Tra la verde erbetta di un prato, in un lussuoso giardino, era spuntata una margheritina. All'inizio era il fiore più felice del mondo. Il terreno era morbido, l'aria fresca e poi il sole! Come si fa a descrivere quanto sia bello il sole per un fiore? Adorava la sottile pioggia primaverile che si posava delicatamente sui suoi piccoli e delicati petali. Ogni cosa, in quell'angolo di mondo intorno a lei era fantastica e dolce come il profumo di miele che avevano addosso le api.
Poco lontano stava il tranquillo dente di leone. Aveva notato subito la margheritina, già da quando era un germoglio, e difatti fu l'unico che in una tiepida mattina di aprile la vide sbocciare. Divennero subito amici. Erano entrambi due tipi semplici e si trovarono bene fin dal primo momento, c'era tra lo loro una naturale intesa. Malgrado lui non riuscisse a spiegarsi il motivo dell'insolita felicità della margheritina poco a poco ne venne contagiato. Sicché dopo averci riflettuto su, per neanche troppo tempo a dire il vero, decise che infondo non gli importava. Era contento di avere finalmente trovato qualcuno con cui passare il tempo. Prima di allora il suo unico passatempo era guardare il continuo via vai delle formiche, le quali siccome erano sempre troppo prese dal loro lavoro non trovavano mai il tempo di fermarsi a parlare e lui non voleva di certo disturbare. Gli altri fiori del giardino a stento lo consideravano, qualcuno nemmeno riusciva a vederlo lì in basso, in mezzo all'erba.
Sfortunatamente la vita dei fiori da campo non è poi così facile. Non solo sono piccoli, ma crescono sempre a terra e a nessuno viene mai l'idea di metterli in un vaso. Passano quasi sempre inosservati. E come se tutto ciò non bastasse sono quelli che più di tutti rischiano di finire sotto la suola di una scarpa. Nonostante tutto però il dente di leone aveva comunque provato a far sentire la sua voce agli altri fiori del giardino.
«Ehi!» aveva gridato prima al vaso di viole, poi all'arbusto di rose, poi alle calle e ancora alle primule, agli alti girasoli e alle orchidee. Ma niente. Sembrava che nessuno lo sentisse, qualcuno in realtà faceva finta di non sentire, ma lui non era uno che pensava a male. Insistette per parecchio tempo, era un tipo determinato e cocciuto, ma purtroppo non ottenne nessun risultato. Così per la maggior parte del tempo se ne stava lì zitto zitto ad osservare quello che succedeva nei paraggi e di tanto in tanto faceva qualche altro tentativo sperando che succedesse qualcosa che rompesse quella monotonia.
Poi arrivò la margheritina.
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Storie a Caso - Io che scrivo cose
General FictionUna raccolta di stravaganti storie di un tipo qualunque che ha deciso così, completamente a caso, di raccontare inverosimilmente la realtà che lo circonda; aggiungendoci quel tanto che basta di ironia e un pizzico di immaginazione.