7 CAPITOLO

36 2 0
                                    


Il mio risveglio non fu affatto piacevole, infatti nonostante sentissi un morbido e consolante appoggio sotto la nuca, continuavo a percepire un penoso cruccio sulla parte superiore del capo.

Aprii gli occhi svogliatamente e mi ritrovai in una grossa camera da letto .

Vi era seduta su una poltrona, accanto a me, una donna dai lisci capelli, più chiari dei petali di un girasole .

Il suo viso era pallido e gli occhi bagnati dal pianto fissavano nel vuoto, in direzione di una finestra vicina .

Mossi la mano che lei mi teneva per attirare la sua attenzione .

Lei si girò di scatto verso di me, il viso pallido si ricolorì immediatamente e gli occhi le si illuminarono dalla gioia .

«Andrea ! Oh finalmente avete riaperto gli occhi ! Quanto ci avete fatto penare ! Eravamo tutti preoccupati per voi... fortunatamente il medico che vi ha visitato ci ha subito informato che la ferita alla testa non era poi così grave... ma dite, come vi sentite ? »

«Come un morto resuscitato ! » esclamai ridendo beatamente .

«Oh non scherzate! Mi dispiace per questo incidente ... è stata tutta colpa mia ! »

La guardai per un momento con aria intontita « ma signora, voi chi siete ? »

«Come chi sono, vi va di scherzare?! Andrea mi state facendo preoccupare, sono Cristina ! » gridò la donna esterrefatta .

«Non vi conosco...» ammisi, sentendo nuovamente un dolore acuto alla testa .

In quel preciso istante entrarono nella stanza due uomini, un vecchio e un mio coetaneo .

«Cosa succede, perché gridate ? » chiesero entrambi allarmati .

Ma poi il più giovane, vedendomi sveglio, mi corse immediatamente vicino per darmi una pacca sulla spalla .

«Andrea finalmente! Come ti senti ? » mi fu chiesto.

Non risposi alla domanda e lui guardò prima me e poi Cristina con aria interrogativa.

«Non si ricorda più chi sono Giulio ! » gridò la donna , singhiozzando .

« Ma cosa dite ?! Andrea io chi sono ? » chiese il giovane, svelando nella voce una certa preoccupazione.

«Giulio, come vi ha appena chiamato questa signora » risposi tranquillamente .

«Ma ... non ricordate più niente ? » mi chiese l'altro uomo .

Lo squadrai per un attimo e poi mi guardai attorno con aria persa «no, non ricordo niente ».

Mi ritrovai di fronte a delle facce sconcertate e buie .

Subito dopo Giulio corse fuori come un razzo a cercare il dottore, mentre Cristina nel frattempo, mi raccontò ciò che era accaduto e mi informò di tutto quello che la mia mente non più riusciva a ricordare .

Fu questo increscioso incidente a segnare per sempre la mia vita .

Quando il dottore mi visitò per la seconda volta, le sue parole non mi diedero alcun conforto, poiché non cambiavano la situazione in cui mi trovavo .

Secondo la sua diagnosi, a causa del colpo ricevuto, avevo perso ogni ricordo che forse avrei riacquistato solo con il passare del tempo .

Quel "forse " e quel " tempo" furono come due pallottole, conficcate nel cuore .

La regina del brancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora