo in cui si sono seduti, non noto nulla di strano, sembra essere tutto come prima tranne una leggera puzza di fumo delle candele appena spente. Decido di tornare a casa, ritornerò un altro giorno per capire qualcosa. Così esco dalla casa abbandonata e mi dirigo verso la mia ripensando a quello che ho visto.
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Normal life Ordinary people
Non-FictionUn mondo normale, vita normale, persone normali e me, non saprei neanche come definirmi, sono strano agli occhi della gente, stupido, ma non capiscono che gli stupidi sono loro. È appena iniziato l'anno scolastico, sarà come al solito una rottura e...