CAPITOLO 3

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Corro nella macchina di mia madre prima che ricominci ad urlare.Quando sono seduta e ho messo la cintura la sento imprecare.

<<Dai Sam!>>Grida alla macchina, sì, mia madre ha dato un nome alla sua vecchia volvo.

<<Mamma smettila, ti prego.>>Dico io mentre vedo Joshua uscire da casa sua.

La cara vecchia Sam finalmente parte e arriviamo a scuola con circa 8 minuti di anticipo, adoro arrivare prima di tutti.

<<Sicura di non voler aspettare in macchina?>>Chiede premurosa come sempre.

<<No, ci vediamo oggi mamma.>>

Le do un bacio sulla guancia e corro via.

<<Buona fortuna.>>

Dice mentre chiudo lo sportello, non capisco perchè ma ormai è una sua abitudine dirmi buona fortuna prima di entrare in classe. Entro in classe e come sospettavo in classe, Denise mi aspetta al solito banco.

<<Ehi bellezza.>>Dico sedendomi accanto a lei.

<<Oggi lasciami perdere, ho il ciclo.>>Dice mettendo la testa sul banco.

<<Bhe siamo in due.>>

Io e Denise siamo migliori amiche dalla prima elementare, quando ci siamo conosciute lei era l'unica gentile con me. E' sempre stata bellissima fin da bambina, per ciò anche lei è abbastanza popolare a scuola.Denise ha un carattere che potrei definire particolare. E' gentile, dolce e molto persuasiva. Un paio di volte siamo finite nei guai, non so perché mi convince quasi sempre.E' la migliore di tutte.

<Non sono pronta ad un'altra lezione della signora Brown.>Dice distogliendomi da i miei ricordi.

La signorina Brown è la professoressa di letteratura inglese e oggi abbiamo due ore con lei, è una bacchettona.

<<Composta Carter e poi a cosa non è pronta signorina?>>La signorina si far per dire Brown avrà più o meno una cinquantina d'anni, bassa e leggermente gobba.

Denise si sistemò composta sulla sedia.

<<Niente Signorina Brown, intendevo dire che non vedo l'ora di passare due ore con lei.>>

Lo dice uscendo fuori uno dei sorrisi più falsi che io abbia mai visto.

<<Cosa ha da ridere Smith?>>

Oh no, ora se la prende con me.

<<Niente Signorina Brown.>>Trattengo una risata e finalmente la campanella suona facendo entrare gli altri alunni di questa classe.

Tra cui Piper Moore e le sue due schiavette, Bethany Johnson e Patricia Lee.

Gira voce che Piper si sia rifatta il naso per via di un incidente di percorso in estate ma lei lo nega sempre. Poi arriva il turno di Russel che si sta dirigendo verso Piper seduta sul banco davanti al mio con le gambe accavallate mentre mastica una gomma. Dalla porta spunta James con i suoi capelli biondi e il suo fisico allenato. Ah, c'è anche lei perfetto. Mi pento di essermi messa a guardare e quindi fingo spudoratamente di cercare qualcosa nel mio zaino.

<<Bionda.>>Alzo lo sguardo e Russel è davanti a me, merda.

<<Ciao.>>Dice dietro di lui Piper per farsi notare.

<<Piccola V tu oggi stai vicino a me, capito?>>Mi guarda dritto negli occhi e abbasso lo sguardo ma con un po'di coraggio lo rialzo.

<<No, sono già vicino a Denise.>> Rispondo nel modo più autoritario che posso.

<<A Denise non dispiacerà starti lontana per due ore.Vero?>>Chiede guardandola con occhi dolci.

Guardo torva Denise sperando dica no ma si limitò soltanto a balbettare un no. Stronza.

<<Visto?>>Il suo tono esprime sicurezza.

Mi guarda con fare soddisfatto mentre la mia migliore amica va a sedersi lontano da me.

<<Derek perchè non ti siedi vicino a me?>>

Vorrei evitare di alzare gli occhi al cielo ma mi viene spontaneo provocando un sorriso a Russell.

<<Si infatti vai da lei.>>Imito in un sussurro la voce di Piper.

<No.>Risponde prontamente sedendosi alla mia destra e lei in risposta sbuffa girandosi verso la lavagna. La lezione iniziò e come al solito presi a fissare fuori dalla finestra, dove il cielo non prometteva niente di buono. Qualcosa o meglio qualcuno mi riportò alla realtà, sull'uscio della porta c'era il ragazzo di ieri.

<Lei deve essere Joshua Felton, non è così?>Disse la Signorina Brown alzando i suoi occhiali che ormai gli erano quasi finiti sulla punta del naso. Notai Denise girarsi verso di me con una faccia scioccata e mimarmi un:< Minchia.>

<<Cosa hai da sorrider tu Vic.>>Bisbiglia lui.

<Russell, dovresti imparare a farti gli affari tuoi, te l'ho mai detto?>> Bisbigliai a mia volta guardandolo male. Si limitò a sbuffare e girarsi dall'altro lato.

<Ragazzi, come avete sentito lui è Joshua Felton, viene dall'Inghilterra precisamente da Londra. Lascio a te la parola Joshua.>

Lui non disse molto e si andò a sedere vicino a Denise che timida gli fece posto mettendo il libro al centro.Dopo infinito tempo finalmente la lezione finì e non vedevo l'ora di uscire da questo buco puzzolente, raccolgo le mie cose e cerco di svignarmela al più presto.

<<Victoria, sei tu?>>E' Joshua fermo davanti al mio banco.

<<Ciao Joshua.>Mi avvicinai a lui ma qualcuno si mise fra noi due.

<<Sai è buona educazione presentarsi anche al resto dei presenti e con il resto dei presenti intendo me.> Il solito Russell, come da manuale.

<<Scusatemi non volevo essere maleducato.>>

Va via e la rabbia prende possesso del mio corpo. Mi posiziono davanti a lui per impedirgli di andarsene, prima voglio una spiegazione.

<<Perché fai così, non posso avere un amico senza che tu non lo torturi da quando facevo la terza elementare.>> Cercai di sembrare il più autoritaria possibile anche se il suo sguardo era così intenso da fare girare la testa e non aiutava anzi mi mandava in bestia.

<<Mocciosetta, respira stai diventando rossa e tanto per mettere in chiaro una cosa. Io non torturo proprio nessuno quindi se si allontanano da te è solo colpa tua.>>

<<Vai al diavolo Russel.>>Vado via adirata come non mai, perchè deve avere sempre la meglio su di me, chi gli ha dato tutto questo potere?. Devo trovare Joshua e chiedergli scusa da parte sua.

<<Vic ma dove vai, fermati!.>>Denise cerca di tenermi passo. Con una spallata apro la porta per i giardini e l'aria fresca di inizio autunno mi calma.

Call Out My NameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora