6 CAPITOLO

47 3 0
                                    


Quando Virginia se ne andò via , portò con sé anche tutta la gioia e l'allegria della casa .

Trascorsi due mesi d' inferno senza avere sue notizie .

Cercai di uscire sempre più spesso per distrarmi e cercare di colmare quella mancanza che mi torturava l'anima ...

Presi in seguito l'abitudine di passeggiare per il mercato e per altre stradine simili , mescolandomi con il popolo , con la vana speranza di poterla incontrare in quei luoghi, per pura casualità .

Ero già pentito di averle dato il permesso di andarsene dalla villa e di non averla costretta a rivelarmi in quale casa avrebbe lavorato .

Alcuni cittadini che mi vedevano continuamente percorrere le stesse vie, mi confusero per un nobile caduto in disgrazia ed io, non feci assolutamente nulla per negare le loro conclusioni affrettate, ormai mi ritenevano uno di loro .

Spesso mi porgevano dei cordiali saluti, ma quando andavo a cercare Virginia persino a notte fonda, con la luna piena, scampai addirittura tre tentativi di rapina, dato che non venivo facilmente riconosciuto a causa del buio.

Dopo qualche mese decisi di dimenticarla, anche se in realtà parlare era fin troppo facile, arrivare ai fatti era tutto un altro discorso!

Ma le mie preghiere furono esaudite quando, tentando di attuare la folle idea di levarmela dalla mente partecipando a numerose feste e balli, la incontrai proprio in una di quelle serate aristocratiche, con mia grande sorpresa .

Era bella come una rosa appena sbocciata, i suoi lunghi capelli erano stati domati sicuramente dopo una lunga ed esasperante battaglia, a colpi di spazzola : erano infatti raccolti tutti ordinatamente in un luccicante fermaglio nella parte superiore della testa e, parte di essi , lasciati liberi di scendere , in tutta la loro bellezza , sulle spalle come delle lingue di fuoco .

Il viso non era incipriato nemmeno un po' e l'unico accessorio che portava era un semplice ciondolo d'oro al collo .

Lo splendido vestito bianco che aveva indosso, lungo fino ai piedi, le scopriva armoniosamente le spalle , il collo lungo e metà petto, infine un nastro blu le cingeva la vita sottolineandone la sottigliezza .

Era la più bella tra le dame, il suo sorriso luminoso appariva una delizia agli occhi di chi lo contemplava, pari a quello della compagna che l'affiancava, una nobildonna dai tratti fini e quasi infantili, dai capelli biondi come l'oro e due vivaci occhi azzurri .

Era una vera bellezza quella, non c'era alcunché da dire , il suo volto simile a quello di una bambolina di porcellana sembrava così delicato !

Lei indossava invece un abito molto più complesso, era rosa e caratterizzato da una generosa scollatura, le maniche a tre quarti e una gonna abbastanza larga, costituita da alcuni veli raccolti in un solo lato con una rosa blu .

Dal portamento se ne deduceva una personalità frivola e civettuola, tuttavia dai modi ammalianti e alquanto gradevoli .

La mia attenzione si focalizzò nuovamente su Virginia , quasi non riuscii a domare l'impulso di correrle incontro e stringerla tra le mie braccia, infatti mi limitai a raggiungerla con passo svelto.

Ma fui immediatamente bloccato nel tentativo di avvicinarla, da un signorino poco più giovane di me che la invitò a ballare .

Vederla tra le braccia di un altro uomo, anche solo per qualche minuto, mi fece ribollire il sangue nelle vene .

Per farmi notare , invitai subito la sua compagna che accettò di buon grado .

Scoprii così che l'affascinante donna che tenevo tra le braccia era la marchesina Cristina d'Oras, di origine svedese, la nuova padrona di Virginia .

La regina del brancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora