E' quasi mattina e lì, sulla montagna, tutto a eccezione del vento tace; dalla sua piccola capanna di vetro, situata sulla terrazza più alta di una solitaria costruzione di pietre circondata dal bosco, Quello Che Sta Là Dentro osserva con attenzione davanti a sé. Sono ormai tanti anni che lui si trova lì, chiuso per tutto quel tempo senza poter mai sentire direttamente il calore del sole o la freschezza della pioggia. Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno Quello Che Sta Là Dentro si è limitato ad osservare ed ad ascoltare. D'altronde poteva fare solo quello e nient'altro, conosceva il suo destino e più degli altri era consapevole che quel grande disegno di cui anche lui faceva parte non poteva essere in alcun modo modificato. Una sola volta, in una delle sue tante vite, ci aveva provato e tanto gli era bastato per imparare la lezione : al destino non si sfugge.
Ad ogni modo la temporanea, seppur lunga, situazione in cui si trova tutto sommato non gli dispiace e nei momenti di sconforto ricorda a sé stesso le ben peggiori vicissitudini che nel corso dei secoli ha dovuto affrontare. Non che non abbia avuto anche lui i suoi momenti di gloria, sia chiaro. Ma in questo particolare caso può dirsi contento della sistemazione in quanto il fatto di trovarsi al coperto allunga, secondo quasi tutti i pronostici, la sua pressoché tranquilla permanenza. Diciamo quasi tutti perché è capitato, in più di un occasione a dire il vero, un qualche tipo di incendio nel bosco circostante e, malgrado ne avesse viste di peggiori, non furono certo bei momenti per Quello Che Sta Là Dentro. Va detto, in favore del nostro amico, che nessuno si sentirebbe tranquillo vedendo le grosse fiamme avvicinarsi e sapendo di non poter scappare da nessuna parte. Vero è che meglio si apprezza il tepore di un camino dopo aver attraversato una tempesta, e così dopo ogni periodo turbolento la vista da lassù acquistava nuova bellezza. Persino lui, che amava così tanto la tranquillità, finì per crederci.
Per la cronaca, non è tutto questo granché il paesaggio visto dalla sua capanna. Quest'ultima si trova sull'ultima di tre terrazze che sbucano quasi inosservate a metà altezza di un modesto colle, aggrappate alla roccia con i loro pilastri di cemento. Di certo non è uno dei posti più belli che si possono visitare. Il suo unico pregio è di essere decentemente isolato e tranquillo. Gli unici visitatori sono perlopiù gli abitanti di un piccolo paesino che si trova proprio ai piedi del colle. Eppure, ogni giorno, negli orari più disparati, persone di ogni sorta e di ogni età percorrono quel sentiero di terra battuta che conduce alla salita di pietra, la quale sbuca sulla prima delle tre terrazze. Tutto avviene sotto lo sguardo vigile e costante di Quello Che Sta Là Dentro.
Dovete sapere che lui aveva molti nomi, almeno uno per ogni lingua di questo mondo; era conosciuto ovunque, in modi diversi, ma letteralmente ovunque. Con tutta probabilità lo conosci anche tu, con chissà quale nome. Ma per quello che riguarda questa storia, giacché i nostri visitatori lo avevano così ribattezzato, per noi è semplicemente Quello Che Sta Là Dentro. Non ci vuole neanche un grande sforzo di fantasia per comprendere l'origine di questo nome alquanto vago : semplicemente era quello che si trovava nella capanna ed era quello che non usciva mai di lì. Sarà bene dire che le porte vengono aperte molto raramente nel corso dell'anno, a distanza di mesi, e non per permettere a Quello Che Sta Là Dentro di uscire ma affinché "Quelli Che Stanno Fuori" possano entrare. C'è differenza. Lui non va proprio matto per questo tipo di visite, lo spazio è poco e la gente si accalca, spinge e si agita. Ogni volta un parapiglia generale in cui diventa inutile lo sforzo di capire cosa vogliano o addirittura cosa dicano tutte quelle persone. Ogni volta che quella porta viene aperta lui trova un altro buon motivo per non uscire.
Non gli piace poi troppo tutta quella gente che, per una mera convenzione, ogni tot di tempo sale in massa da lui, spalanca le porte e gli parla in modo così sfacciato. Malgrado questa storia va avanti da anni Quello Che Sta Là Dentro non ha mai risposto, a nessuno, e mai lo farà. Nemmeno una sola parola è uscita dalla sua bocca da quando è lì. Curiosamente le persone, le quali hanno sempre qualche strano modo di reagire alle varie circostanze della vita, continuano imperterrite ad andare da lui a chiedere e richiedere. Non hanno mica capito che lui è lì solo per ascoltare e, almeno per il momento, non darà risposte. Quando si dice "essere tutt'orecchi". Eppure "Quelli Che Stanno Fuori" ci riprovano fastidiosamente sempre; forse per testardaggine, perché si può sempre sperare in un esito diverso o magari è soltanto ingenuità.
