Our Lady of Sorrows

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Ogni affresco dava l'impressione di inseguirli, con i loro volti alti e intoccabili, incorniciati da tutte quelle insegne in latino che ricordavano a Frank gli anni del liceo e delle versioni copiate all'ultimo minuto.

Camminavano mano nella mano lentamente, e il ragazzo si lasciava guidare dalla presa delicata e calda di Gerard lungo la navata.

Lo condusse in una delle cappelline laterali, quella dove c'era uno dei quadri preferiti di Frank e nella quale, di tanto in tanto, amava rifugiarsi quando era un po' giù o quando in Chiesa non c'era più nessuno.

Era particolarmente affezionato, si potrebbe dire, a quel suo angolo, forse per caso, senza che vi fosse un motivo, forse perché fu lì che lui e il sacerdote ebbero per la prima volta una vera discussione, forse perché da quel ritratto riusciva a ricevere quella comprensione che non sembrava mai arrivare da nessuno.

Non che Frank volessi farsi comprendere o compatire, tuttavia.

Probabilmente erano quei toni tenui ma in qualche modo vividi, distesi sullo sfondo scuro e impenetrabile, per come Maria sembrava essere teneramente consolata da tutto il suo dolore, e da come, con le braccia spiegate simili ad ali d'angelo, lasciava che quelle sette spade le trapuntassero il cuore immacolato, guardando verso il cielo, verso Dio, con gli occhi dell'amore, così addolorati, così colmi di fede, così calmi.

Guardava però anche Frank, non avrebbe saputo spiegare come ciò fosse possibile, ma sapeva che poteva vederlo, e, soprattutto, poteva ascoltarlo, in ogni momento.

Anche Gerard amava quel quadro, e quante volte lo aveva ascoltato parlare lì sotto.

Sedendosi non aveva lasciato la sua mano, anzi, si affrettò a prendere possesso dell'altra, ammirandole entrambe.

Teneva entrambe le mani del ragazzo nelle sue, accarezzandole delicatamente e con fare premuroso.

Frank guardò il dipinto sopra di loro, e credette di vedere una dolce compassione anche nello sguardo delle Vergine.

Una parte di lui sperava che Lei stesse cercando di dirgli, tramite quei Suoi misericordiosi occhi pennellati, che non c'era nulla di sbagliato nel suo amore.

Gerard, invece, ammirava ancora le sue mani e giocava con le dita intorno ad esse, e tutto quel doloroso peso, che si era trascinato fin lì, sembrava sciogliersi ad ogni carezza.

Frank aveva da sempre notato, talvolta con una certa punta di gelosia, quanto al sacerdote piacesse avere le mani altrui tra le sue, stringerle, punzecchiarle, torturarle.

Mikey non riusciva proprio a sopportarlo e si lamentava di quanto, sin da piccoli, sentisse questa necessità di prendergli le mani ogni volta che doveva dirgli qualcosa.

Quello che invece non sapeva, era quanto il sacerdote amasse custodire le sue, quanto ci indugiasse, quanto avesse il bisogno di insistere su ogni singolo solco e per ogni avvallamento delle dita, e non per semplice abitudine o fissazione.

Guardò ancora la Vergine dipinta.

Aveva le braccia aperte e ancora quello sguardo intenerito.

Sembrava voler abbracciare entrambi.

Col capo reclinato leggermente all'indietro, guardando sia il Signore che Frank, sperò che stesse intercedendo per lui.

-"Frankie, ne abbiamo già parlato. Sai come la penso."

-"Mmmh..."

"Mmmh cosa?"

-"Mmmh lo so!"

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