I think the chain broke away
And I felt it the day that I had my own time
I took advantage of myself and I felt fine
But it was worth the night
I caught an early flight and I made it home
(Non voglio leggere nessun commento negativo contro Bert, vi avverto.)
Inutile dire che quella notte Gerard non chiuse occhio. Era tornato a casa tremando, in fuga, la mente disturbata da severi rintocchi di campana e minacciose melodie musicali. La notte aveva cominciato ad allungare i suoi artigli lungo la strada e ad ogni nuova curva solitaria provava il terrore di essere accarezzato da innumerevoli nastri di velluto nero, la mano guantata del demonio.
Era rientrato parcheggiando in fretta, chiudendosi inutilmente la porta alle spalle, cercando così di isolarsi da qualunque forza oscura che lo bracconava nel buio.
Si tolse i vestiti, strappandosi rabbiosamente via il collarino, e si gettò sotto il gelido flusso della doccia, bisognoso di lavarsi, di sfregare via la sua impurità.
Fu una notte lunga e dolorosa, dove la disperazione fu per lui il frutto più dolce tra tutte le asprezze dello spirito, una disperazione assoluta, liquida, che impregnava ogni singolo meandro del suo essere e lo accompagnava verso un'agonizzante frustrazione fatta di paura e follia.
La morte, era la morte, che lo chiamava, che lo seduceva, e insieme lo rifuggiva, in un tormento senza fine che lo dissanguava spiritualmente, fino a ritrovarsi in un limbo senza nome in bilico tra l'umanamente comprensibile e un oblio estraneo a questo mondo.
Un luogo quello che sarebbe dovuto rimanere proibito alla mente dell'uomo.
Pregava, o credeva di pregare, ma la sua anima era muta, la sua ragione troppo vigile, e Dio era lontano, disperso, forse morto, o inesistente.
†‡†
Gerard era distrutto.
Sporco di vernice e impolverato, aveva iniziato a tratteggiare le linee delle figure sulla parete che aveva intenzione di disegnare.
Era esausto, provato da diverse notti insonni e con i nervi a fior di pelle. L'ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento era quella di essere sorpreso in maglietta, jeans e scarpe da tennis, coi capelli più spettinati che mai e con una striscia di vernice nera sotto lo zigomo destro da una delle persone più irritanti e bigotte che Gerard avesse mai avuto il dispiacere di conoscere.
All'ennesimo, fastidioso trillo del campanello, rassegnato, riuscì a raggiungere la porta dell'oratorio e ad aprila più violentemente di quanto ne avesse avuto l'intenzione.
Arcigna e impettita come al solito, Maria Bordini se ne stava davanti all'entrata, con la sua tuta in ciniglia da perfetta casalinga indignata dalla moda di certe donne al giorno d'oggi e la bocca distorta da una smorfia indispettita.
-"Padre Giordano non c'è?"
Gerard non riuscì a trattenere un gran sospiro.
-"No, sarà impegnato per tutto il pomeriggio. Può dire a me, signora"
Maria Bordini storse il naso, insofferente, per poi entrare e dirigersi in una delle stanze adibite ad ufficio.
Gerard la seguì, maledicendosi e preparandosi ad una lunga sessione di noiosi ed inutili monologhi da parte della donna.
Sicura e del tutto indifferente nei riguardi della figura di Gerard si sedette davanti la scrivania, guardando la disordinata superficie con evidente apprensione.
STAI LEGGENDO
Hallelujah!
FanfictionArt by: @Elettruski_chan Priest!Gerard UniversityStudent!Frank «Teneva entrambe le mani del ragazzo nelle sue, accarezzandole delicatamente e con fare premuroso. Frank guardò il dipinto sopra di loro, e credette di vedere una dolce compassione anche...