Fortunatamente quei periodi di piena non durano molto; poco a poco tutta quella concitazione lascia spazio ai saluti ed infine al silenzio. Così Quello Che Sta Là Dentro ritorna a godersi la beneamata tranquillità e le visite non convenzionali : perché qualcuno sale lì su semplicemente in cerca di un posto tranquillo per fare... beh, quello che di solito si fa in un posto tranquillo.
Nelle caldi pomeriggi d'estate un capannello di ragazzini sale lassù per giocare a nascondino tra i cespugli, le piante e le rocce. Ovviamente anche la sua capanna è un ottimo nascondiglio. Tutti sapevano che lui mai e poi mai avrebbe fatto la spia, d'altronde stava sempre zitto. Succede poi che qualcuno si avventura su qualche sentiero più aspro all'esplorazione della montagna; una volta poco lontano dalla Sua umile dimora uno di questi ragazzini fece la conoscenza di un serpentello che ignaro di tutto se ne stava, anche lui nascosto, tra le foglie secche. Tana per te! Fortunatamente il serpente non aveva tanta voglia di giocare, o magari non voleva essere quello che contava, e quando avvertì i passi troppo vicini silenziosamente si dileguò. Probabilmente non è successo, ma è piacevole pensare che quella volta sul viso di Quello Che Sta Là Dentro si fece spazio un piccolo sorriso.
Capita anche nelle sere invernali, quando il buio scende in fretta. Qualcuno sulla prima delle tre terrazze accende un fuocherello con dei ramoscelli in un vaso di pietra ormai nero a causa della fuliggine. Si alza un fumo denso e acre, e questo per Quello Che Sta Là Dentro è un bel fastidio. Lui non protesta mai. D'altro canto in quelle gelide sere è confortante vedere una fiamma tremolante. E poi le voci di quelle persone sedute intorno al vaso e l'allegro scoppiettare del fuoco gli fanno compagnia, perché è proprio in quelle sere che, spesso, ti senti un po' più solo.
A volte succede alle prime luci del giorno, nell'aria frizzante un vecchio si inerpica lentamente e arrivato alla prima terrazza si siede con un gemito su di una panchina. Lui lo guarda mentre tira fuori un fazzoletto consunto di cotone, poi si toglie il berretto logoro per asciugarsi la fronte rugosa. Il vecchio appoggia la schiena e sospira, sposta lo sguardo dalla grande quercia sopra di lui all'ulivo. Guarda ancor più in alto verso la mimosa e poi giù dove qualche filo d'erba cresce tra le pietre. Ogni tanto sussurra qualche parola tra sé, perso tra i ricordi della sua giovinezza, quando riusciva a salire fin sulla cima con tre salti. Quello Che Sta Là Dentro conosceva quel ragazzino con i lunghi ricci neri che correva per la salita fendendo l'aria con qualche bastone. Il tempo si era portato via i capelli ma, da vero galantuomo, gli aveva lasciato il bastone che ora batteva il terreno al ritmo lento dei suoi passi. Era rimasto poco di quel ragazzino e Quello Che Sta Là Dentro lo guardava con compassione, così come guardava tutti i vecchi, arrivati ormai al termine del viaggio. E lui sarebbe andato avanti, lui non sarebbe mai invecchiato. In tutto quel tempo indefinito non una sola ruga aveva scavato quel viso sempre roseo e liscio.
Non che fosse propriamente immortale. O almeno non lo è nei termini in cui noi intendiamo questa parola. Piuttosto, a patto di rimanere nelle giuste condizioni, ha molto tempo a disposizione e pochi modi in cui impiegarlo. Converrete che non è certo facile sostenere tale situazione. Il tempo scorre lento, dilatato all'inverosimile, ogni giorno uguale all'altro; tutto infondo era così monotono. Ci si annoia di tutto prima o poi, anche dell'immortalità, specialmente se sei costretto a passare i secoli chiuso in una capanna di vetro!
Ma nella vita mai dire mai.
Ora è quasi mattina e lì, sulla montagna, tutto a eccezione del vento tace; dalla sua piccola capanna di vetro, situata sulla terrazza più alta di una solitaria costruzione di pietre circondata dal bosco, Quello Che Sta Là Dentro osserva con attenzione davanti a sé.
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Storie a Caso - Io che scrivo cose
General FictionUna raccolta di stravaganti storie di un tipo qualunque che ha deciso così, completamente a caso, di raccontare inverosimilmente la realtà che lo circonda; aggiungendoci quel tanto che basta di ironia e un pizzico di immaginazione.